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Presentata alla Serpentine Gallery di Londra, l’opera di Sondra Perry, Typhoon coming on – Tifone in arrivo – sbarca per la prima volta in America al ICA – Museum of Contemporary Art -, di Miami dove rimarrà allestita fino al 04 novembre 2018.
Sondra Perry è un’artista interdisciplinare con la passione, grande, per il digitale, l’hardware e il metallo. Nata a Perth Amboy, New Jersey, si laurea alla Columbia University e vince il Gwendolyn Knight and Jacob Lawrence Prize e il Louis Comfort Tiffany Foundation Grant nel 2017. Espone in importanti musei: al MoMA PS1 di Long Island City, al Museum of Contemporary Art di Los Angeles, alla LuXun Academy of Fine Arts Museum di Shenyang, China, al LOOP Barcelona Media Arts Festival e alla Squeaky Wheel Film and Media Art Center in Buffalo.
Focus della sua lectio magistralis, la sua installazione, è esplorare l’interazione tra l’oscurità, intesa come identità nera, con particolare riferimento alla femminilità, all’eredità afroamericana e alla rappresentazione di persone di colore nel corso della storia e il modo in cui questi fattori interagiscono con la società, attraverso la cultura digitale e l’uso innovativo di video, installazioni multimediali e performances.
L’opera immersiva di Sondra Perry, occupa l’intero secondo piano del museo ed ha origine da un olio su tela di John William Turner, The Slave Ship (Slavers Throwing Overboard the Dead and Dying, Typhoon Coming On), del 1840, conservato al Museum of Fine Arts di Boston. Con l’astrazione digitale e attraverso l’utilizzo di 11 proiettori Sondra, riesce a rivestire completamente i muri interni dell’ambiente offrendo la possibilità al pubblico di vivere la sensazione di essere su quella stessa nave negriera dipinta da Turner, in preda alla collera cieca del mare inferocito, dove la forza distruttrice delle acque profetizza il sopraggiungere di un tifone, da cui il nome dell’opera. La nave cerca di allontanarsi velocemente dall’area, lasciando dietro di sè una terribile scia di detriti e di uomini dal colore scuro della pelle. Dalle catene che avvolgono le loro membra possiamo capire che sono schiavi. La scena è terribile e la drammaticità della scena è sottolineata dall’alternarsi di colori accesi e sanguigni, un viola-nero che muovendosi rappresenta il mare sanguinoso inferocito che trasmette una terribile sensazione di impotenza.
L’installazione ha una forte valenza fisica e simbolica perchè è riuscita a creare una connessione senza precedenti tra un’opera d’arte del 1840 e l’arte del XXI secolo: Partendo infatti da un quadro, per sua natura fisico e statico, Sondra Perry mediante l’open source Blenda e il Software Chroma Key Blue, tecnica di post produzione che separa lo sfondo dal primo piano, va a sostituire l’immagine statica con un’immagine in continuo movimento proiettato in macro dimensioni sulle pareti del museo.
L’opera di Turner non è stata scelta a caso perchè rappresenta la diaspora, la tratta degli schiavi. Già a suo tempo, lo stesso Turner venne a sapere dell’evento leggendo l’opera History of the Abolition of the Slave Trade di T. Clarkson e Walks in a Forest di Thomas Gisbourne e, con questo quadro volle denunciare la tratta degli schiavi africani, che continuava a prosperare negli Stati Uniti e in molti altri paesi, persino in Inghilterra, dove la schiavitù era, in teoria, già stata abolita da tempo.
La gente veniva portata con imbarcazioni alla ricerca di un futuro migliore che si traduceva in realtà in schiavitù e sfruttamento del lavoro. Temi più che mai attuali, soprattutto in Europa.
Altre opere presenti e ben delimitate da una struttura color blu come la moquette, colore ricorrente e per Sondra colore del cambiamento sono la TK – Suspicius Glorius Absence – un divano posto ad una distanza di 2 metri, – more or less 6 feet and 7 inches – spazio di socializzazione con i media da uno schermo nel quale scorrono immagini riprese con la GoPro e scorrono parole che denunciano la violenza della polizia contro il popolo nero, a patire dalla morte di Freddy Gray venticinquenne di Baltimora ed Eric Garner, quarantaquattrenne di Staten Island, morti senza reale motivo.
E due pieces interattive da lei definite “workstation”, costruite sulla base degli attrezzi da palestra che consentono attraverso l’applicazione di monitor di lavoro a strutture tipo cyclette e vogatore, di praticare attività fisica durante il lavoro routinario per rendere il corpo migliore e la persona più efficiente. In uno di questi compare la stessa Sondra Perry in versione avatar che con voce digitale alterata dice “Ci viene detto che dovremo essere all’altezza del nostro potenziale. Ma la potenzialità è dolorosa”. (We are told we should be living up to our potential. But productivity is painful).