Face to FACE con Gabriela Gonzalez Dellosso, fra pittura, problem solving e psicologia.

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Gabriela Gonzalez Dellosso è stata quest’anno parte del corpo docenti dalla rinomata FACE -Fine Arts Convention and Expo-per l’edizione 2019 che riunisce a sé i più grandi artisti di Belle Arti presenti sul territorio nazionale ed internazionale, e che ha avuto luogo nella splendida cornice della Colonial Williamsburg. 

Gabriela è un’artista con una sensibilità, una grazia ed un talento fuori dal comune che si possono percepire non solo nelle sue opere ma anche nella sua persona. 

Durante la terza edizione di FACE, ha dimostrato il suo talento al pubblico in ben due occasioni dai tempi estremamente ridotti, e in completa antitesi con il suo modo usuale di lavorare, che richiede anche mesi per la realizzazione di un’opera. Nella prima demo ha reso omaggio al grande Daniel E.Greene, in un lasso di tempo che ha superato di poco l’ora di performance e che ha visto, in contemporanea, l’esibizione di un altro artista superlativo, Joshua LaRock, che ha invece ritratto la moglie di Daniel, Wende Caporale: entrambe artisti storici che hanno ricevuto in occasione di FACE 2019 il prestigioso premio alla carriera. La seconda demo è durata invece poco più di due ore nella quale Gabriela ha ritratto Robert Vooahas mentre spiegava passo a passo il suo approccio alla ritrattistica. Due dimostrazioni tutt’altro che facili per lei che si definisce “un’artista molto lenta “, dice sorridendo, ma che ciò nonostante ha saputo realizzare nel migliore dei modi. Il merito va sicuramente attribuito alle doti magistrali che ha affinato nel tempo, alla sua attitudine nell’essere una problem-solver per natura, e ultimo ma non ultimo alla capacità di analisi e di sintesi maturate durante gli anni di studio alla  facoltà di psicologia.

Gabriela Gonzalez Dellosso at FACE paints Daniel E.Green

Il percorso formativo di Gabriela Gonzalez Dellosso è affascinante quanto le sue opere prevalentemente di grandi dimensioni. Mentre a FACE ha infatti  realizzato due opere ad olio su piccolo formato, nella mostra itinerante che l’ha vista protagonista prima al Hecksher Museum of Art di Huntington, Long Island (che annovera nella collezione permanente una sua opera: Bride II) e poi al Polk Art Museum di Lakeland, FL, dove in questi giorni è stata inaugurata la mostra A Brush with HerStory, in mostra fino al 12 Aprile 2020, nella quale espone opere di grande e medio formato. L’artista adora la tecnica ad olio e preferisce lavorare su grandi formati che ben si prestano all’utilizzo del medium. Altro suo grande amore è il disegno ma nella sua carriera d’artista ha utilizzato anche pastelli ed acquerelli con i quali  ha realizzato per molti anni i suoi sketches preparatori. Gabriela preferisce lavorare su opere di grande formato che ovviamente richiedono più tempo, ma la sua filosofia del comporre per la qualità e non per quantità è apprezzata della Harmon-Meek Gallery di Naples, FL, che la rappresenta, rispettandone le tempistiche e le scelte artistiche. 

Gabriela Gonzalez Dellosso comincia a disegnare da bambina quando ispirata dalla natura inizia a scrivere storie, frutto della sua vivida immaginazione che accompagna con dei disegni come fossero dei comics. Giunta in età di college decide, di abbandonare l’arte in favore delle scienze convinta del fatto che con l’arte non si può vivere. Si iscrive quindi alla facoltà di psicologia, attratta dai meccanismi della mente umana e loro interazioni connesse a differenti filosofie di pensiero, ma è proprio al terzo anno di studi che conosce il suo ex-marito che la sprona a perseguire la strada artistica. La conoscenza con lo zio dell’ex-marito, famoso illustratore che ha lavorato per magazine importanti, fa ricredere Gabriela che intravede nell’arte anche un mezzo di sussistenza, contrariamente alle idee di un tempo. Abbandona quindi psicologia e con il supporto del papà riceve il suo BFA alla School of Visual Arts. Una volta diplomatasi si sposa e comincia a lavorare come illustratrice. Ma nonostante lavori ad opere importanti come Anne of Green Gables, un classico della letteratura per l’infanzia, si accorge che l’illustrazione non fa per lei perchè si rende conto che non le piace illustrare storie altrui: le piace rappresentare  le sue storie attraverso i suoi personaggi.  

The Mentor (Self-Portrait), 2010. Oil on Linen 60×60”

Si iscrive quindi alla The Art Students League di New York che frequenta al mattino e dove ha modo di sperimentare il disegno dal viv del quale si innamora perdutamente, mentre nel pomeriggio continua a lavorare come illustratrice.   

Gabriela, memore delle varie esperienze di vita, è più che mai convinta del fatto che nessuno passa sui binari della vita di qualcuno per caso e l’esempio lampante è stato l’ex-marito: se non lo avesse incontrato sarebbe ora una psicologa: “Una brava psicologa” dice lei sorridendo, e aggiunge: ”Ma il destino ha voluto così”. 

Gabriela Gonzalez Dellosso è solita – è un processo questo che è riuscita a  maturare nel tempo con l’esperienza- procedere nella costruzione del ritratto dalla struttura del viso, come fosse una sorta di scatola che va componendosi piano piano, come un puzzle in cui elementi apparentemente distinti, dei quali dice: “Niente di piacevole da vedere durante il processo”, convergono alla fine in  una composizione armoniosa e bilanciata. 

Gabriela conosce esattamente quali passi deve fare per far convergere il twist delle luci e delle ombre,  dei 2D e 3D dell’immagine e il modelling che lei riesce a figurare nella sua mente prima ancora che l’opera sia ultimata. “Ed è la parte finale, il “polishing”, quella che considera la più divertente”, dice Gabriella, affermando anche che a volte le richiede mesi di lavoro.

Pur facendo spesso pittura dal vivo tende a non copiare mai il soggetto ma a caratterizzarlo con il suo punto di vista e la sua immaginazione, come faceva da bambina, ed è questa un’altra caratteristica che contraddistingue il suo stile: non svolge opere su commissione ma dipinge le sue idee che possono piacere o non piacere, ma che se la soddisfano allora:“Va bene così”, a prescindere dal giudizio altrui. Gabriela porta sempre a termine i sui lavori perchè: “Non sai mai fino alla fine quale può essere l’opera della tua vita”.  

Homage to Lily Cabot Perry (Self Portrait), 2008. Oil on Linen 12×12”

L’artista è solita utilizzare una ricca palette di colori e tanti pennelli, almeno dieci, con i quali riesce ad orchestrare i colori ed i loro valori:  una sorta di cura ulteriore nel suo lavoro magistrale.

Parlando della psicologia Gabriela Gonzalez Dellosso si dice indubbiamente influenzata dallo studio della psicologia per il suo modo di essere sensibile e molto, molto analitica: “Lo studio delle mente umana, delle idee e del modo in cui queste interagiscono è alla base della psicologia ma anche dell’approccio in cui un pittore che fa arte figurativa sa narrare la storia del soggetto che rappresenta: É fondamentale”, dice.

Il 14 Dicembre ha ufficialmente aperto al Polk Art Museum di Lakeland, FL la mostra itinerante A Brush with HerStory, molto suggestivo anche nella traduzione in italiano che recita: Un pennello con la Sua storia e che vuole essere un omaggio alle grandi donne della storia dell’arte. 

Miami Niche ha partecipato alla serata celebrativa  alla quale erano presenti sia Gabriela che la sua immancabile mamma, che l’accompagna ovunque: una simpatica e arzilla signora che lei chiama il suo lucky charm, sempre presente e in prima fila anche durante le dimostrazioni della figlia a FACE. 

E seppure gli occhi della mamma non mentano, lei dice di Gabriela: “Nella vita è pessimista, non risponde mai “si” perchè è troppo apprensiva”. Gabriela la guarda sorridendo e controbatte dicendo che :”Non si tratta di apprensione quanto piuttosto di oggettività e analisi”.  

Gabriela Gonzalez Dellosso and her Mum

In riferimento alla mostra, della quale la rivista Fine Art Connoisseur ha scritto un bell’articolo pubblicato sulla rivista nel mese di Ottobre, l’idea è quella di rappresentare una serie di opere che nasce per caso come idea nel 2008 quando, in compagnia della mamma durante una visita al MET, scopre un’artista della quale non aveva sentito mai parlare prima: Adélaide  Labille Guiard (1749-1803) autrice dell’opera: “Self Portrait with Two Pupils”. La tela  conquista Gabriel Gonzalez Dellosso al punto tale da volerne conoscere la storia dell’autrice per scoprire che nonostante le doti sorprendenti non era stata ammessa all’Académie Royal de Peinture et de Sculpture del tempo, perchè allora potevano essere ammesse solo quattro donne per corso. 

Da qui parte l’idea di rappresentare le donne della storia dell’arte. Donne che hanno sempre avuto un ruolo marginale rispetto all’uomo. Ma lo fa in maniera particolare: combina infatti i tratti somatici delle artiste del passato con i propri, poichè le loro vite sono oramai parte della sua.  Ne esce un lavoro straordinario e la conferma arriva dal fatto che le sue prime tre opere dedicate a Frida Khalo (1907-1954), Artemisia Gentileschi (1593-1653) e Lila Cabot Perry (1848-1933), composte nel 2008 sono andate sold out in breve tempo.  Decide allora di implementare il corpo lavoro realizzando: l’italiana Sofonisba Anguissola (1532-1625), la surrealista spagnola Remedios Varo (1908-1963) e The Mentor, dipinto nel 2010, che rappresenta una rivisitazione dell’opera che l’ha stregata: un’omaggio ad Adélaide Labille Guiard (1749-1803).  

The Burning of Adelaïde Labille-Gulard’s Masterpiece (Self Portrait Homage), 2015. Oil on Linen 70 x 105”

Nell’esposizione sono presenti grandi tele, fra queste: la sopra citata The Mentor (Self-Portrait), Genevieve Estelle Jones’s Dream (Self Portrait Homage), Homage Composition to Anne Vallayer Coster, Clara Peeters and Rachel Ruysch,  The Burning of Adelade Labille-Guiard’ sMasterpiece (Self Portrait Homage) e Varo’s Moon (Self-Portrait). 

Fra le opere esposte c’è anche la serie Homage Ode, nelle quali le opere di Gabriela Gonzalez Dellosso sono accompagnate da piccole poesie composte dall’artista e da opere pittoriche laterali che richimano l’artista, un pò come faceva da bambina con le sue storie immaginarie che rappresentava sottoforma di comics. Le Homege Ode sono dedicate ad Amelia Peláez( 1896-1968), Artemisia Gentileschi (1593-1653), Élizabeth Vigée Le Brun (1755-1842), Lavinia Fontana (1552-1614), Rachel Ruysch (1664-1750), Kathe Kollwitz (1867-1945), Giovanna Garzoni (1600-1670), Anne Vallayer-Coster (1744- 1818), Remedios Varo (1908-1963), e Sofonisba Anguissola (1532-1625).

La carriera di Gabriela Gonzalez Dellosso è molto ricca e variegata: insegna pitturaalla The New York School of Arts ed al JCC of Manhattan. Oltre alla partecipazione a FACE, e alla mostra itinerante attuale, nel 2018, grazie alla zia che ha postato alcun suoi lavori sui social è stata contattata da Melvin Hoyos, direttore per la cultura della città di Guayaquil, che ha voluto dieci delle sue opere per la] personale, Illuminates, allestita al MUMG-Museo Municipal de Guayaquil-, in Equador in esposizione dal 16 Agosto al 13 Settembre, 2018.

L’anno prossimo invece l’artista sarà artist in residence in Bulgaria, in una città vicino a Sofia dove alla fine allestirà una mostra.

In programma per l’anno prossimo ci sono inoltre a gennaio l’uscita del DVD Streamline con il quale insegnerà passo-passo il suo processo compositivo. 

Per chi dovesse trovarsi in zona in questo periodo non si perda A Brush with HerStory anche perchè le immagini in digitale non sono in grado di rendere la bellezza di queste opere e perche` l’arte in fin dei conti è come la natura alla quale Gabriela si ispirava da bambina: si può scattare una fotografia e osservarla ma vivere un tramonto e assaporarlo dal vivo beh, quella è  tutta un’altra storia.

(In the title: Gabriela at FACE paints Robert Vooahas)

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