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L’ultima giornata della Portrait Society of America si è conclusa con una sorta di retrospettiva su due grandi personaggi della scena artistica contemporanea americana: Burt Silverman e Daniel Sprick, che vanno ad aggiungersi all’altro grande personaggio, Richard Schmid, intervistato ieri da Michelle Dunaway.
La mattinata è iniziata con qualche intoppo tecnico che ha parzialmente precluso la visione della presentazione di Mary White riguardante il business e i suoi meccanismi tra i quali: quali sono i parametri da tenere in considerazione per attribuire il prezzo di un’opera, la necessità di avere un’agente o meno e altri temi di interesse pratico che accomunano gli artisti. Poco male in considerazione del fatto che la Portrait Society of America metterà a disposizione da domani 1 settembre, la visione di tutte le sessioni dell’intera convention per un mese. Una grande opportunità anche per chi nel pomeriggio si è trovato costretto a decidere quale sessione seguire a discapito delle altre.
Primo ospite illustre della giornata è stato Burton Silverman, personaggio leggendario e già presentato in una emozionante retrospettiva in un’altra convention tenuta a Miami nel 2018, Burton Silverman ha raccontato della sua vita, delle sue fonti di ispirazione e delle sue muse ispiratrici trattando soprattutto il tema delle donne che a partire alla madre e poi con la moglie sono state tra i suoi soggetti preferiti.
Come Vivaldi si è spesso ispirato nella composizione delle sue opere alle donne, così ha fatto Burton Silverman con l’arte e come hanno fatto del resto altri grandi artisti del passato. Silverman menziona J.B.Lepage e Degas che hanno interpretato le donne in maniera differente oppure ancora Whistler con il ritratto della madre, e così tanti altri. I dipinti di Silverman sono l’attento esame del mondo quotidiano che ci circonda: hic et nunc, e che si manifesta nei lavori, nei volti delle donne che ha incontrato nella sua vita quotidiana. La madre, le donne che lavorano alle faccende domestiche: stirando o cucendo a macchina; ma anche donne con un cappello in grado di sembrare diverse pur essendo uguali, donne osservate di profilo, di spalle ma anche ballerine dei night.
I sui soggetti comprendono un repertorio di persone reali la cui esistenza spesso trascende i luoghi comuni, rappresentando per l’artista questioni più grandi ed emozioni più profonde come ad esempio la Signora toscana che andava a prendere l’acqua al pozzo. La Toscana, Marina di Pietrasanta con i suoi personaggi, la terra amata dall’artista che ha frequentato per ben 11 anni.
Attraverso le sue opere Silverman è riuscito a profilare il percorso delle donne, nella società, la loro essenza nello scorrere del tempo, rendendo il suo lavoro universale perchè come afferma l’artista; ”Le donne regalano sempre qualcosa di meraviglioso e inaspettato”. Burton Silverman è membro della Portrait Society of America dal 1999, nella sua vita ha esibito in oltre 40 mostre personali, vincendo premi, onori e riconoscimenti tra i quali il Ranger Purchase Awards nel 1965 e nel 1983. Le sue opere sono conservate in 32 collezioni pubbliche e sono parte di importanti collezioni sia pubbliche che private. Dal 1993 tiene conferenze nei musei e nei corsi di laurea sul tema dell’arte realista.
Il primo pomeriggio è proseguito con la dimostrazioni di David Kassan e Shana Levenson che hanno esplorato la complessità e le differenze nel rappresentare la figura di un bambino rispetto ad un adulto. David Kassan è l’artista talentuoso che ha realizzato il magnifico progetto “Facing Survival”, realizzato grazie al The USC Fisher Museum of Art ed alla The USC Shoah Foundation, in onore dei sopravvissuti all’Olocausto. Shena Levenson è parimenti un artista di grande livello che dipinge soggetti differenti, il più delle volte autoritratti e donne avvolte da accessori e abiti dipinti con una precisione tale da sembrare veri.
Galeotto fu per loro l’incontro alla Portrait Society of America di sei anni fa a seguito del quale dopo alcuni anni di fidanzamento si sono sposati a novembre dell’anno scorso. Perdutamente innamorati e pieni di gioia per la vita hanno rappresentato il ritratto di loro figlio. Mentre David Kassan si è concentrato su un lavoro ad olio Shana Levenson ha optato per un disegno a carboncino.
Come per tutte le altre coppie delle varie demo in programma durante questi quattro giorni di convention, anche loro sono concordi sul fatto che ognuno possiede il proprio stile e la propria tecnica personale, che non è una questione di giusto o sbagliato quanto piuttosto una questione di approccio differente e di gusti nell’utilizzo di un materiale o di un brand piuttosto che un altro. Fondamentale anche per loro è l’affinamento del disegno e la conoscenza artistica dell’anatomia. Tra una chiacchiera e l’altra non solo in ambito tecnico artistico, i coniugi si sono soffermati anche su alcuni temi importanti tra i quali i cambiamenti che l’epidemia ha portato e la necessità di affidarsi al digitale con un occhio di riguardo per i social e per l’uso di macchina fotografica e videocamera che aiutano l’artista nella pubblicizzazione del loro lavoro o nella realizzazione di una workshop.
Infine, per il “trittico delle delizie” dell’ultima giornata di convention, la Portrait Society of America ha previsto; Un incontro introdotto dalla bravissima scultrice Mardie Rees e dalle talentuose artiste Tina Garrett e Anne Rose Bain che hanno affrontato un tema molto caro di questi tempi: la promozione del proprio lavoro attraverso i social network che oltre ad essere un importante mezzo di comunicazione possono diventare anche fonte di rendita.
Scott Burdick e la moglie Susan Lyon hanno invece messo in risalto le cose “da fare” e “da non fare” nell’esecuzione di una composizione artistica attraverso l’analisi di alcuni lavori inviati per lo scopo dagli utenti: il numero di opere disponibili all’analisi da parte degli artisti era limitato ma il pubblico in ascolto ha potuto prendere nota di tutte le informazioni e i suggerimenti impartiti che in fin dei conti riguardo tutti.
Infine, ma non per importanza, quanto semmai il contrario la Portrait Society of America ha intrattenuto una lunga “conversazione restrospettiva” con Daniel Sprick: “Uno Sguardo attraverso il Mio Processo e i Miei Dipinti. All’artista di Denver, due anni fa la PBS gli ha dedicato un documentario dal titolo: “Daniel Sprick: Pursuit of Truth and Beauty”.
Daniel Sprick, ha studiato con Ramon Mitchell Froman, pupillo di Johan Singer Sargent ed è un artista come pochi, basta vedere la delicatezza e la precisione delle sue opere per capirlo; una una di quelle persone introverse che dietro ai suoi silenzi si nasconde la grande capacità di cogliere le sottigliezza della vita nelle su infinite sfumature, ed è qui che si scopre sensibilità dell’artista che emerge chiaramente nel percorso artistico dei suoi lavori. La conversazione prende spunto o viceversa dalla messa in risalto di alcuni lavori di Sprick e del suo modo raffinato di vedere l’evolversi degli eventi, riuscendone a cogliere la bellezza collaterale come si può notare nella rappresentai del padre nella malattia.
Sia che si tratti di opere a olio, a carboncino o ad acquarello Daniel Spring mette in scena le tensioni tra interno ed esterno che prendono forma nella sua mente fantasiosa e lo vedono partecipe in luoghi resi quasi onirici dalla luce e nei quali in molti casi appare l’immagine della morte che si camuffa in un albero, di concretizza alle spalle di una donna o prende forma dal nulla. Ed oltre alla orte, lui, l’artista che si abbandona alle fantasie dell’essere San Daniel mentre i rami spogli fanno da corollario in un paesaggio di scena urbana nel quale in un altro dipinto comparivano due homeless, sia nei paesaggi o in stralci di angoli di casa in cui la sua figura sembra smembrasi, perdere corporeità in favore dell’evanescenza che lo vede come un visitatore immaginario nello scorrere di questa vita lenta e pigra in cui le fantasia si affollano nella mente per finire sulla tela.
Nel suo incedere lento ed introverso racconta agli spettatori, attraverso i suoi lavori, la sua vita, il suo pensiero e perchè no, il suo misticismo che lo classificano in assoluto fra i talenti più grandi della sua generazione.
La XXII Convention della Portrait Society of America si chiude qui ma è già in programma la XXIII edizione che si terrà a Washington, D.C. dal 6 al 9 maggio, 2021: non mancate!