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È stata Dawn Whitelaw, apprezzata insegnante e artista e Vice Chair of the Executive Board della Portrait Society of America, ad aver introdotto il primo faculty member della giornata: Kevin Macpherson. Conosciuto per i colorati dipinti paesaggistici che realizza esclusivamente in plein air, sfidando le intemperie del tempo, Kevin Macpherson si è recentemente lasciato ispirare dalla ritrattistica. Un’ ispirazione talmente forte da farlo entrare fra i Signature Members della Portrait Society of America, che gli ha reso onore, conferendogli il riconoscimento, durante la serata di gala.
Raccontandosi a cuore aperto nella sessione “About Face“, Kevin Macpherson ha raccontato come il suo approccio all’arte, avvenuto durante gli anni scolastici trascorsi dalle suore, è stato il mezzo con il quale ha superato le barriere della timidezza e dei problemi visivi che per molti anni lo hanno disturbato, creandogli molti problemi, soprattutto nell’interazione con la gente.
Oggi invece Macpherson riconosce che il superamento di queste sue particolarità sono state il punto di svolta che lo hanno reso capace di apprezzare ogni istante della vita. Un successo personale che ha voluto condividere con i bambini più fragili e meno abbienti che vivono in zone sfavorite come la Cina e l’America Latina. Macpherson ha elevato l’arte a “missione di vita” capace di influenzare e coinvolgere anche altri artisti che partecipano al suo progetto, intitolato: “Art Ambassador for a Colorful World”. (Potete approfondire la sua missione digitando sul seguente link: https://www.artambassador.org ).
Da appassionato viaggiatore che si lascia ispirare dalle connessioni che si creano fra le persone, Macpherson sostiene che l’arte è un linguaggio universale capace di parlare al mondo. Ed è stato durante il suo primo viaggio in Cina -dove non conoscendo nessuno non aveva paura di essere giudicato- che ha realizzato il suo primo ritratto. “Non essere giudicato mi ha permesso di esprimermi in libertà anche nei ritratti” ha dichiarato l’artista che fino ad allora nei dipinti paesaggistici rappresentava le persone di spalle per evitare di definire i dettagli del viso. In Cina ha ritratto le numerose persone che incontrava nel quotidiano, come il suo barbiere o il medico che lo ha curato e che ha in seguito scoperto essere un veterinario. Raccontando aneddoti divertenti con i quali ha sdrammatizzato le sue vicissitudini, Macpherson, ha presentato il suo particolare approccio al ritratto -The Magic Grid-Portrait Structure- che è capace di semplificare la struttura del viso a partire dall’astrazione, tipica di uno dei suoi artisti preferiti: Piet Mondrian.
Non facendo distinzioni di genere in merito all’arte, ha infine dichiarato:“Perché dobbiamo scegliere tra l’arte paesaggistica e la ritrattistica? Sarebbe come dover scegliere tra un cabernet e un prosecco: sono tutti e due ottimi vini”
A chiudere ufficialmente le sessioni dimostrative della XXV edizione de (la) The Art of The Portrait sono stati l’artista Ron Hicks e Quang-Ho, quest’ultimo accompagnato come sempre dal suo adorabile “daddy-boy”, il figlio Liam.
Al di la dei tecnicismi che caratterizzano ogni singola sessione dimostrativa e che sono ampiamente dimostrati dai differenti approcci personali, le sessioni artistiche che hanno per protagonista Quang-Ho, sono sempre pervase da un profondo senso di riflessione.
Un fattore non casuale vista l’importanza che la meditazione ha assunto nella vita di Ho e delle persone che lo circondano: Ron Hicks incluso che è cresciuto seguendo i suoi insegnamenti.
Il tema della sessione è stato, non a caso: “Thinking Out of The Box”. Un modo di pensare che dovrebbe essere applicato sia all’arte che alla vita in generale.
La sessione pratico-discorsiva si è sviluppata a partire dal fatto che “Thinking Outside the Box” implica la presenza di un contenuto interno ed esterno alla scatola. Una scatola che può rappresentare la vita e i concetti che vengono impartiti sin da bambini ma che può assumere molteplici significati nel contesto artistico.
Pensare fuori dagli schemi può essere il modo in cui gli artisti si approcciano alla composizione che procede dall’interno verso l’esterno -senza seguire schemi prestabiliti- per Qung-Ho o dalla mappatura dei punti chiave del viso che prendono forma grazie alla loro connessione -come un direttore d’orchestra fa con gli strumenti- per Hicks; può essere, per Quang-Ho, la decisione di uscire dalla propria confort zone per sperimentare l’utilizzo di una palette knife nella stesura della composizione che ha realizzato con una ricca palette cromatica -ispirata all’uso che abitualmente fa la moglie Adrienne Stein, o semplicemente può esserlo il porsi continuamente domande che necessitano di risposte nell’immediato per la realizzazione del processo compositivo, come succede per Hicks.
Thinking Outside the Box è l’esplorazione di aspetti sconosciuti che possono rivelare la bellezza e l’intelligenza che si nasconde in essi. Quel che conta sempre e comunque, sostengono di comune accordo i due artisti, è: “Credere alla vostra voce interiore e decidere a mano a mano -e talvolta inconsapevolmente- cosa volete fare, sperimentando in continuazione”.
A seguito della chiusura ufficiale dell’evento ad opera di Michael Shane Neal, Chairman della Portrait Society of America, i partecipanti hanno avuto la possibilità -approfittando della location d’eccezione- di visitare due istituzioni a tema: La National Portrait Gallery- Smithsonian e il National Museum Marine Corps.
Rinomata per la presenza dei ritratti dei personaggi che hanno fatto la storia degli Stati Uniti d’America la National Portrait Gallery-Smithsonian conserva -oltre ad alcune delle opere d’arte più importanti al mondo e realizzate dagli Old Masters- alcune delle opere eseguite dai membri della Portrait Society of America, fra loro per esempio Everett Raymond Kinsler, fra i padri fondatori dell’istituzione.
Nella “Combat Art Gallery” del National Museum Marine Corps è invece in mostra uno dei progetti più impegnativi e importanti realizzati dalla straordinaria acquerellista Mary Whyte, dal titolo, “We The People: Portraits of Veterans in America”: la serie di acquerelli di grandi dimensioni con i quali Whyte ha ritratto cinquanta veterani d’America -uno per ciascuno stato- di tutte le età e di tutti i ceti sociali.
Nel tour dell’esposizione, raccontato dall’artista in prima persona, Whyte ha spiegato i dietro le quinte del progetto con le emozioni e le storie dei soggetti rappresentati ma anche i momenti di gioia e di sconforto che ha vissuto in prima persona nei sette anni impiegati nella realizzazione del progetto.
The Art of The Portrait, la convention annuale della Portrait Society of America ha chiuso i battenti annunciando le date per le XXVI edizione dell’evento che si terrà ad Atlanta, dal 25 al 28 aprile, 2024.
(on the title, a frame from the final stage of “Thinking Outside the Box” by Quang-Ho and Ron Hicks.)