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Due sono le date celebrate dagli americani, più del Natale e della Pasqua: il Thanksgiving day che si celebra il quarto giovedi di novembre e l’Indipendence Day che si celebra il 4 luglio e rappresenta la nascita degli Stati Uniti d’America, che festeggiano quest’anno il loro 242mo compleanno.
Era il 4 luglio del 1776 quando le Tredici Colonie -New Hampshire, Massachusetts, Rhode Island, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del Sud e Georgia – decisero di porre fine al regime di velleità dall’impero britannico firmando la dichiarazione d’indipendenza. Il testo venne redatto da Thomas Jefferson e firmato da 56 delegati delle varie colonie. Furono in realtà John Adams e Thomas Jefferson a firmare la Dichiarazione due giorni prima, ma fu ufficialmente ratificata il 4 luglio 1776 e George Washington, comandante in capo dell’Esercito continentale durante tutta la guerra di indipendenza americana, divenne il primo Presidente degli Stati Uniti nel 1789.
Per ironia della sorte John Adams, Thomas Jefferson e James Monroe, rispettivamente il secondo, il terzo e il quinto presidente in ordine cronologico morirono il 4 luglio, mentre sempre il 4 luglio nacque il trentesimo inquilino della casa bianca: Calvin Coolidge. La Dichiarazione d’Indipendenza venne firmata il 4 luglio 1776 a Philadelphia all’epoca la città più grande delle tredici colonie e da allora apostrofata The Cradle of Liberty, la culla della libertà. È tuttora conservata nei National Archives di Washington.
Fu firmata da John Hancock e pare che la sua firma fosse talmente arzigogolata e complessa che ancora al giorno d’oggi non è inusuale sentirsi dire ironicamente “Mi metta una John Hancock a pié pagina”, intesa come firma.
Il Massachusetts fu nel 1781 il primo stato a riconoscere il 4 luglio come festa nazionale, mentre il termine Indipendence Day fu utilizzato per la prima volta nel 1791.
L’emblema della libertà, sempre custodito a Philadelphia dove c’è addirittura un percorso didattico che conduce ai vari luoghi di interesse, è senza dubbio la Liberty Bell. Una campana di 300 anni, posta vicino all’Indipendence Hall che riporta una solenne incisione biblica: “Throughout all the Land unto all the Inhabitants” Thereof Lev. XXV. –Proclama la libertà su tutta la terra e ai suoi abitanti.- La campana a causa dell’età e della grande crepa non viene più suonata ma solo rintoccata delicatamente per 13 volte in occasione del 4 luglio .
In America, il senso di patriottismo è molto sentito ed è normale osservare bandiere americane (che sottostanno a regole rigide e ferree se poste in giardino anzichè in casa) sventolare in lungo e in largo accompagnate da clacson, bande musicali e quant’altro. The Star-Spangled Banner”, il vessillo trapunto di stelle, la bandiera americana, è natao anch’esso a Philadelphia ad opera di Betsy Ross, una signora dalle manine d’oro. È molto affascinante visitare la sua casa aperta al publico e veder la storia della bandiera nel tempo. Ma pur facendo parte della storia, vista la sacralità della bandiera americana, questa ha una data di festeggiamenti tutta sua, il 14 giugno: giorno del Flag Day.
Ciò nonostante, se per il thanksgiving day c’è un menu tradizionale particolare, il 4 luglio si festeggia con i piatti americani per eccellenza: hot dog -con vere e proprie gare a chi ne mangia di più-, Hamburger, alette di pollo, patatine fritte e salse a non finire
E tra fuochi d’artificio ovunque, su terra ferma, nelle piazze piuttosto che sul mare con un’opulenza tale da far impallidire Times Square nella notte di capodanno, non è insolito trovarsi a mangiare un BBQ in compagnia di uno sconosciuto che per il 4 luglio può anche diventare il tuo migliore amico.