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I Raleigh Gardens di Miami Beach onorano, in occasione della Miami Art Week, la memoria di Les Lalanne, il duo formato da François-Xaiver Lalanne e della moglie Claude Lalanne, scomparsa recentemente. Ideatore dell’installazione, aperta fino al 29 Febbraio 2020 è l’amico della coppia Michael Shvo, collezionista di alcune loro opere e fondatore, Presidente e CEO di SHVO, la società immobiliare con sede a New York che si occupa di sviluppare proprietà di lusso. Michael Shvo è stato supportato dai designers Peter Marino e Raymond Jungles.
In esposizione in un angolo di paradiso nel lussureggiante giardino tropicale adiacente al mare e alla spiaggia di South Beach c’è la più grande esposizione pubblica all’aperto mai realizzata sui Les Lalanne. L’installazione è la seconda collaborazione tra i Las Lalanne e Michael Shvo, la prima è stata Sheep Station: il pionieristico progetto di arte pubblica allestito nel 2013 presso l’ex stazione di rifornimento Getty a West Chelsea e che ha esposto 25 Mountons, gli iconici montoni in pietra epossidica e bronzo ideata da François-Xaiver Lalanne.
L’installazione al Raleigh Gardens comprende 32 opere degli artisti, fra queste la Porte du Jardin, di Claude Lalanne, attraverso la quale si entra fisicamente nel giardino incantato, simbolicamente nel mondo magico degli artisti: un paesaggio surrealista tra l’hotel, in fase di restauro, ed il via vai della gente sulla spiaggia di Miami Beach avvolto nella rigogliosa vegetazione. Camminando per il vialetto dei giardini, si incontrano les Tortues Topiaire (tartarughe) che portano sul loro carapace elementi della ricca vegetazione, il grande Poisson Paysage II (il pesce in bronzo), le Pomme Moienne (la mela dorata) e l’opera magistralis di François-Xaiver Lalanne: gli iconici Moutons che per l’artista hanno simboleggiato la demistificazione dell’arte col fine di catturarne l’essenza, rappresentata secondo l’artista dalla gioia di vivere. Procedendo lungo il sentiero la Vache Bien Ètablie e la Grand Vache Attentive ( rispettivamente la mucca ben stabilizzata e la grande mucca attenta) conducono il visitatore al bivio dove Le Trés Grand Singe Avisé (una grande scimmia), dal volto rivolto a sinistra indica il percorso da farsi. La solitaria e malinconica Fontaine Pleureuse posta di fronte al Lit Singerie (il letto in rame e bronzo) affascina il visitatore, mentre dall’altra parte la Banc Ginkgo (panca), invita a soffermarsi e a riflettere sulla bellezza della Fointaine Pleureuse. Passando dal Grand Oiseau de Nuit (la grande civetta) che osserva indisturbata il visitatore con il suo portamento austero, la Trés Grand Choupatte (il grande cavolfiore antropomorfizzato con zampe da uccello) ci invita a seguire la via, dove si scorge le Grand Mouflon de Ram Island (il grande muflone di Ram Island) dall’alto dell’altura fatta di pietre sulla quale si trova, ci conduce a Le Lapin de Victoire (il coniglio della vittoria) con il suo bastone fermo e potente che invita il visitatore a fermarsi e a guardarsi intorno.
Di fronte a lui uno stagno con la Grand Carpe D’Or (la grande carpa dorata) e la Grenouille (la rana) che ci mostrano l’indisturbata Petit Olympie, fra i capolavori di Claude Lalanne, nel la quale si rivela tutta la sua sensibilità artistica: una statua in bronzo non finito con il viso chino verso lo stagno ed il braccio alzato dal quale esce un delicato spruzzo continuo di acqua. Una fontana verrebbe da dire in modo volgare, ma la bellezza e la suggestione della scultura fanno di lei un capolavoro di poesia che attrae il visitatore e lo catapulta nella dimensione magica della scultura inventiva, poetica e surrealista di Claude Lalanne con la sua delicatezza e sensibilità senza pari. La collezionista e filantropa Adrienne bon Haes, che ha avuto modo di conoscere Claude Lalanne anni addietro al Fairchild Tropical Garden e in altre occasioni nelle gallerie di New York, dice di lei: “Era dotata di una gentilezza ed un’umiltà senza pari, con un viso capace di far sorridere la gente e la capacità di vestire in modo elegante (come solo francesi sanno fare) capi d’abbigliamento estremamente semplici. Era una grande lavoratrice con un grande senso dell’umorismo: la sua arte non era trasposizione dell’ego ma era pura gioia ed incanto”.
Continuando nella visita dei giardini si scorgono sulla sinistra delle panche e un tavolo con le sedie dalle sembianza naturalistiche che sembrano uscire dalla vegetazione stessa (Table et Chaise Gingko e una coppia di Banc Williamsburg) e che dimostrano come le forme stilizzate degli animali e dei soggetti rappresentati dai Les Lalanne coniugassero spesso forma e funzionalità.
Procedendo verso l’uscita infine a salutare il visitatore il Grand Wapiti (la grande alce) ed ancora i Mountons che chiudono il cerchio magico dell’universo di Les Lalanne nel quale il mondo animale costituisce la forma più ricca e varia del pianeta.
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