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Un tema tutto da gustare quello del PULSE Art Fair, che per l’edizione 2019, in occasione del suo 15mo anniversario, ha optato La calma fra le palme. L’associazione calma-PULSE suona come un ossimoro e a parlarcene è Cristina Salmastrelli, nominata nel 2016 US Managing Director della Ramsey Fairs (società a capo di numerose fiere tra le quali il PULSE) e riconfermata in grande stile quest’anno a direzione della fiera. “Un’esperienza che pare essere destinata a farsi ricordare” dice Cristina che afferma come la scelta delle opere da esporre avvenga per il 50% ad opera dell’entourage PULSE e per il restante 50% ad opera dei galleristi. Di origine italiana da parte dei nonni, che vivono a Pescantina (piccolo comune veneto nei pressi del Lago di Garda) Cristina parla entusiasta di PULSE 2019, con la quale ha avuto “un’incredibile connessione”. Più che mai quest’anno il PULSE sarà in grado infatti di offrire ai suoi visitatori un’oasi di self richness in cui poter contemplare l’arte sorseggiando un cocktail signature nella wellness lounge o seduti su una pacifica amaca, magari dopo aver degustato un menu al tavolo del ristorante interno o dopo aver fatto un pò di meditazione orientale. Mille e più sfumature di quiete lontano dalla calca e a due passi dal mare in quella che si presenta oramai annualmente come la settimana più folle di Miami.
PULSE ha reso noto i nominativi delle gallerie partecipanti all’evento che saranno quest’anno 56, provenienti da America, Europa, Asia e Oceania e che esporranno i loro pezzi secondo la filosofia che sta alla base della Ramsey Fairs: creare un mercato dell’arte più accessibile ai visitatori e agli appassionati. Fra queste non manca l’Italia che sarà presente con la Tablinum Cultural Management di Bellagio: una realtà che va oltre la galleria, in grado di soddisfare le esigenze di artisti e committenti in risposta ai tempi in continua evoluzione.
PULSE 2019 andrà a beneficio dell’ICA Miami e avrà come partner mediatico ArtNet. I visitatori saranno accolti dall’opera Port-O-Potty (2011) in acciaio e alluminio di Zeke Moores, messa a disposizione su gentile concessione dalla galleria Art Mûr.
Tra i numerosi sponsors di PULSE Art Fair 2019 ci sono il NOBU e l’Eden Rock Miami Beach, neI quale oltre a trovare esposte opere facenti parte del PULSE, i visitatori del PULSE avranno offerte speciali studiate per l’evento.
Tra i vari eventi del PULSE, oltre a tour guidati e talks in duplice idioma (inglese e spagnolo), c’è il PULSE Play: la piattaforma multimediale dedicata all’esplorazione del regno digitale, che saprà condurre il visitatore in un’altra dimensione attraverso opere bi e tri-dimensionali, realtà aumentata e virtuale.
Infine, ultimo, ma non ultimo in grado di importanza il PULSE Prize: un premio di $ 2500 che va a beneficio dell’artista vincitore. Per capire esattamente il senso del PULSE Prize è possibile visionare i contenuti di PULSE Perspective presenti nel blog del website: un viaggio nella memoria dei vincitori del PULSE Art Fair, un excursus per vedere in quale direzione la sovvenzione ricevuta ha condotto gli artisti e quali risvolti creativi hanno preso in seguito. Tra i vincitori figurano Philip Gurrey, vincitore del primo PULSE Prize (2008) e la sudafricana Tony Gum (2017), ex-alumni della Fountainhead Residency di Miami.
In attesa di godere di quel pezzo di paradiso in mezzo al caos della Magic City durante la Miami Art Week non ci rimane che fare il contro alla rovescia.