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Artista realista e illustratore americano, Newell Convers Wyeth (1882-1945), fu uno dei più grandi illustratori d’America le cui illustrazioni erano progettate per essere comprese rapidamente, ha creato oltre 3.000 dipinti e ha illustrato 112 libri, 25 dei quali per gli Scribner Illustrated Classic della Simon & Schuster.
Nato a Needham, nel Massachusetts i suoi nonni e genitori provenivano dalla Svizzera dove la madre ebbe modo di conoscere grandi letterati crescendo il figlio con un particolare interesse verso la letteratura e l’arte. Ha frequentato la Mechanics Arts School per imparare le basi del disegno, la Massachusetts Normal Art School (ora Massachusetts College of Art and Design) e sotto l’influenza di Richard Andrew, suo istruttore di pittura, decise di iscriversi alla Eric Pape School of Art per imparare l’arte dell’illustrazione, a proposito della quale nel 1908, disse: “Pittura e illustrazione non possono essere mescolate, l’una non può fondersi con l’altra”, una considerazione che meriterebbe di essere approfondita. Apprese l’arte dell’illustrazione da George Loftus Noyes e Charles W. Reed e quando seppe che due suoi conoscenti erano entrati nella School of Art di Howard Pyle -il “padre” dell’illustrazione americana- Wyeth si unì immediatamente al gruppo abbracciando metodi ed ideali. Pur avendo imparato la tecnica ella smaltatura da Pyle, a differenza sua, Wyeth dipingeva con tratti più veloci affidandosi a ombre inquietanti come sfondi.
Nel 1904, proprio su consiglio di Pyle, si traferì per un periodo negli Stati Uniti occidentali ai quali si è ispirato per le immagini di cowboy e nativi americani che hanno drammatizzato il Vecchio West. Trasferitosi in Colorado, ha avuto modo di avvicinarsi alla cultura locale lavorando fisicamente come cowboy: spostando il bestiame e occupandosi delle faccende del ranch. Ha conosciuto la tribù Navajo in Arizona dalle quali ha appreso usi e costumi della cultura dei nativi americani. Ma nel 1911, nonostante le sue opere sognanti, Wyeth iniziò ad allontanarsi dal western americano per dedicarsi alle illustrazioni letterarie classiche delle quali Treasure Island di Robert Louis Stevenson (1911), fu ritenuto da molti il suo capolavoro. Ha illustrato in seguito anche altri classici della letteratura, fra i quali: Robin Hood (1917), L’ultimo dei Mohicani (1919) e Robinson Crusoe (1920). Durante la sua vita Wyeth ha realizzato poster, calendari e manifesti pubblicitari per clienti importanti, come Lucky Strike e Coca-Cola, ha lavorato per la Steinway & Sons ai dipinti di Beethoven, Wagner e Liszt ed ha dipinto murales di soggetti storici e allegorici per importanti istituzioni, fra queste: la Federal Reserve Bank di Boston, l’Hotel Roosevelt, e la National Geographic Society.
Wyeth nella sua carriera ha sperimentato diversi stili iniziando con l’l’impressionismo, per poi seguire i principi divisionisti di Giovanni Segantini, e infine dedicarsi al realistico regionalismo americano di Thomas Hart Benton e Grant Wood, caratterizzato da oli sottili e tempera all’uovo. Wyeth ha prodotto molti lavori per la rapidità della loro esecuzione, lavorando spesso su una scala più ampia del necessario, adattandosi alla sua visione energica e grandiosa, che spesso rievocava il suo passato ancestrale: poteva concepire, disegnare e dipingere un grande dipinto in sole tre ore. Membro di tante importanti istituzioni d’arte americane, fra le quali: la National Academy, la Society of Illustrators, il Philadelphia Watercolor Club, Wyeth poco prima di morire nel 1945, ricevette il titolo onorario di maestro d’arte presso il Bowdoin College. La sua casa e lo studio sono aperti al pubblico ed è possibile vedere a distanza di quasi un secolo il suo studio allestito come se fosse appena partito per il viaggio in cui un treno merci uccise sul colpo sia lui che il nipote: la tavolozza che ha usato il giorno della sua morte si trova accanto alla sua ultima tela. Newell Convers Wyeth, fu il padre di Andrew Wyeth ed il nonno di Jamie Wyeth, entrambe diventati famosi pittori americani.