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L’articolo giornaliero si apre con la proclamazione dei vincitori della XXV edizione della The Art of The Portrait: la conferenza annuale istituita dalla Portrait Society America che ha celebrato quest’anno il suo XXV anniversario.
L’evento celebrato come da consuetudine, al termine del Gala Banquet and Awards Presentation del XXV anniversario dell’istituzione, ha celebrato, fra gli altri, i vincitori della prestigiosa “International Portrait Competition” che sono stati: Shane Wolf, con l’opera “Distanciation” nella sezione disegno; Joe Lou, con l’opera “Hsin P. Soh”, nella sezione scultura e Alex Venezia con l’opera “Autumnal Hymn” nella sezione pittura.
La vincitrice del People Choice Award è stata Ruth Fitton con l’opera “The Abduction of Time”.
Il vincitore del prestigioso e ambito Draper Grand Prize, 2023, è stato l’artista australiano Paul Newton, che, con l’opera “Self-portrait in Lockdown”, ha ricevuto il cospicuo premio di $ 50.000, dichiarando emozionato: “La mia vittoria la dedico alla mia famiglia e a tutti gli australiani che come me hanno vissuto il lungo e restrittivo lockdown imposto dal governo australiano”.
A fare da filo conduttore nella maggior parte delle sessioni dimostrative della giornata è stato il tema della pittura da referenza fotografica. Un tema che è sempre stato motivo di discussione fra gli artisti ancor prima della pandemia da COVID-19 che ne ha ulteriormente amplificato il suo utilizzo.
Una modalità che oggi giorno può risultare utile a prescindere, se approcciata in maniera corretta anche dagli artisti che prediligono la rappresentazione dal vero.
La prima sessione -discorsiva- della giornata, dal titolo “Moving Targets” ha visto come protagonisti: James Gurney, Michael Shane Neal, Mary Whyte e Wende Caporale.
Attraverso vicissitudini personali e aneddoti -anche divertenti- i quattro, facendo riferimento alla loro esperienza pittorica, hanno messo in risalto i pro e i contro di questo approccio alla pittura che ha assunto livelli molto alti. “È molto utile utilizzare le fotografie come risorsa”, ha dichiarato Michael Shane Neal portando esempi concreti sia personali che di altri artisti, fra i quali il suo mentore, Everett Raymond Kinstler.
Portando ad esempio il lavoro svolto per il progetto “We: The People” Mary Whyte ha dichiarato come la fotografia rappresenti una delle quattro risorse delle quali tiene conto nella realizzazione dei suoi dipinti. Le altre risorse sono: la pittura dal vivo, i ricordi e l’immaginazione. “La mia pittura è una combinazione di questi quattro elementi, ma la mia fonte prioritaria rimane sempre e comunque quella di un “genuino approccio umano alle persone”, che consente di mettere a fuoco elementi la cui complessità non può essere colta da uno statico scatto fotografico, che può essere invece utilizzato a complemento” , ha dichiarato la Whyte.
L’utilizzo della memoria e dell’immaginazione sono invece gli elementi caratterizzanti nel processo artistico di Wende Caporale che utilizza la fotografia esclusivamente come supporto aggiuntivo nella realizzazione delle sue composizioni.
Di parere differente è l’artista James Gurney che ha dichiarato di preferire la realizzazione di video registrazioni alle immagini fotografiche, in quanto la loro dinamicità -in contrapposizione alla staticità della fotografia- consente di mettere a fuoco particolari che possono sfuggire all’occhio umano, focalizzato a catturare l’essenza della persona. “Attraverso il video è possibile capire esattamente ciò che si deve dire nella pittura”, ha dichiarato l’artista.
Di parere differente è Max Ginsburg, “il pittore della gente”, una delle voci narrative più importanti del nostro tempo. Con una notevole apertura mentale e una spiccata flessibilità di pensiero – paradossalmente in contrasto con i suoi novantuno anni di età, che lo collocano quasi in un’altra epoca- Max Ginsburg sostiene che l’utilizzo delle immagini fotografiche è un processo il più delle volte sottostimato dagli artisti ma che, al contrario, può risultare molto utile nella rappresentazione di elementi di sostegno -come il background e i dettagli.
Ginsburg opera tuttavia un distinguo fra: “candid photo”, realizzate maniera spontanea fra le strade di New York e i “photo shooting”, realizzati invece in studio con obiettivi prestabiliti e finalizzati ad una precisa costruzione pittorica.
Partendo dal presupposto che le persone che abitano le sue composizioni -soprattutto quelle complesse come, “The Bus Stop” sono ritratte singolarmente in studio e “assemblate” insieme nella composizione finale, Ginsburg sostiene che: “Insegnare non è solo una questione verbale ma è anche mostrare un ‘immagine fotografica che contiene centinaia di parole condensate: bisogna solo scegliere cosa dire ed estrapolarlo, modificandolo a proprio piacimento a seconda delle necessità compositive”.
Suchitra Bhosle e Scott Burdick sono stati i protagonisti della sessione “On the Road”, realizzata a partire da referenze fotografiche scattate personalmente durante un soggiorno in India, terra natia della Bhosle.
Lavorando con una ricca palette cromatica, caratterizzata da due stili pittorici distinti, i due hanno messo in evidenza la bellezza e il folklore della cultura indiana, ampiamente percepibile dalle loro opere.
“Amo incontrare le persone ed ogni scusa è buona per dialogare e interagire con loro e conoscere la loro cultura e la le loro storie. Dialogare e interagire sono per me l’essenza del viaggio”, ha dichiarato Scott Burdick che definisce il viaggio come: “l’esaltazione all’ennesima potenza dell’esperienza umana”.
Suchita Bhosle invece sostiene che attraverso l’esperienza del viaggio emerge tutta la bellezza della singolarità umana: “Tutte le persone vanno nel medesimo posto eppure ciascuna di loro focalizza l’attenzione su un qualcosa di diverso: è una questione di sensibilità personale che emerge in seguito nei dipinti ”said the artist.
Rapportandosi sempre con gentilezza e rispetto, sia Burdick che la Boshle, sostengono che disegnare o dipingere sul posto invita la gente ad interagire, creando una connessione che è impossibile stabilire attraverso la sola immagine fotografica. Ed è attraverso questa connessione, fissata nelle centinaia di fotografie scattate da entrambe gli artisti, che emergono sfumature emotive che bypassano la staticità della fotografia arrivando al cuore dello spettatore che osserva il dipinto finale.
Secondo Burdick per poter ottenere una corretta immagine fotografica, specie se della figura umana o del ritratto in particolare, è necessario scattare ad una distanza di sei feet, in modo da non distorcere l’immagine.
Secondo l’artista Dominique Medici realizzare un “Quick Sketch with a Limited Palette” è un valido sistema per semplificare le forme e i valori tonali. Dotata di uno spiccato spirito propositivo, dopo aver puntualizzato i principi che regolamentano la realizzazione di una corretta composizione pittorica -che sono: le proporzioni, lo studio dei valori tonali e cromatici e la resa dei bordi- l’artista ha dichiarato come: “Nell’uso dei colori è tutta una questione di relazioni fra le parti”.
Nella realizzazione della composizione, alle variazioni di temperatura dei colori, ha creato una connessione tra le parti inserendo i mid tones.
Nella sessione dimostrativa di “Portrait Sketch in Pastel” l’eclettico artista Daniel Keys ha inserito un’interessante provocazione dicendo: “Quante volte avete sentito dire che è necessario strizzare gli occhi per mettere a fuoco i valori tonali? Bene, non è vero” specificando poi che l’operazione di strizzare gli occhi, fine a se stessa è inutile se non si accompagna alla comparazioni fra le parti.
L’artista, che ha realizzato il ritratto di Daisy, uno dei modelli della convention caratterizzato da tratti fisionomici molto forti ed espressivi, ha iniziato dalla realizzazione dei cinque punti in ombra dei quali tenere conto nella composizione del ritratto: la cavità oculare, la base del naso, l’upper lip, l’under lip e il mento, senza spendere tempo nella realizzazione del block-in iniziale.
L’artista, che dispone la ricca palette cromatica in maniera funzionale distinguendo i pastelli per valore tonale e cromatico, ha dichiarato di utilizzare pastelli più o meno duri -con una referenza per questi ultimi – che varia a seconda delle fasi compositive: più morbidi nelle fasi di stesura iniziale e più duri nella resa dei dettagli.
Nella loro sessione dimostrativa: “Strengthening Drawing Skills” Dawn Whitelaw, stimata artista e insegnante e Thomas Caleb Goggans, fra gli artisti del Face-Off, hanno focalizzato l’attenzione sulla messa a fuoco delle forme e della loro resa, a partire dalla memoria visiva: un valido esercizio sul quale la Whitelaw insiste molto durante i suoi corsi.
I partecipanti hanno realizzato dei rapidi sketches compositivi in un lasso di tempo limitato -10 minuti- sotto la guida dei due faculty members. “ Realizzare sketches in un periodo di tempo limitato aiuta a definire le big shapes evitando di perdersi nei dettagli” ha dichiarato Whitelaw. “Enfatizzando l’unità degli effetti e la drammaticità che si può ottenere attraverso la semplice enunciazione delle ombre e delle luci, si enfatizza ciò che è essenziale” ha aggiunto Goggans.
L’ultima dimostrazione della giornata è stato un evento da ricordare: gli straordinari Rose Frantzen e Jeff Hein hanno realizzato una dimostrazione dal titolo: “All Things Art”.
I due singolari artisti -che non necessitano di presentazioni proprio per il dinamismo tecnico e linguistico che li caratterizza- non hanno dispensato insegnamenti particolari quanto piuttosto hanno realizzato un vero e proprio show in cui il divertimento ha regnato imperante dall’inizio alla fine in un costante scambio di battute e provocazioni che hanno fatto divertire il pubblico. Mentre la tecnica della Frantzen è caratterizzata dall’astrazione totale con la quale si approccia, soprattutto, nelle fasi iniziali della composizione, Jeff Hein ha eseguito il ritratto in maniera più rigorosa con un underpainting realizzato dall’interno verso l’esterno e sul quale ha poi steso il colore. I risultati finali sono stati due ritratti unici e distinti in termini di armonia cromatica: ricca e vibrante per la Frantzen, che ha utilizzato i caratteristici oil stick di Sennelier; e più tradizionale per Hein che è stato definito:” A Reinaissance man in the XXI century” dalla Frantzen, amica di lunga data.
A far da ciliegina sulla torta per questo evento unico nel suo genere è stata la modella che ha posato per loro: la meravigliosa Judith Carducci: artista ottantottenne dotata di un notevole senso critico e di una parlantina fluente che non ha mancato di interagire con i faculty members, per i quali ha recitato la meravigliosa poesia di Rudyard Kipling, (che trovate alla pendice dell’articolo).
La serata si è conclusa con il Gala Banquet and Awards Presentation con il quale sono stati premiati i nuovi Signature Status member e i venti finalisti dell’ International Portrait Competition” fra i quali sono stati eletti i vincitori.
Di seguito il poema, “When Earth’s Last Picture Is Painted” scritto da Rudyard Kipling, e publicato sul New York Sun, domenica 28 August 1892, recitato in maniera magistrale dall’artista Judith Carducci
“When Earth’s Last Picture Is Painted” by Rudyard Kipling
When Earth’s last picture is painted and the tubes are twisted and dried,
When the oldest colors have faded, and the youngest critic has died,
We shall rest, and faith, we shall need it – lie down for an aeon or two,
Till the Master of All Good Workmen Shall put us to work anew.
And those that were good shall be happy: they shall sit in a golden chair;
They shall splash at a ten-league canvas with brushes of comet’s hair.
They shall find real saints to draw from – Magdalene, Peter, and Paul;
They shall work for an age at a sitting and never be tired at all!
And only the Master shall praise us, and only the Master shall blame;
And no one will work for the money, and no one will work for the fame,
But each for the joy of the working, and each, in his separate star,
Shall draw the Thing as he sees It for the God of Things as They are!
TRADUZIONE:
Quando l’ultimo quadro della Terra sarà stato dipinto e i tubi saranno stati attorcigliati e asciugati,
Quando i colori più vecchi saranno sbiaditi e il critico più giovane sarà morto,
Ci riposeremo tutti quanti e la fede ci servirà – ci coricheremo per un aeon o due,
Finché il Maestro di tutti i bravi operai non ci metterà di nuovo al lavoro.
E quelli che erano buoni saranno felici: siederanno su una sedia d’oro;
Essi schizzeranno su una tela di dieci leghe con pennelli di peli di cometa;
Troveranno dei veri santi da cui attingere – Maddalena, Pietro e Paolo;
E lavoreranno per un’eternità senza stancarsi mai!
E solo il Maestro ci loderà, e solo il Maestro ci biasimerà;
E nessuno lavorerà per i soldi, e nessuno lavorerà per la fama,
Ma ognuno per la gioia di lavorare, e ognuno, nella sua stella separata,
Disegnerà la Cosa come La vede per il Dio delle Cose così Come Sono!
(on the title: The final works demonstration by Rose Frantzen and Jeff Hein)