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Il “Breakfast in the Park”, organizzato come di consueto dal Patricia and Phillip Frost Art Museum – FIU è uno dei vari eventi, organizzati puntualmente da musei e collezionisti, che sanciscono ufficialmente la fine della Miami Art Week.
Dopo la retrospettiva su Bob Dylan dello scorso anno il Patricia and Phillip Frost Art Museum – FIU ha accolto gli ospiti della Miami Art Week con tre differenti esposizioni.
Al primo piano del museo c’è la mostra dell’artista di origini peruviane Rafael Soldi che ha fatto il suo debutto nelle sale espositive di un museo con la mostra: ”A Body In Transit”. Nell’’esposizione, basata su opere fotografiche -principalmente ritratti di soggetti maschili con gli occhi chiusi che rappresentano metaforicamente la lunga riflessione identitaria- Soldi, affronta i temi della fragilità, della lotta e della resilienza che lo accomunano, nella sua personale esperienza di immigrato queer, al vissuto di molte altre persone in bilico con il concetto di mascolinità e identità personale.
Il secondo piano del museo è dedicato invece a due mostre: “Rembrandt Reframed” in esposizione fino al 8 gennaio, 2023 e “In the Mind’s Eye, Landscapes of Cuba” in esposizione fino al 15 gennaio, 2023.
Nella mostra “Rembrandt Reframed” alle 22 stampe postume dell’artista olandese Rembrandt van Rijn (1609-1699), in prestito dalla collezione del Georgia Museum of Art, sono associate le opere degli artisti contemporanei: Charles Humes, Jr., Jennifer Printz e Wanda Raimundi-Ortis, che con il maestro condividono gli approcci discostandosi, anche drammaticamente, sia nella tecnica che nei concetti rappresentati.
Oltre ai dipinti per i quali Rembrandt è considerato fra gli Old Masters d’eccezione, l’artista ha lasciato il segno anche nell’ambito dell’incisione, che ha saputo spingere ben oltre i confini raggiunti ai suoi tempi, ricercando -tanto nell’ago per l’incisione quanto nella pennellata- i valori tonali, la profondità e la consistenza delle opere d’arte.
Tuttavia le stampe presentate in mostra sono state realizzate dal commerciante francese Pierre François Basan nel 1786, che aveva acquistato una collezione di lastre di rame incise da Rembrandt. La rinomata qualità delle incisioni hanno fatto si che la produzione continuasse fino al 1808 con il figlio di Basan, Henri Louis.
La mostra mette in rapporto particolari temi, evinti dalle incisioni dell’artista, con le opere degli artisti contemporanei: Charles Humes, Jr., Jennifer Printz e Wanda Raimundi-Ortis.
Alle immagini religiose di Rembrandt, che raffiguravano prevalentemente scene illustrative tratte dell’Antico e del Nuovo Testamento della Bibbia, si contrappongono le immagini realizzate dall’artista di Miami Charles Humes, Jr..
I temi di Humes, Jr., artista multidisciplinare pluripremiato e insegnante di vecchia data, vertono sul rapporto tra religione e vita contemporanea, che risentono in particolare dell’influenza delle lotte per i diritti civili degli anni ’70 e ’80.
L’artista Jennifer Printz, per la mostra ha realizzato delle opere che espandono le possibilità del mezzo incorporando, come di consueto nella sua pratica: il disegno, l’incisione e la fotografia. Come Rembrandt -noto per la sua attenzione ai dettagli e alle linee intricate- anche la Printz, nelle sue acqueforti astratte, ne condivide il rigore tecnico espandendo però la rappresentazione tradizionale delle incisioni storiche, a riflessione sulle strutture invisibili dell’universo.
Pur avendo rappresentato sulle incisioni anche degli studi sulla madre e sulla moglie Saskia, per Rembrandt i ritratti erano per lo più la proiezione di ruoli archetipici di individui in costume d’epoca. L’artista Wanda Raimundi-Ortis, che nella sua pratica abituale intreccia performance e ritrattistica indossando sontuosi abiti d’epoca, si interfaccia con la rappresentazioni dei volti famigliari di Rembrandt ponendo particolare enfasi, a differenza di Rembrandt, ai ritratti di famiglia, che realizza prevalentemente a carboncino e a pastello.
Tuttavia, il fiore all’occhiello del Patricia and Phillip Frost Art Museum, per la Miami Art Week 2022, è la mostra “In the Mind’s Eye, Landscapes of Cuba”.
La FIU -Florida International University, è la sede del più importante centro di ricerca per le popolazioni cubane e cubano-americane della nazione. Il che non è una casualità, poichè la maggior parte dei cubani giunti in terra americana per scappare al regime castrista, giungevano sulle coste della Florida passando per la “Freedom Tower”: il luogo di rifugio per i cubani in fuga dalla Rivoluzione del 1959. Per la sua importanza la Freedom Tower è stata designata, nel 2008, “U.S. National Historic Landmark”.
La mostra, che espone opere di artisti del XIX secolo, dell’inizio del XX secolo e di artisti contemporanei, invita il pubblico ad importanti conversazioni in termine di razza, schiavitù, genere, colonialismo e guerra. Da un lato l’esposizione pone enfasi sulla storia cubana, dall’altro riflette, la storia che ha legato gli Stati Uniti a Cuba, affrontando l’evoluzione e la complessità dei rapporti economici, politici e sociali,che ha unito i due Paesi.
“In the Mind’s Eye, Landscapes of Cuba” offre una lettura su più livelli della relazione tra Cuba e gli Stati Uniti nella quale, non solo è messa a confronto la percezione degli eventi che affiancano ad immagini pastorali e serene immagini di storia della razza, schiavitù e paesaggi storici cubani, ma offre un interpretazione più ampia del tema reso attraverso le opere di: artisti cubani che l’hanno vissuta, artisti statunitensi che -tra realtà e immaginazione- hanno rappresentato la loro visione di Cuba e artisti di seconda generazione che hanno rappresentato Cuba basandosi sui racconti resi dai membri della famiglia.
La mostra è stata resa possibile anche grazie al contributo di Terra Foundation for American Art, della Fondazione Darlene M. e Jorge M. Pérez., e soprattutto della famiglia Cernuda, proprietaria della omonima galleria specializzata in opere d’arte di artisti cubani.
Facendo una premessa necessaria per quanto riguarda l’accezione del termine “paesaggio” che è utilizzato nel significato più ampio dell termine, l’interessante approccio con la quale è stata allestita la mostra mette in risalto le opere di importanti artisti americani come Winslow Homer, William James Glackens e Frederic Remington, che hanno rappresentato l’isola mettendone in risalto le peculiarità in maniera coerente con lo stile che li ha caratterizzati. Homer, in particolare, ha focalizzato la sua attenzione sull’identità di Cuba, resa attraverso la rappresentazione ripetitiva delle caratteristiche palme reali (Cuba vanta la più complessa biodiversità dei Caraibi sull’isola esistono 100 specie diverse di palme, 90 delle quali sono indigene) o attraverso la dettagliata rappresentazione architettonica delle case coloniali nelle quali la figura umana passa in secondo piano.
Il pittore realista William J.Glackens, in missione sull’isola per documentare l’invasione statunitense per la rivista McClure, ha realizzato degli schizzi con i quali ha in seguito dipinto l’esercito americano che carica i cavalli sulle navi da trasporto a Port Tampa.
Le immagini di guerriglia a cavallo di Frederic Remington si riferiscono invece alla sua esperienza a Cuba nel 1898. Essendo figlio di un veterano della guerra civile americana, era cresciuto con i racconti dei campi di battaglia ed era desideroso di sperimentare le sfide della guerra, decise pertanto di unirsi all’esercito, ma il suo entusiasmo fu di breve durata poiché non essendo abituato né al rigore fisico né alla povertà della guerra si limitò ad illustrare gli eventi con la drammaticità tipica del giornalismo statunitense.
Alle opere degli artisti americani si interfacciano quelle dei grandi maestri cubani, come e August Chartrand e Aurelio Melero.
August Chartrand, è considerato il più significativo pittore di paesaggi del XIX secolo. Nelle sue opere le profonde tonalità di verde dominano le sue composizioni, diventando rappresentazioni pittoresche e rivelatrici del paesaggio cubano e della vita quotidiana.
Aurelio Melero, pittore di spicco della fine dell’Ottocento a Cuba, è stato il direttore della storica Academia Nacional de Belles Artes San Alejandro. Famoso per lo still lfe e le opere paesaggistiche, Melero rivela tutta la sua forte venerazione per la campagna attraverso l’uso di una tavolozza luminosa, con la quale esalta e onora le abitazioni modeste della maestosa campagna cubana. Le sue immagini idilliache hanno rafforzato l’idea di una Cuba bella, forte e orgogliosa.
Infine, fra i grandi artisti contemporanei emerge, primo su tutti, lo straordinario Glaxis Novae,: raffinato artista che quest’anno ha esposto anche ad Art Basel, rappresentato dalla Castillo Gallery.
Glaxis Novae nelle sue opere di rendering a grafite esplora costantemente le disuguaglianze e il rapporto tra architettura e potere. Con il suo stile, caratterizzato da disegni estremamente piccoli e dettagliati, realizzati su grandi superfici bianche, raffigura sia edifici specifici che spazi disparati nei quali sintetizza luoghi ibridi o immaginari.
Nell’opera pittorico-scultorea in mostra, Glaxis Nova alla forma modesta del basamento ha contrapposto, come sinonimo del declino fisico ed economico della città dell’Havana, un pezzo di muro recuperato da un disegno site-specific realizzato dall’artista nel 2015 per la Biennale dell’Avana.
Nell’opera mastosa al centro della stanza invece Glaxis Novae attira l’attenzione dell’osservatore sul paesaggio politico e sui recenti eventi che hanno scosso Cuba, dei quali i media non hanno assolutamenete fatto menzione, dimostrando la scarsa attenzione alle problematiche del Paese. Nell’agosto del 2022, infatti, a Matanzas, un fulmine ha colpito un deposito di carburante a che ha ucciso diverse persone tra cui i vigili del fuoco che stavano utilizzando attrezzature obsolete. Durante l’esplosione un pennacchio di fumo tossico ha inghiottito Matanzas e ha viaggiato per oltre 60 miglia fino all’Avana provocando un’evacuazione su larga scala.
Oltre Glaxis Novae sono in mostra le opere dell’artista americana Diana Fonseca Quiñones che, attraverso la stratificazione di frammenti di pittura provenienti dalle facciate di vecchi edifici dell’Avana, enfatizza uno scorcio del paesaggio urbano dell’Avana trasformandolo in una composizione astratta.
L’artista Lilian Garcia-Roig, indaga invece sulla sua storia familiare e sulla storia della botanica a Cuba in qualità di nipote di uno dei più grandi artisti botanici cubani, che ha identificato migliaia di specie di piante indigene. Gracia-Riog reimmagina le specie di piante identificate nelle illustrazioni botaniche dal suo parente e realizza, in fondo all’opera, una linea temporale nella quale ad eventi come l’arrivo di Cristoforo Colombo sull’isola affianca eventi personali e familiari, fra i quali il suo ritorno sull’isola nel 1999.
Oltre alla grande opera realizzata da Emillio Perez, “In My Garden” al centro dell’esposizione “In the MInd’s Eye, Landscapes of Cuba”, il Frost Museum espone opere che si sono aggiunte alla colllezione permanente, fra le quali ,“Only One Like You” dell’artista Kate Gilmore, e il murales realizzato dal collettivo Tratos composto dagli artisti Juan Travieso e Katerina Santos. Attraverso la forma artistica del murales, che è fiorita nel tempo, soprattutto in America, il duo vuole sensibilizzare i visitatori a riflettere circa la situazione della pantera, un animale in via di estinzione che rappresenta anche la mascotte della FlU, Florida International University.
(on the title, The Great Explosion, Matanzas, the majestic work by Glexis Novoa, 2022. Site-specific graphite wall drawing. Courtesy of the artist and David Castillo)