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La Miami Art Week comincia ufficialmente sotto il sole splendente della Florida, dove il cielo blu e la brezza marina rendono la giornata ottimale per camminare incessantemente fra mostre, musei, installazioni e istituzioni, sparse per tutta la città di Miami e Miami Beach. Mentre la gente, frenetica, comincia a riempire ogni angolo della Magic City, noi di Miami Niche ci siamo addentrati fra gli eventi.
Il primo incontro della giornata ha visto partecipe il PAMM -Peréz Art Museum Miami-che ha fatto il punto sui fantomatici NFT Non-Fungible Token, con il panel: “NFTs The Next 500 Years”. Tutti li cercano, tutti li vogliono, i certificati “di proprietà” su opere digitali sono uno dei punti cardine sui quali punta la Miami Art Week, anche per fare chiarezza sul loro significato. Nell’incontro sono stati approfonditi gli aspetti teorici, tecnici e giuridici, così come il loro rapporto con la tecnologia blockchain -che cambia “drammaticamente” il mercato dell’arte sollevando anche perplessità e preoccupazioni. In parole povere chi possiede un NFT, non acquista l’opera in sé, ma semplicemente la possibilità di dimostrare un diritto sull’opera, garantito tramite uno “smart contract.”
È Untitled Art Fairs la prima mostra che apre i giochi della Miami Art Week. La fiera sulla spiaggia giunta alla sua decima edizione ( e aperta fino al 4 dicembre) è stata fondata nel 2012 da Jeff Lawson e quest’anno vanta 145 gallerie internazionali e un nuovo ambizioso settore ,“Nest”, per sostenere gallerie emergenti, collettivi e organizzazioni non profit. Sotto la guida del direttore artistico Omar López-Chahoud,l’edizione del 2021 ha presentato una piattaforma curatoriale ampliata con quattro curatori ospiti: Natasha Becker, Miguel A. López, Estrellita Brodsky e José Falconi. Riuniti per le loro diverse prospettive e competenze regionali, i curatori alimenteranno, nei giorni della fiera il dialogo tra le gallerie e gli artisti partecipanti per generare una conversazione più globale e inclusiva. Grandi protagonisti della fiera sono stati gli artisti africani e la diaspora africana. Numerose le opere proposte dalle gallerie. Di particolare interesse sono state Afikaris di Parigi con le opere di Jean David Nkot. L’artista impegnato in prima persona sul fronte dello sfruttamento delle materie prime che propone con la serie “The New Hercules” la forza e la bellezza dei corpi che ritrae. E mentre evoca ancora l’estrazione del minerale, si concentra sull’anatomia e la resilienza di coloro che lavorano nelle miniere, erigendoli a eroi contemporanei.
La Kravets/Wehby espone le opere di Allison Zuckeramn, giovane artista lanciata nel planetario mondo dell’arte dalla famiglia Rubell, collezionisti, mecenati e filantropi. È influenzato invece dalla storia collettiva e politica, così come dalla memoria e dalla fallibilità del corpo, il lavoro Daisy Patton della galleria K Contemporaray, che esplora il significato e le convenzioni sociali delle famiglie:le relazioni, la narrazione e il trasporto di storie, e anche la connessione tra culture contrastanti.
È la straordinaria Sylvia Maier a focalizzare l’attenzione sulla Malin Gallery di New York con una serie di opere realistiche che si concentrano sulla rappresentazione dei residenti della zona di Flatbush a Brooklyn, dove ha vissuto per tre decenni. Sylvia Maier, che ha studiato alla Art Students League, vanta studi con il grande artista contemporaneo Ronald Sherr, e le sue opere dimostrano lo straordinario realismo figurativo del XXI secolo con il quale si approccia all’arte.
I lavori dell’eclettico artista olandese Willehad Eilers per la Droste Gallery di Düsseldorf, Germany, si distinguono per laqualità lirica, l’umorismo giocoso e l’espressività delle sue opere: infuse con una fiducia maliziosa e senza sforzo, le opere crude di Eilers ci offrono una visione antropologica delle sue osservazioni della condizione umana imperfetta e della sua perpetua evoluzione. Ci presenta immagini che trasmettono la disposizione dell’individuo moderno verso ossessioni grottesche.
La Bertrand Production di Philadelphia mette in mostra le banconote artistiche di Stacey Lee Webber, giovane artista americana che rielabora e cuce a mano le banconote americane: giocando con le immagini che si trovano sulle banconote l’artista realizza opere ad effetto.
Due passi attraverso le strade più famose dell’iconica Miami Beach ci portano al The Bass Museum dove Naama Tsabar con la mostra: “Perimeters”, lavorando all’intersezione tra architettura e musica, mostrando agli spettatori come il suono si muove sia attraverso che oltre i muri e gli edifici. Con Perimeters, la Tsabar, ha fuso elementi di scultura, musica, performance e architettura, trasformando il museo stesso in uno strumento suonabile. È Alex Israel x Snapchat che con la sua installazione espande la pratica multidisciplinare e proietta lo spettatore nel mondo della realtà aumentata. Israel ha creato cinque esperienze di realtà aumentata (AR), ciascuna collegata a uno dei suoi dipinti Self-Portrait. Un sesto lavoro site-specific utilizza la tecnologia Landmarker di Snap (che trasforma in tempo reale punti di riferimento iconici) per interagire con la storica facciata Art Deco del museo.
Oltre agli allestimenti è possibile vedere parte della collezione permanente del museo, in mostra con “Open Storage: Selections from the Collection and Works on Loan”
Sono le opere immersivi di James Turrell, Es Devlin e teamLab ad inaugurare la prima edizione di Superblue Miami. Situata ad Allapattah, di fronte al Rubell Museum, La fiera propone installazioni immersive multimediali e multisensoriali. Fra gli artisti James Turrell merita sempre una menzione speciale per il suo contributo dato al significato della luce nell’arte del mondo contemporaneo, tuttavia l’installazione, per chi ha avuto modo di vedere le sue opere immersa nella natura risulta secondario rispetto al video introduttivo, “You Who Look” realizzato nel 2015 e diretto da Jessica Lu – LACMA Production. Fra le installazioni c’è anche “Massless Clouds Between Sculpture and Life” by teamLab per la cui visione è necessario acquistare un biglietto a parte.
La giornata è continuata, fra feste e parti da mille una notte sia a(l) The Dior Medallion Chair che al Rubell Museum dove è stata in seguito realizzata la preview della mostra. Fra gli artisti esposti ci sono due artists in residence di quest’anno: Kennedy Yanko e il talentuoso artista ganese Otis Kwame Kye Quaicoe. In mostra anche i lavori magistrali dell’artista locale Reginald O’Neal. Per approfondimenti leggere l’articolo relativo al Rubell Museum, scritto dal nuovomembro di Miami Niche, Chiara Rossi. Quale miglior modo per darle il benvenuto?
(On the title: Lyathia Edwards for the Richard Beavers Gallery, Brooklyn, NY)