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NADA, New Art Dealers Alliance, celebra la sua ventesima edizione, come di consueto, negli spazi allestiti nell’ Ice Palace Studios, con una esposizione ampia e variegata, sia in termini di stili che di medium artistici.
La missione del NADA è quella di di sostenere gli artisti emergenti nel mondo dell’arte contemporanea. “Dal 2002, NADA ha sostenuto la sua comunità globale di galleristi, con iniziative annuali che hanno dato la priorità all’ecosistema artistico”, ha dichiarato soddisfatta Heather Hubbs, direttore esecutivo di NADA.
In esposizione oltre alle gallerie e alle presentazioni personali che comprendono una rosa di 146 espositori, provenienti da 40 città di tutto il mondo, c’è un fitto programma di venti paralleli.
Per il terzo anno consecutivo NADA, con il supporto dalla TD Bank, annuncia il Curated Spotlight: una serie di mostre online che mettono in luce artisti della comunità internazionale di NADA. A partire dal tema curatoriale dal titolo “Like a Child”, proposto da Daonne Huff -direttore dei Programmi Pubblici a(l) The Studio Museum di Harlem- ventuno artisti sono stati inocraggiati a interagire con il loro “io infantile” per realizzare le opere con l’approccio dei bambini utilizzando materiali semplici, come: i colori Crayola, le cianfrusaglie o dei ritagli di tessuto.
Fra gli artisti che hanno preso parte al progetto c’è Monsieur Zohore, ivoriano-americano, le cui opere sono incentrate sul consumo e sulla digestione della cultura. Nelle sue opere esplora storie queer che combina alla sua eredità ivoriano-americana attraverso una lente sfaccettata di umorismo, economia, storia dell’arte e lavoro.
Le opere dell’artista di origini italiane, Maria A. Guzmán Capron, attraverso una combinazione di tessuti cuciti a mano e vernici, crea forme corporee multistrato che rappresentano il desiderio sociale, universale, di esseere notati. La tendenza al voler apparire avviene principalmente attraverso l’abbigliamento: elemneto indicatore di classe, genere ed identità culturale. Con questo approccio Guzmán Capron, attraverso le forme, i tessuti e i colori mette in evidenza come l’indole umana ad enfatizzare o a reprimere le diverse sfaccettature della personalità individuale.
Anche l’artista Preston Pavlis, nelle sue grandi tele utilizza la fusione tra pittura e tessuto come mezzo per esplorare la narrazione, la forma e il colore. Nelle sue opere composte da lavori a olio, ricamo e collage -su entrambe le superfici dell’opera- si concentra sull’associazione poetica e sulla metafora, che attinge dalla memoria personale, trasmettendo una sottile energia e un profondo senso di presenza, esaltato anche dalle dimensioni imponenti delle opere.
L’artista Emma Schwartz, nelle sue opere delicate e profonde, riflette il tema dell’introversione, rivelando figure isolate e strutture solitarie attraverso superfici nebulose e strutturate e nelle quali le figure emergono non solo dalla linea pittorica, ma anche dalle fessure delle sue superfici a basso rilievo. Ogni dipinto è costruito con molti strati di materiale, tra i quali pittura ad olio, pastello, carboncino e grafite, applicati con una molteplicità di mezzi: stracci, coltelli e gomme.
La Charles Moffett Gallery presenta le opere dell’artista newyorkese Maggie Ellis, che celebrerà, nei prossimi mesi l’apertura di tre mostre personali. Nelle opere della Ellis è rappresentata la percezione del sé esperienziale. Originaria di Atlanta è stata infatti catapultata nella realtà frenetica di New York che interpreta, da “accanita osservatrice senza peli sulla lingua” – come lei stessa si definisce, rappresentando soggetti che oscillano tra il piacevole e l’innocuo, tra il voyeuristico e lo sconcertante in una ricca combinazione di colori.
Lo scultore Chris Bradley, come Andy Warhol, interpreta oggetti comuni per rintracciare significati diversi dalla loro natura.Come dimostrato nell’opera esposta: “A Way Between”che rappresenta la replica fedele di due baguette -riconosciute recentemente patrimonio immateriale dall’UNESCO, la fisicità materiale del pane si eleva a forma di pensiero concettuale che esplora significati sociali.
Le opere degli artisti di origine hawaiana Nanea Lum e Sean Connelly, presentate da Ontopo, si concentrano su questioni concrete di terra, ecologia e attivismo climatico. Il lavoro in mostra, in particolare, sonda la triplice storia della militarizzazione americana e del suo sviluppo urbano in relazione al turismo dell’isola. L’opera “All Architects are Bad” esprime il complesso rapporto che esiste tra cultura e Stato e il rispetto che i nativi hawaiani hanno per i loro bacini idrici, per i quali propongono nuove metodologie per architetture che sappiano promuovere la giustizia e la sovranità culturale del popolo hawaiano.
Ontopo è una piattaforma di arte generativa e design prodotta da Common Space. Il suo progetto si concentra sulle comunità delle isole asiatiche e del Pacifico e sui BIPOC, con l’obiettivo di riunire gli artisti nell’interpretazione specifica del territorio e nell’analisi della complessa relazione che gli esseri umani hanno con gli ambienti naturali e costruiti.
L’opera di Chanel Khoury esplora territori che discutono nozioni di adattamento fisiologico e spirituale attraverso la giustapposizione di macchine e animali. Le sue opere accedono a spazi e forme che contengono paradossi su più livelli: ambienti desolati ma accoglienti, forme ibride di organismi biomorfi naturali e sintetici, materiali e paesaggi che risultano sia primitivi che iper-digitali, creando così una strana contrapposizione tra la realtà -conosciuta- familiare e la realtà -sconosciuta- virtuale.
L’opera performativa e concettuale degli artisti Miller & Shellaberger, con le loro sagome e le barbe da hipster, è una sorta di poesia visuale e concettuale che esplora la fisicità, la dualità, il tempo e l’ideale romantico del loro lavoro multidisciplinare.
Miller & Shellaberger, oltre ad essere una coppia artistica, sono una coppia anche nella vita e il loro lavoro, che è sia autobiografico che metaforico, è realizzato sempre all’unisono.
Pur svolgendo azioni semplici con materiali semplici, Miller & Shellaberger affrontano temi complessi e riferibili ai concetti del ritmo e della qualità delle relazioni umane, sia in termini di esperienze comuni universali che in termini di esperienze specifiche relative all’identità queer.
Intenti nella realizzazione del lavoro, ma attenti all’interazione con il pubblico, nella realizzazione all’uncinetto di un lungo e pesante tubo di filo acrilico rosa -cominciato due anni fa- lavorano procedendo dai lembi opposti, riunendosi e allontanandosi in una metaforica azione che rende la performance un dialogo continuo fra elementi ambivalenti, quali: l’unione e la separazione, il privato e il pubblico, la protezione e il dolore, la visibilità e l’ invisibilità.
Quest’anno, tra le varie partecipazioni il NADApresenta l’EFA Blackburn Legacy Fellowship, in mostra con cinque artisti: Devraj Dakoji, Dindga McCannon, Michael Kelly Williams, Michele Godwin e Otto Neals. L’EFA RBPMW è la tipografia comunitaria più longeva e più antica del d’America, nonchè l’unica tipografia comunitaria con litografia su pietra a Manhattan. Lo scopo dell’EFA è quello di mantenere viva la tradizione storica educando gli artisti a questa disciplina. Fra i nomi che rientrano fra gli archivi EFA c’è la celebre Faith Ringgold.
Tra gli eventi paralleli ci sono: i talks che entrano nel vivo della pratica di un artista, come per esempio, Teresa Baker o Mike Bouchet; i panels discussion che prevedono un ampio numero di relatori che affrontano i temi più disparati, come “The Dreamer’s Toolkit: Web3 as a Space of Possibility” (in programma il 3 Dicembre) o “X-TRA at 25 Years: Art, Criticism, and the View From L.A.” nei quali, gli ospiti invitati daranno un’ampia visione della pubblicazione di X-TRA, attingendo a selezioni dal vasto archivio di scritti d’artista della rivista; le performance, come quella di Tia Luz: Ultimate Form (in programma per il 1 dicembre), neella quale l’artista comica presenterà uno sguardo intimo sul processo di sviluppo del suo popolare personaggio di zia archetipica, Tia Luz; i tour, come, “Artist Run Club featuring Paddy Johnson” con il quale Paddy Johnson terrà un discorso sull’arte al quale farà seguito una corsa mattutina a South Beach, seguita da un merenda a base di banane.
(on the title, Untitled (Loving Repeating 3) by Miller & Shellaberger, 2020. Western Exhibitions)