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Il lussuoso Hotel Biltmore in Coral Gables, un mix tra architettura moresca, spagnola e italiana, catalogato come National Historic Landmark of United States of America ha messo a disposizione le splendide stanze dai soffitti a cassettoni per l’incontro, giunto al suo secondo anno, di Figurative Art Convention & Expo, meglio conosciuto come FACE.
Ideato da Eric Rhoads, pittore, scrittore e soprattutto direttore e CEO di Streamline Publishing Inc. che è la casa editrice di Plain Air Magazine e Fine Art Connoisseur, quest’ultimo redatto in collaborazione con Peter Trippi, Editor in Chief di Fine Art Connoisseur, ex direttore artistico e curatore di differenti musei.
Quarantuno artisti ciascuno con il proprio modo di approcciarsi all’arte e alle differenti tecniche più o meno convenzionali e sperimentali: olio, acrilico, acquarello, sanguigna, pastello, charcol e scultura il tutto in una miscellanea di approcci, tecniche e medium. Questo perchè i partecipanti, così come i docenti condividono il concetto di arte come work in progress: come ricerca continua e costante del superamento dei propri limiti che parte dalla scelta del supporto, alla costruzione della tavolozza e alla scelta degli strumenti utilizzati, per poi definire il modo in cui il colore viene steso, sfumato o tagliato. Dalla resa del colore alla tecnica ed agli strumenti messi a disposizione per determinare particolari effetti. Gli artisti che hanno preso parte a FACE 2018 sono stati: Daniel Sprick, David Kassan, Shana Levenson, Rose Frantzen, Burton Silverman, Cesar Santos, Candice Bohannon, Ryan S.Brown, Elkin Cañas,Nilda Comas, Tonj Curanaj, Michelle Dunaway, Danny Grant, Suzy Hart, Robert Liberace e Casey Baugh che hanno tenuto dei corsi pre-convention, Johanne Mangi, Carlos Martinez León, Marsha Massih Edward Minoff, Milixa Morón, Mardi Rees, Tim Rees, Julio Reyes, Mario A.Robinson, Sadie Valeri, Patricia Watwood, Jove Wang, John A.Variano e Teresa Oaxaca.
Organizzato per creare un esperienza oggettivamente grandiosa FACE offre annualmente l’opportunità di studiare con i migliori artisti a livello mondiale che con umiltà e generosità sanno convogliare l’attenzione del pubblico, composto fra l’altro anche da artisti già affermati che sono sempre alla ricerca dell’upgrade, lasciandosi inspirare e incoraggiare dai maestri che mettono a disposizione le loro competenze e i loro tips senza segreti.
Ad ogni demo realizzata, in un tempo prestabilito entro il quale l’artista deve terminare il lavoro, segue l’esposizione e la vendita delle opere prodotte durante la convention i cui proventi (l’opera di Casey Bough battuta all’asta seduta stante fra il pubblico è stata acquistata per 13,000 $ in un duello all’ultimo sangue tra due fortunate signore) sono messi a disposizione per offrire scholarship a differenti categorie di artisti, quest’anno le categorie erano 3: studenti, professori di arte e artisti over 65.
Il concetto di FACE è strutturato come un ventaglio di workshops che si differenzia per tecnica, tipologia di materiale utilizzato e artista dal quale attingere informazioni ed ispirazione.
Assistendo alle varie demo in programma, prevalentemente inside, come la ritrattistica, gli sketches, i disegni a sanguigna e a carboncino, ma anche paesaggio en plain air, i partecipanti hanno potuto mettere in pratica quanto imparato accedendo ai vari studi predisposti al piano superiore del building secondario in cui eranopresenti sia modelle per la rappresentazioni di nudo sia modelli per la ritrattistica. Per l’occasione è stato appositamente allestito un spazio dedicato all’acquisto del materiale d’uso, con i migliori brand conosciuti fra gli addetti ai lavori, a prezzi ovviamente vantaggiosi.
Oltre a questo FACE ha offerto talks e panel discussion moderati da Peter Trippi ed Eric Rhoads che, oltre ad intervistare collezionisti d’arte come Steven Bennet e Elena Melotti Schmidt hanno affrontato differenti argomenti in modo interattivo coinvolgendo sia gli artisti che il pubblico. Tra i vari temi trattati: cosa si vuole trasmettere attraverso la propria arte; il marketing relativo all’arte figurativa; dall’atelier all’artista professionista; la scultura figurativa al giorno d’oggi e come esibire le proprie opere in un museo. Di particolare attenzione è stato il panel discussion a metà tra il provocatorio e l’effettiva necessità di trovare un modo che possa conciliare l’arte figurativa, che sta tornando più che mai in auge, con l’attuale mercato dell’arte contemporanea sempre più votato all’astrattismo.
A tal proposito abbastanza allarmante è stato il fatto che nessun magazine o newspaper nella città di Miami e dintorni ha menzionato la convention FACE, unica nel suo genere, limitando la conoscenza di queste tecniche artistiche e dei grandi maestri a discapito di chi nell’arte figurativa riesce ancora a trovare la rappresentazione di immagini riconoscibili del mondo, del quale invece si tende a rappresentare l’idea concettuale talvolta confusa persino per gli artisti che l’opera la producono..
Ed al termine del secondo anno di FACE, la sorpresa del Golden Ticket disposto sotto la seduta di una sedia fra il pubblico che da diritto all’accesso gratuito alla terza Convention FACE, che si terrà dal 10 al 13 Novembre 2019 a Williamsburg, in Virginia.
In attesa del prossimo FACE seguiranno articoli relativi ad alcuni degli artisti presenti alla convention. Non me ne vogliano gli assenti per i quali ci sarà modo di approfondire in futuro.
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