This post is also available in:
È un altro pezzo da novanta del panorama dell’arte contemporanea ad aprire la terza giornata della XXIII edizione della (The) Art of The Portrait della Portrait Society of America: Burton Silverman, artista novantatreenne, punto di riferimento nella “costruzione credibile” del ritratto, con tante storie da raccontare.
L’approccio che l’artista ha avuto nel corso della sua lunga carriera con l’uso della fotografia come supporto è partito dall’analisi di alcune opere lasciate in eredità dalla tradizione pittorica: Caravaggio, Van Dick, Jan van Eyck, Windsor Castle, ma anche di artisti meno conosciuti come Marthe De Florian (1864-1939) e l’autodidatta Robert F.Blum (1857-1903).
Nell’eredità della storia del ritratto emerge come i ritratti si sono sempre basati sull’occhio del ritrattista, basato sulla natura.
“La fotografia non mente, ma spesso non dice la verità”, dice Silverman menzionando cinque storie di ritratti su commissione che ha realizzato negli ultimi anni e dei quali afferma: “L’uso della macchina fotografica nel completamento della pittura è stato un mix di piacere e dolore”, afferma Silverman.
Menzionando cinque esempi di commissione ricevuti racconta di come si sia trovato in difficoltà nell’adempiere al suo ruolo di “narratore” durante la pandemia e di conseguenza costretto ad usare le fotografie per dover completare il ritratto su commissione.
”Fare un’opera d’arte di prim’ordine, un ritratto, in questo periodo della storia dell’arte può essere la sfida più difficile di tutti i talenti”, dice l’artista, asserendo che: ”le fotografie fanno parte del processo”, ma preferisce relegare il loro uso alla rappresentazione del background e dei particolari.
Amore e pazienza sono alla base della dimostrazione multimediale LIVE di Mardie Rees, scultrice, e Anna Rose Bain, pittrice.
Le due artiste hanno offerto spunti straordinari per la realizzazione di un ritratto/ scultura che e si è focalizzato su un tema molto richiesto dalle partecipanti: la costruzione del ritratto di un viso infantile. Un argomento difficilmente trattato durante le demo per via della difficile realizzazione e con un’anatomia completamente differente rispetto a quella degli adulti.
Modella d’eccezione per la demo è stata l’esuberante Cecilia, figlia della Bain: una splendida bambina uscita da un quadro del 1800.
“Tutto è magico e imperfetto” sostiene Mardie Rees riguardo all’imprevedibilità della diretta live combinata ai bambini. “Adoro fare sketches ai bambini perchè amo le loro espressioni” dice invece Anne Rose Bain che si considera fortunata ad essere mamma perchè ha la possibilità di studiare i bambini ogni giorno.
La demo procede in maniera differente per la Bain che realizza sketches ad olio da angolazioni differenti mentre la Rees porta avanti il suo lavoro avendo la possibilità, in questo modo, di lavorare su tutti i lati.
Con la padronanza tecnica e il tratto vibrante e inequivocabile Robert Liberace ha ritratto la figlia Celia, LIVE, abbigliata in un corpetto appositamente realizzato da Celia per l’occasione.
Celia, come l’intera famiglia Liberace del resto, oltre ad essere una modella molto interessante -a proposito della quale il papà dice:” Amo lavorare con Celia, è molto brava anche se è ingannevole ritrarre qualcuno che si conosce bene” dice Robert Liberace- è anche la vincitrice -con l’opera A Broken Curse- della Future Generation Competition della (The) Portrait Society of America di quest’anno. Bella e anche molto brava.
Durante la demo, Robert Liberace ha guidato i partecipanti nel suo particolare processo di creazione nel quale:” le singole parti contribuiscono alla creazione del tutto in maniera armoniosa”.
I suoi lavori, sia che si tratti di olio, come in questo caso, piuttosto che di carboncino o pastello, riescono sempre a comunicare freschezza e spontaneità grazie alla sprezzatura, allo sfumato e alla linea calligrafica con la quale realizza i suoi contour, che rappresentano, con il modo di evidenziare le masse, anche la sua signature. Maestro nella gestione dei toni caldi e freddi, a chi chiede se predilige la conoscenza anatomica o la percezione visiva, nella composizione, risponde: ”Osservo molto e credo nella capacità di osservazione dell’occhio umano. La conoscenza poi focalizza i passaggi logici della teoria, del colore e della composizione”.
La giornata di convention si è conclusa nel migliore dei modi, con la cerimonia di premiazione della Portrait Society of America.
Mary White e Michael Shane Neal, hanno rispettivamente premiato: i vincitori del Signature Status awards (Robin Cole, Joseph Daily, Qiyu Dong, Katherine Galbraith, Johanna Harmon, Carol Peebles, Kishor Purekar, Timothy Rees, Nathaniel Skousen, Jennifer Welty, and Amy Werntz); i Certificate of Excellence Awards (Ayuesh Kumar Agarwal, Jared Brady, John Buxton, Jie Cai, Casey Childs, LeaAnn Cogswell, William Downey, Riley Doyle, David Gluck, Thomas Caleb Goggans, Ryan Gondarowski, Liz Harris, Tusai Isty, Brendan Johnston, Joshua LaRock, Damien Lechoszest, Karen Offutt, Corey Pitkin, Mary Qian, Mary Sauer, Nathaniel Skousen, David Tanner, Susan Wakeen, John Seibels Walker, Jian Wang, Amy Werntz, Dei Zhang) e i finalisti della International Competition (Olena babak, Anna Rose Bain, Julie Bell, Scott Burdick, Louis Carr, Joseph Daily, Thomas Caleb Goggans, Morgan LaPlate, Paul Newton, Cesar Orrico, Pavel Sokov, Stephanie Paige Thomson, Konstantin Zhulin, Timothy Rees -2nd Honor Award-, Louise Weir -1st Honor Award- Fengshi Jin -5th place-,Olga Krimon -4th place-, Susan Lyon -3th place-, Ernest Wood – 2nd place- Oliver Sin -1st Place Drawing and People’s Choose Award- Brittany Ryan -1st Place Sculture-, Frances Bell -1st Place Painting-, Annie Murphy-Robinson -William F.Draper Grand Peize Award-). A Dawn Whitelaw è invece spettato il compito di conferire l’ambita Golden Medal, la massima onorificenza della Portrait Society, consegnata quest’anno ad un visibilmente emozionato Max Ginsburg che ha commentato:” Questa medaglia significa molto per me perchè rappresenta il lavoro di una vita. E ringrazio mio padre che mi ha insegnato a disegnare e a dipingere dal vivo”.
(detail from the title) Mira Larraz by Burton Silverman, 2001. 24 x 18 ‘, Coll.Julio and Pilar Larraz)
.