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È un viaggio tra l’onirico e il reale quello compiuto da Stefano Ogliari Badessi che espone, in esclusiva per il DAM -The Directed Art Modern– di Miami, la sua prima personale in America A Tribe from Wonderland. L’esposizione è, con alcune novità, un mix di opere provenienti da diverse esposizioni tenute attorno al mondo: A tribe from Wonderland, che ha avuto uno straordinario successo a Crema, Italia, sua terra natale, nel settembre 2019 raggiungendo un numero di persone pari a 15000 visitatori in soli 10 giorni. Oltre a questa ci sono reminiscenze delle Spherycal Post Card, una serie di sfere tematiche che raccontano di particolari argomenti relativi alla China (il cibo, il capodanno cinese, ecc…) e della Stendhal’s Syndrome, tenute a Hong-Kong nel 2014.
Stefano Ogliari Badessi è un artista Italiano che ha fatto la sua gavetta artistica studiando al liceo artistico della città per poi approdare all’Accademia di Brera dove si è diplomato in scultura, per finire il Progetto Erasmus a Sevilla (Spagna) dove ammette di avere imparato i fondamentali dell’arte impartiti con estremo rigore.
Di lui si potrebbe dire che è un artista nomade, non tanto per i viaggi culturali che ha compiuto, per piacere e curiosità, quanto piuttosto per il suo modo di essere poco incline alla vita da artista da studio. L’idea artistica di Stefano, che si è fatta strada nel tempo, è infatti quella di viaggiare e comporre opere artistiche con materiali facilmente reperibili sul posto o che siano facilmente trasportabili nelle due valigie (quando non è una) che si porta appresso spostandosi.
Due valigie, tecnica, creatività e l’arte è fatta.
Certo non manca poi il lavoro manuale che non lo spaventa: Stefano sta lavorando alla sua creatura da dieci giorni per dodici ore al giorno.
Ecco così che le sue opere prendono forma attraverso borsine di plastica e scotch che diventano gonfiabili giganteschi (come quello interamente dorato realizzato in China nel 2014 per Swatch) o, come nel caso dell’installazione prodotta per la sua personale al DAM, con l’utilizzo di tondini e reti da cantiere, materiali riciclati dalla spazzatura e scarti di produzione delle preziose (e famose) sete italiane di Mantero 1902.
Attraverso le mani e la mente di Stefano Ogliari Badessi i mille colori delle sete, materiali di scarto che, dopo il processo di caricatura su bobina della seta tessuta, andrebbero buttati, prendono vita e diventano il tessuto epiteliale di cui le sue creature (o mostri?) si compongono. Creature che diventano suggestione e vanno ad alimentare la curiosità e l’immaginazione della gente, soprattutto quando sono trasportate in giro per la città in bicicletta (fungendo anche da arte performativa), come è già avvenuto e come accadrà durante la Miami Art Week per le strade di Wynwood, Little River e Design District. Ma le opere di Stefano Ogliari Badessi si potranno vedere anche per l’intera durata della fiera allo SCOPE -padiglione D03-, al Sagamore Hotel di Miami Beach il 5 Dicembre e soprattutto al DAM che sarà la sede ufficiale della sua personale, dal 29 Novembre al 31 Dicembre 2019.
Il rapporto fra il DAM e Stefano Ogliari Badessi è cominciato molti anni fa quando la Direttrice del DAM, Melanie Prapopoulos lo ha ufficialmente richiesto per la sua galleria, sulla scia dell’opera Spherycal Post Card, prodotta in Cina. Da allora, complice il profondo rispetto che il DAM ha per gli artisti e l’ottimismo che Stefano Ogliari Badessi trasmette, il loro rapporto continua a gonfie vele: “Cresciamo insieme un pò ogni volta” dice l’artista.
Partito per la Cina con l’idea di fermarsi un paio di mesi l’artista si è fermato oltre due anni, ed ha avuto la possibilità di collaborare con Swatch entrando a far parte del The Swatch Art Peace Hotel, hotel storico costruito nel 1908 con il nome di Palace Hotel e in seguito diventata residenza artistica a cinque stelle messa a disposizione della Swatch allo scopo di riunire artisti da tutto il mondo per vivere un ambiente culturale unico dedicato all’arte contemporanea nella straordinaria città di Shanghai.
Il focus della residenza è lo scambio creativo ma la creatività di Ogliari Badessi ha trovato una perfetta sintonia con l’ottica Swatch che l’ha voluto al suo fianco per ben quattro anni, e con il quale ha partecipato alla 56ma Biennale di Venezia (2015) e ad una molteplicità di altri eventi in giro per il mondo, fra i quali il Faces&Trace by SWATCH nello stesso Art Peace Hotel di Shanghai, e un’opera interamente dorata composta da sacchetti di plastica e scotch del 2014.
In occasione della Miami Art Week 2017 ha allestito un gigantesco gonfiabile rosso di tessuto cucito al 40mo piano dell’EAST Hotel, che ha trasformato lo Skyline di Brickell con l’intenzione di sostenere l’arte nei luoghi pubblici.
In terra natale ha avuto la possibilità nel corso degli anni di realizzare opere che hanno alimentato la curiosità della gente italiana, sorpresa dall’arte intesa come installazione da vivere. Fra le sue opere a tal proposto c’è l’installazione immersiva RED – Emotional Space, interamente in tessuto rosso ed allestita per La Biennale di Soncino, a Marco (2015) nel fossato della Rocca di Soncino, dove, attraverso le segrete del castello era possibile accedere fisicamente ed interagire con l’opera: un’universo completamente rosso.
Per la Miami Art Week l’artista ha allestito una grande creatura immaginaria, che si muove entro i confini del sogno e dello sciamanesimo, la pratica spirituale più antica conosciuta dall’uomo: un mezzo attraverso il quale riconciliarsi con sé stessi e con la natura, e che consente di raggiungere un senso di liberazione e armonia nella propria vita. Il mostro che “non sa dove andare” dalle sembianze a metà fra un coccodrillo ed un uccello è una creatura a due teste opposte che rappresentano la dualità (o addirittura la molteplicità) presente in ciascuno di noi: “Chi con due teste, chi con dieci, uno tira di qua, uno tira di la e più tirano e più si crea confusione che in ogni caso impedisce di muoversi e realizzare i propri sogni” dice l’artista. Mostro che, nel frattempo, in dubbio sul da farsi, si mangia unicorni (i sogni), draghi, e fette di pizza, tutto ciò che incontra sulla sua strada (e che è visibile all’interno della struttura), perchè non essendo in grado di decidere il da farsi deve sopravvivere con quel che trova: “Un vero peccato perchè, in condizioni differenti, l’unicorno probabilmente sarebbe diventato suo amico anzichè preda”, dice Stefano Ogliari Badessi.
Tante differenti iniziative quelle messe in atto dal DAM per far conoscere Stefano Ogliari Badessi che parlando del suo paese dice che è necessario alimentare il sottobosco artistico, affidando agli artisti lo sviluppo delle idee da parte delle grandi aziende. Nella speranza che il sottobosco artistico italiano cominci ad essere alimentato gustiamoci Stefano Ogliari Badessi in mostra al DAM e per le vie della città di Miami.
(In the title: I Don’t Know Where To Go by Stefano Ogliari Badessi for DAM, Miami in the Design District).
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