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La seconda sosta di questa incredibile avventura al Plein Air Convention and Expo ha portato i PACERS all’Eldorado Canyon State Park: un tesoro nascosto tra le le imponenti scogliere di arenaria che si intervallano all’occhio degli artisti dagli alberi in prospettiva che con la loro silhouette cadenzano i bordi duri della montagna.
Sono stati proprio gli alberi il tema principale trattato in gran parte delle sessioni giornaliere delle varie sessioni dimostrative giornaliere e che sono il soggetto preferito dell’artista Steve Curry. Curry sostiene che ci sono mille modi di approcciarsi alla realizzazione compositiva degli alberi. Nel suo approccio, basato sull’uso iniziale dei valori più scuri, pone in enfasi l’importanza degli spazi in negativo che lavora mantenendo una palette cromatica più chiara nella realizzazione del cielo.
L’approccio alla pittura a partire dagli spazi in negativo è stata mostrata anche nella composizione di Lon Brauer nella quale il soggetto compositivo, delle splendide galline, hanno preso forma dalla lavorazione degli spazi in negativo.
Di diverso avviso è Terri Ford che, nella composizione a pastello, dipinge gli alberi mettendo in enfasi la loro silhouette con la quell armonizza il contrasto fra i bordi frastagliati delle montagne e i bordi morbidi del fogliame.
Per l’acquerellista Shuang-Li gli alberi costituiscono un’ornamento, in questo caso di un paesaggio lacustre. Nella composizione realizzata a partire da un underpainting leggero con il quale ha stabilito le forme focalizzando i valori tonali e cromatici di base, ha in seguito affinato i valori in base alla prospettiva. Di diverso approccio, ma dello stesso parere, gli alberi dipinti da Lori Mcnee mettono in risalto l’armonia compositiva. Supportata dalle spiegazioni tecniche di Jeff Olson, ha realizzato una composizione con una palette limitata di water mixable oils che le offrono l’immediatezza del colore.
Sono state diverse e variegate le dimostrazioni giornaliere che hanno messo i risalto l’importanza di chroma, hue e values.
L’artista Cinthya Rosen, con un background da insegnante alle spalle, ha mostrato il senso del “breaking the colors” un mantra che ha dimostrato attraverso la realizzazione del medesimo soggetto in maniera realistica ed astratta.
Jane Hunt ha realizzato una dimostrazione concettuale passando in rassegna tutti i vari fattori che concorrono nella realizzazione di un corretto approccio compositivo, basato sui concetti di valore, composizione e colore: un ottimo promemoria per tutti gli artisti che dipingono in plein air.
“La bellezza dell’acquerello è che lo puoi sistemare con l’applicazione di molteplici strati di colore” ha dichiarato l’artista Dan Marshall che ha connesso in maniera armoniosa le tonalità del cielo e della terra avendo cura di non realizzare linee rette che rendono la composizione poco veritiera.
“Sentirsi liberi di maneggiare il pennello è l’essenza della pittura in plein air” secondo l’artista Debra Huse che nella compassione ad olio ha enfatizzato i grandi contrasti del Colorado, sua terra natia, determinati dal cielo blu, le grandi nuvole, le montagne e gli alberi.
Approfittando della bellezza della primavera e della rigogliosa natura del Colorado la pastellista Kim Casebeer ha realizzato una composizione giocata prevalentemente sul verde. Nella realizzazione compositiva ha ottenuto la propria tonalità di verde, costruita con una sovrapposizione di colori stesi su un underpainting monocromatico a con la quale ha enfatizzato la poesia della composizione.
Secondo l’artista Nancy Tankersley: “La pittura è una questione di osservazione e innovazione”. Conosciuta per la capacità di ritrarre la figura umana ha mostrato al pubblico come inserire le figure nel paesaggio in maniera assolutamente armoniosa.
La sessione pomeridiana ha visto alternarsi alcune leggende viventi nel panorama artistico americano.
Il primo ospite è stato Pierre Guidetti: volto storico conosciuto nell’ambiente come “Art Supplies Historian”, e ideatore del mantra “Go Paint”. Guidetti ha realizzato un’interessante disquisizione storica con la quale ha messo in evidenza il differente concetto di plein air francese e americano dichiarando che anche la Francia si sta approcciando alla modalità americana di concepire la pittura in plein air. Guidetti, con delle slides esplicative ha passato in rassegna i personaggi che hanno contribuito a rendere la pittura inn plein air un vero e proprio movimento artistico: dal pre-impressionista Eduard Manet tra i fondatori de le Salon de Refusés, che ha messo in discussione i canoni della pittura accademica francese, all’Ecolé du Barbizon e ai grandi protagonisti sia della storia dell’impressionismo francese come: Claude Monet, Sisley, Degas, Berthe Morisot e tanti altri; sia quella americana con figure come J.S.Sargent ed Edgar Payne. Guidetti ha sottolineato inoltre come il Il punto di svolta della pittura in plein air, sia stata la nascita dei colori in tubetto e del cavalletto. Elementi che hanno cambiato radicalmente la storia della pittura in plein air.
L’artista silenzioso Daniel Sprick ha realizzato quella che i vecchi maestri chiamano “Synthetic landscape” portando in studio delle imponenti rocce che offrono l’atmosfera di un paesaggio in plein air al chiuso di uno studio e che ha rappresentato con il suo modo unico e inconfondibile di fare, cadenzato da poche parole. Daniel Sprick ha dichiarato che, soprattutto per un artista è importante auto-incoraggiarsi.
Albert Handle, leggenda vivente nella rappresentazione della natura a pastello ha focalizzato l’attenzione sull’importanza del “vedere” i colori. Un elemento che deriva da un profondo ed intimo spirito di osservazione dal quale emerge il ritmo compositivo.
Secondo Robert Masla, che ha realizzato una composizione a partire dall’imprimatura, non esiste una palette cromatica universale perchè essa varia al variare del soggetto da rappresentare che è unico e irripetibile.
Diversi son stati gli artisti che, sponsorizzati dai brands artistici hanno realizzato dimostrazioni interessanti. Fra questi Joe Gyurcsak, per Blick Art Materials che ha catturato l’essenza del soggetto partire dal background.
L’inconfondibile modo di fare di Vladislav Yeliseyev, che lavora e parla contemporaneamente senza sosta ha caratterizzato la sessione realizzata per Cheap Joe’s Art and Stuff. Secondo Yeliseyev dai piccoli incidenti di percorso nascono piacevoli effetti visivi difficilmente replicabili .
L’artista Joe Domeiner nella sua dimostrazione per Hahnemühle ha invece mostrato gli steps di produzione della carta affermando che: “La filigrana in un foglio di carta altro non è che un pezzo di carta rilegato”.
La giornata si è conclusa con la sessione critica tenuta da Lori Putnam e Stefan Bauman che concordano sull’importanza della luce e dalla narrazione della composizione che è comunque ascrivile alla luce.
L’artista Michele Usibelli ha realizzato una dimostrazione pratica conta gouache: un medium che ha deciso di utilizzare per la rapidità di esecuzione che le consente di terminare l’opera senza le soste dovute per esempio all’uso dell’olio. La Usibelli che ha sperimentato tutti i medium ha dichiarato che il suo lavoro in apparenza caotico è in realtà studiato e ben organizzato nei minimi particolari nella sua testa. Un processo che le richiede giorni di preparazione prima della sessione pratica.
L’artista Anna Rose Bain ha realizzato una splendida composizione floreale, personalmente studiata, per far “aprire” letteralmente la bellezza compositiva nella complessa armonia di luci e colori.
Ultimo artista della giornata Zufar Bikbov, ha realizzato una composizione in notturna mettendo in evidenza l’importanza della prospettiva stabilita attraverso l’utilizzo iniziale dei colori più chiari.
(on the title, a frame from the Eldorado Canyon State Park)