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È stata inaugurata il 18 ottobre in anteprima VIP presso il Wolfsonian Museum-FIU con sede nel quartiere Art Deco di Miami Beach, l’esposizione DECO: Luxury to Mass Market, alla presenza del Direttore Tim Rodgers e della Curatrice della mostra, l’italiana, Silvia Barisone. Gli ospiti hanno atteso l’apertura dell’esposizione fra cocktails, hors d’oeuvres e musiche anni 20/30, accolti nell’iconica lobby dell’edificio. Fiore all’occhiello della lobby è la window grille in stile Art Deco: con i suoi 20 piedi di altezza (circa 6 metri) in terra cotta smaltata e dorata è stata salvata dalla facciata del Teatro Norris in Pennsylvania, demolito per la costruzione di un fast food. La griglia è stata smantellata e portata a Miami in 110 scatole, rimontata ed esposta come degna icona dello stile Art Deco degli anni ’30 che regna ora imponente con la sua fontana nella lobby, perfettamente adattata all’ambiente. A fianco alla window grille due murales site specific LO & BEHOLD sulla sinistra della struttura e MIRA E VE sulla destra realizzati da Lowrence Wiener’s per Art Basel Miami Beach 2006.
L’esposizione temporanea è invece stata allestita al settimo piano dell’edificio ed ha messo in evidenza come lo stile Art Deco, originariamente nato dall’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, tenutasi a Parigi nel 1925, venne poi personalizzata di paese in paese diffondendosi velocemente in giro per il mondo fino a raggiungere l’America prolungandosi qui fino al 1940.
Nata come imitazione del lussuoso modello francese, l’art deco americana assunse contorni propri, ben definiti negli anni 1930, dovendosi adattare alla grande crisi economica conseguente alla Grande Depressione del 1929. In particolare fu con l’Esposizione Universale di Chicago del 1933 dal tema “Un secolo di progresso”, riferito alla celebrazione del centenario della città che l’art deco prese il volo nell’architettura e nel design americano, della Florida soprattutto poiché in sede di esposizione venne presentata l’esemplare di “casa tropicale della Florida”, pioniera dello stile modernista che metteva definitivamente la dicitura démodé ai revival dell’architettura mediterranea in voga al tempo.
Con l’esposizione di Chicago, le forme geometriche caratterizzate da cubi, sfere, linee rette e alte guglie, il colore bianco e toni pastello, l’uso di ornamenti con funzione più decorativa che funzionale, come quelli tropicali con palme, fenicotteri o richiami nautici (finestre a oblò) e soprattutto le insegne al neon sono solo alcuni degli elementi che ridefinirono l’architettura di Miami aiutandola grazie al turismo a riprendersi dalla crisi del secolo. L’America in generale personalizzò l’art deco forgiandolo sui modelli di produzione di massa dallo stile aerodinamico caratteristico ed onnipresente sia nell’architettura di Miami Beach, sia nella produzione di oggetti d’uso comune fatti in materiali più economici come la bakelite e l’acciaio cromato, arrivando a fondersi nei contorni dello Streamlining Modern, con le sue forme curve, le lunghe linee orizzontali ed elementi nautici che entrarono nelle case di ogni famiglia media americana.
Nell’esposizione temporanea sono presenti pezzi da novanta come L’Oiseau de Feu di René Lalique, posate in argento prodotte a Deauville da Jean Puiforcat, Fabric Sample La Chasse di Raul Dufy, un meraviglioso esempio di scrittoio in noce australiana di Maurice Adams, il catalogo de “La creation moderne editée par la erbe d’Or a Parigi”, design di Pierre Carrel, (immagine di locandina dell’evento), il piatto Le Attività Gentili di Giò Ponti by Richard Ginori, la lussuosa Chair from le Grand Salon of the SS Normandie di Jeanne Maurice Rothschild, alcune locandine e poster tra cui quello de La Compagnie General Transatlantique, Planter di Zulimo Aretini in terracotta, Urn di Umberto Bellotto, Parfume Bottle “Le Narcisse Noir” disegnato per Caron da Baccarat, la bottiglietta di profumo “Bouchon Mûres”, la scatola da toilette “Quattre Scarabées” e il porta cipria “Le Fleur d’Amour” di René Lalique, “Clock Display” di Henry Dreyfuss, lo scrittoio e la sedia color oliva di Kem Weber, la brocca Skyscraper di Louis W.Rice, un fonografo RCA Victor Special model M di John Vassos, Alfred Weiland e Selten T.Williams, brochure e postcard raffiguranti hotel ed edifici originali del tempo a Miami Beach e un rendering su disegno del Delano Hotel nonchè la presentazione della casa tipica della Florida con alcuni mobili ed un porta riviste disegnato dalla MCKay Company.
Un’esposizione con pezzi da novanta richiamati da varie parti del mondo che completa la già ricca collezione del museo allestita al quinto piano.
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