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Era dal 1979 che entrambe le finali di Conference non finivano a gara 7. Combattute, palpitanti, avvincenti ma alla fine, per il quarto anno consecutivo, si sfideranno Warriors e Cavaliers. Da una parte la squadra col roaster più forte dell’NBA, dall’altra quella con LeeBron, l’extraterrestre che fin qui ha disputato forse la sua miglior stagione.
E pensare che entrambe le finaliste, dopo le rispettive gara 5 di Conference erano in svantaggio per 3-2. Proprio per questo hanno dato dimostrazione di forza e compattezza: parità ristabilita in casa e finale guadagnata in trasferta espugnando rispettivamente Houston e Boston. Rockets e Celtics hanno lottato e sperato fino alla fine, ma si sono dovute inchinare allo strapotere delle due finaliste. Onore ai vinti, ma Golden State e Cleveland si giocheranno l’anello per la quarta volta consecutiva a partire da giovedì sera.
Boston in gara 7 ha retto per 45 minuti nonostante dall’altra parte il 23 abbia deciso di fare ancora la storia. Jayson Tatum, stagione straordinaria la sua, non si arrende mai! La sua carta d’identità dice 1998. Le partite giocate in carriera sono 80, ma alla lunga cederà, ha 19 anni, deve sentire questa maledetta pressione. No, non è mancanza di carattere, non è semplicemente maturo. Cleveland sta rientrando e lui tiene testa praticamente da solo. Urla, va petto a petto contro LeBron senza timore, carica i tifosi, ci crede più di tutti. Ha schiacciato in faccia al suo idolo da ragazzino in una gara 7 che decide la pretendente al titolo.
Ma il Re è il Re e non è oggi il giorno in cui abdica. Cleveland scappa, a 40 secondi dalla fine Jayson non vorrebbe fare quel fallo ma non può evitarlo. È il sesto, esce tra gli applausi. Un minuto dopo, James lo sta abbracciando e gli sta sussurrando qualcosa.
È cresciuto guardandolo in TV, ora incassa i suoi complimenti. “Amo tutto di lui, è costruito per vincere”, dice il 23 alle telecamere.
Houston ci ha provato, ma l’infortunio in gara 5 di Chris Paul è stato un macigno che ha pesato in maniera enorme. Gara 6 e 7 sono state una la copia dell’altra. In entrambe le gare, Golden State sotto alla fine del primo tempo, ma la seconda frazione i Warriors hanno accelerato e fatto valere tutta la classe dei suoi campioni surclassando i Rockets con un parziale di 122-63: robe da matti!!
Durant, Thompson e ovviamente Curry hanno inserito il pilota automatico. Win or go home, quando il gioco si fa duro, loro giocano e tanti saluti alla squadra di Mike D’Antoni.
Anche quest’anno, per tutti gli altri, sarà per l’anno prossimo, perché l’ultimo capitolo della stagione lo scriveranno ancora loro: Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers!