This post is also available in:
Laureato all’Università di Tecnologia di Opole nel 2012, Damian Lechoszest dimostra particolare dimestichezza e bravura nel disegno sin dalla tenera età, motivo per cui il suo maestro di arte plastica della scuola elementare decide di prendersi personalmente cura di lui e di impartirgli lezioni nel proprio studio artistico. Damian Lechoszest è un perfezionista nel suo settore ed è in grado di distruggere fisicamente un’opera d’arte se non lo soddisfa completamente. Lechoszest considera l’impressione diretta dello spettatore il fattore più importante del quale tenere conto nel suo lavoro, motivo per cui si è interessato alla psicologia, alla neurologia della visione, alla filosofia e al misticismo in modo da poter capire quali fattori influenzano maggiormente la percezione e la vista.
Lechoszest è un artista figurativo che trova la massima espressione nella realizzazione dei ritratti che, pur essendo considerati la parte più difficile dell’arte figurativa, in lui sembrano essere più reali della realtà. Questo perchè il suo concetto di ritratto non include nessun dettaglio ed è più simile all’impressionismo e all’astrattismo che al realismo. Può sembrare un controsenso ma non lo è, perchè, come lui sostiene: “Attraverso l’evoluzione, siamo stati condizionati a semplificare le cose che possiamo vedere per rispondere rapidamente ai simboli e sopravvivere. È così che le forme astratte diventano più importanti della realtà ed evocano emozioni. Pertanto, una buona astrazione può evocare emozioni attraverso una combinazione di colori, un gioco di luci e ombre, forme, texture…”. In parole povere l’artista intensifica lo stimolo visivo privandolo dei condizionamenti a cui la vita ci abitua per richiamare l’attenzione sull’io interiore: il bambino che vive, represso dai condizionamenti, in ciascuno di noi.
Il suo scopo nell’arte è quello di riprodurre la bellezza, ma non lo fa ricreando una semplice copia di ciò che l’occhio nudo percepisce, ma creando una narrazione, una scena in grado di trovare terreno fertile fra i meandri dell’inconscio, nella parte più remota dell’individuo umano.
Anche se le idee nascono dall’osservazione della natura, per Damian Lechoszest il processo della pittura è una forma di meditazione e quando dipinge si chiude nel suo studio, una stanza dalle pareti grigie e nere, colori che non influenzano la palette della sua tavolozza. Prepara personalmente le sue tele da dipingere per le quasi usa il canvas di un’azienda belga, questo perchè la preparazione va ad influire sulla resa del colore sulla tela che lo aiutano a lavorare al meglio. Se nei grandi dipinti dedica molto tempo ai disegni preparatori, con quelli piccoli si limita ad usare una pittura di fondo con la pittura diluita e con la definizione dei singoli blocchi. L’opera selezionata è un capolavoro di bellezza intesa esattamente come la concepisce l’artista. Riesce infatti a catturare il mio io interiore lasciando emergere i ricordi di bambina, quando anziché le oche si spennavano le galline e tra un racconto e una storia della nonna e delle zie, si plasmava il mio spirito sognatore e la mia creatività. Un’immagine emotivamente rincuorante in grado di conciliare l’esperienza del passato, la nonna, con la contemporaneità rappresentata dalla sensualità delle due ragazze che apprendono “lezioni di vita”.
Image on the title: Life Lessons by Damian Lechoszest. Oil on canvas. 40×60″.