L’arte di Riccardo Franzoni, omaggio ai grandi del passato tra pittura ad olio, decorazioni e strappi d’affresco.

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Riccardo Franzoni è un artista italiano originario di Brescia che ha fatto della sua passione di bambino il lavoro di una vita e la cui passione è aumentata in maniera esponenziale grazie alle conoscenze acquisite nel suo percorso di crescita formativa e culturale. 

Untitled by Riccardo Franzoni, 2020. Oil on canvas,  40x30cm.

Dopo aver conseguito brillantemente la maturità all’Istituto d’Arte Caravaggio di Brescia, ottenendo il diploma di maestro d’arte in decorazione pittorica e successivamente in arte applicata, Franzoni perfeziona la tecnica pittorica conseguendo la laurea in pittura con il massimo dei voti all’Accademia Brera a Milano. Durante gli anni dell’Accademia l’artista frequenta l’adiacente Pinacoteca di Brera dove il suo spirito non rimane inerte alla bellezza dei capolavori della storia dell’arte conservati nel museo. Riccardo entra in diretto contatto con artisti studiati in precedenza esclusivamente sui libri: ha modo di osservare e copiare dal vivo le opere di Raffaello Sanzio, Andrea Mantegna, Leonardo Da Vinci, Caravaggio e tanti tanti altri grandi artisti che non lasciano indifferente la sua emozione artistica. 

Un amico by Riccardo Franzoni. Oil on panel, diameter cm 24.

La loro influenza, nonostante le idee ben chiare di Franzoni è notevole e l’artista non soddisfatto dell’educazione accademica impartitagli decide, dopo la laurea, di frequentare lo studio artistico del Maestro realista Gabriele Saleri, pittore professionista che ha adornato le stanze di istituzioni pubbliche e collezioni private. Affascinato dall’eccellenza tutta italiana dell’affresco, che rappresenta una forma d’arte esclusiva, originata con gli affreschi Pompeiani, per passare al ‘300 di Giotto fino ad arrivare agli artisti meno noti del primissimo ‘800 e ‘900 e che hanno affrescato residenze private, collegi, conventi, e cappelle, decide di approfondire la tecnica di nicchia dello “strappo d’affresco”, che consiste nel trasportare su tela, un dipinto a muro, mettendolo a disposizione di musei, gallerie e collezionisti privati. Gli strappi d’affresco costituiscono dal punto di vista decorativo una bellezza assoluta per il senso dello scorrere del tempo  che esprimono, risultando allo stesso tempo contemporanei e  mai banali, in qualsiasi contesto si possano inserire e si dedica con passione lavorando per diversi anni presso un ente specializzato, dove ha modo di imparare le differenti, ma ugualmente delicate, tecniche dell’affresco e dello strappo d’affresco. 

Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci. Strappo d’affresco by Riccardo Franzoni

Nel 2004 apre il suo studio di pittura, prima a Nuvolento e poi a Serle, in provincia di Brescia dove vive e lavora, intervallando il mestiere d’artista con l’insegnamento delle tecniche artistiche in differenti istituti scolastici della città. Pur continuando ad eseguire strappi d’affresco e decorazioni Riccardo Franzoni preferisce la tecnica della pittura ad olio. Attraverso la resa dei colori ad olio e la sua sensibilità artistica riesce a filtrare la realtà che lo circonda comunicando le proprie emozioni, sia che si tratti di una figura morta -di chiara ispirazione fiamminga- sia che si tratti di ritratti, nei quali riesce a varcare la rappresentazione artistica per cogliere l’anima dei suoi soggetti o di opere sacre, per le quali noi italiani siamo geneticamente votati e nella cui rappresentazione  possediamo quell’”halo”(aureola) di rigore, misticismo e devozione che ci consente di rappresentare il nostro animo. 

Mater Amabilis by Riccardo Franzoni. Oil on canvas, 50×40 cm.

Nella sua carriera artistica ha partecipato a numerose esposizioni  sia personali che collettive, ottenendo i consensi della critica e del pubblico. Nell’opera selezionata tutto il candore, la dolcezza e la spontaneità del sorriso di un bambino: la rappresentazione che l’artista fa di lui sembra reale al punto da tale da poterne sentire la risata. Il titolo Bubu-Settete si riferisce a un gioco che si fa con i bambini molto piccoli: mettendo le mani davanti al viso,si coprono gli occhi dicendo “BuBu”, per poi toglierle esclamando “Settete”. L’etimologia di queste parole è poco chiara: pare che Bu per gli Etruschi corrispondesse al frastuono di un tuono, alla forza del vento, a un qualcosa che comunque incuteva  paura mentre il Settete non presenta significati particolari se non che allungando la “e” finale rassicurara e diverte i piccolini. Quel che conta è che dal punto di vista psicologico il bambino allo sparire del viso non percepisce più la presenza dell’oggetto, che ricompare in seguito contribuendo allo sviluppo cognitivo del neonato.

BuBu-Settete by Riccardo Franzoni. Oil on cardboard, 30×40 cm

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