Duane Hanson: l’iperrealismo che ti coglie di sorpresa.

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Chiamiamolo iperrealismo, realismo radicale o nuovo realismo: il protagonista indiscusso della questione sono le sculture di Duane Hanson. Ammetto che le prime volte che ho visto le opere di Duane Hanson sono rimasta perplessa: ero a Palm Beach, sulla famosa Worth Avenue e dalla vetrina di una galleria vedo un poliziotto in divisa, lo osservo per un pò e mi avvicino con nonchalance: solo dopo averlo osservato (stando a debita distanza) lo stupore della perfezione mi ha letteralmente incollata alla vetrina. 

La stessa cosa (anche se ammetto che ero già preparata al tema e all’artista, visto che mi ero studiata sia il personaggio che la tecnica) mi è successa al Nelson Atkins Museum di Kansas City, MO, sempre con una guardia in divisa e più recentemente alla National Portrait Gallery di Washington, D.C. – parte degli  Smithsonian America Art Museums- dove ho avuto il piacere di incontrare la “Woman Eating” (donna che mangia). Quando in lontananza ho visto questa grossa grassa figura così obesa e pigramente intenta, con lo sguardo perso nel nulla (o nei pensieri, chi lo sa?) a mangiarsi un gelato fra una lattina di 7Up e un’altra coppa già terminata, i miei radar si sono attivati e ho trascorso il resto della giornata (oramai giunta a termine per fortuna altrimenti avrei perso il resto dell’esposizione al museo) in compagnia della signora pur non avendo un posto a sedere a fianco a lei. 

Woman Eating by Duane Hanson. National Portrait Gallery di Washington, D.C.

Duane Hanson è stato un artista e scultore straordinario: nato in Minnesota, ha trascorso la maggior parte della sua carriera a Davie, nel sud della Florida, pur avendo avuto un posto d’onore nella scena newyorkese sulla famosa Bleecker Street, Duane Hanson ha trovato la Florida il posto giusto al momento giusto: così ricco di gente in bermuda e camicie floreali, i personaggi giusti ai quali ispirarsi per le sue opere. Dopo aver frequentato il Luther College, l’Università di Washington, ed essersi laureato al Macalester College nel 1946 ha insegnato arte al liceo, per poi conseguire un Master of Fine Arts presso la Cranbrook Academy of Art di Bloomfield Hills nel 1951. Nel 1966 ha iniziato a realizzare i calchi figurativi utilizzando fibra di vetro e vinile. Inizialmente le sue opere vertevano su temi forti e scioccanti tesi a  scuotere la  coscienza morale e sociale. 

Race Riot by Duane Hanson, 1966
ChippedBark, Race Riot 1968.

Fra i lavori del periodo c’è “Race Riot” del 1969/1971, andata quasi totalmente distrutta ad eccezione del poliziotto che picchia un uomo di colore e che porta alla luce i temi della brutalità della polizia e del razzismo. L’opera in sé rappresenta di più l’idea dell’oppressione afroamericana che se inserita nel contesto originario mette invece in risalto un spaccato di guerra sociale in cui i bianchi picchiano i neri e viceversa, e nel quale è spontaneo chiedersi chi sia il vero vincitore quando una lotta per la libertà diventa una battaglia sanguinosa. 

Nel 1970, Hanson compie una svolta radicale e decide di abbandonare le scene cruenti, disturbanti e politicamente cariche per concentrarsi sulle sottili atrocità che riguardano la vita quotidiana americana: il turismo, lo shopping, il mangiare e l’ozio. Ha persino distrutto parte della produzione precedente per poter essere ricordato in questa sua seconda fase. 

Lady with Shopping Bags by Duane Hanson, 1972. Polyester resin and fiberglass, polychromed in oil, with accessories. Life Size.

Le sue grasse e poco attraenti sculture sono un commento sociale abbastanza ovvio sull’America e a differenza delle opere precedenti, le sculture della seconda fase sono figure singole o accoppiate dall’effetto apatico e annoiato, che fissano il nulla in lontananza, disimpegnandosi completamente dall’ambiente circostante. Duane Hanson in persona disse a tal proposito:” “La mia arte non è ingannare le persone”, ha spiegato l’artista. “Sono gli atteggiamenti umani che cerco: stanchezza, un po ‘di frustrazione, rifiuto. Per me c’è una sorta di bellezza in tutto questo”. Inoltre le prime opere tendevano ad essere più contenute spazialmente mentre le figure successive non hanno confini chiaramente definiti che le separano dallo spettatore per cui abitano letteralmente lo spazio dello spettatore al punto da risultare persino disturbanti perchè siamo abituati a vedere le sculture su un normale piedistallo e nei canonici materiali che possono essere il marmo, il legno, il bronzo, mentre  le sculture di Duane Hanson ( o dell’australiano Ron Mueck, differente per tipologia ma ugualmente interessante ) si discostano totalmente dai canoni. E si sa che la gente impreparata quando esce dai canoni esce dalla “confort zone”, come la chiamano qui e per reazione si impaurisce. 

Man with a camera by Duane Hanson, 1991-1992. Bronze, polychromed in oil, mixed media with accesories. 49x38x34″  Gagosian.

Prima di morire nel 1966 Duane Hanson ha creato una speciale tecnica di fusione in resine poliestere rinforzate con fibra di vetro: creava dei calchi di persone viventi e poi ne dipingeva scrupolosamente i dettagli in modo da riprodurne esattamente le vene e le macchie della pelle. Bruce Helander personaggio alquanto stravagante, grande artista e gallerista di successo, noto nel mondo dell’arte americana (e proprietario della galleria alla quale mi sono incollata per osservare il poliziotto) che ho avuto il piacere di conoscere al NSU Museum di Fort Lauderdale, in un piccolo saggio-catalogo della mostra itinerante da lui curata:” Real People-Sculpture by Duane Hanson”, partita nel 1988/89 proprio dal museo di Fort Lauderdale intervista l’artista che descrive dettagliatamente il suo processo artistico: ”Faccio prima una foto Polaroid con il modello, per studiare la variazione di un’idea e il modo in cui lavora nell’insieme. Prima mi addentravo solo in questo, ma ora scopro che questo mi aiuta a studiare la posa esatta. Facciamo lo stampo in gomma flessibile mentre  la persona viene  preparata con un grasso. Facciamo una parte del corpo alla volta. Uno stampo in gesso passa sopra la gomma e quello stampo in gomma scivola fuori dal gesso. I pezzi sono messi insieme con piccole rifiniture Poi le opere vengono rivestite con un primer acrilico. La vernice è pittura ad olio su figure in plastica dura. I capelli sono cuciti nella carne con un dispositivo ad ago”, mentre i vestiti sono indumenti comprati nei negozi di seconda mano o che appartengono al modello. 

MIA-FOOTBALL LIVE 2019. Football Player, 1981. Oil on polyvinil, football uniform and helmet, bandage, styroform cup and astrotuf. Collection of the Lowe Art Museum. University of Miami.

Le opere di Hanson sono nelle collezioni permanenti del Whitney Museum of American Art, del San Francisco Museum of Modern Art e dello Smithsonian. In occasione del Super Bowl LIV tenutosi a Miami a a febbraio di quest’anno la contea di Miami-Dade ha esposto all’aeroporto internazionale di Miami (MIA) la scultura iperrealista dell’artista Duane Hanson “Football Player” in prestito dal Lowe Art Museum dell’Università di Miami. Ma altri lavori di Duane Hanson sono in esposizione permanente sia all’Aeroporto Internazionale di Fort Lauderdale-Hollywood (FLL), con la scultura “Vendor with Walkman” che si trova nell’area ritiro bagagli del Terminal 1 e all’aeroporto internazionale di Orlando (MCO) che invece possiede “The Traveller” del 1986, posta nell’atrio del Terminal A. 

Vendor with a Walkmanby Duane Hanson, 1990. Polychromed bronze with accessories, 8x8x15′. Fort Lauderdale/Hollywood Intrenational Airport, Fort Lauderdale
Traveller by Duane Hanson, 1988. Autobody filler, fiberglass and mixed media with accessorie. Life size.

Fra le diverse opere da menzionare di Hanson c’è l’iconica “Tourists” del 1970, che rappresenta delicatamente il cliché del turista americano troppo vestito con un misto di umorismo e compassione. 

Tourist II by Duane Hanson, 1988. Fiberglass and mixed media, with accessories.

La figura di Duane Hanson è collegata a Bruce Helander, che quando era ancora studente ha perso $50.00 per una scommessa fatta con un amico che lo invitava a vedere le opere di un’”artista straordinariamente realista” e dopo aver visitato il suo studio e air pagato pegno, ha detto di lui:” ”Sono rimasto subito scioccato dalla realtà creativa (….) con la giusta dose di abilità e inventiva ci sono pochi artisti eccezionali che si avvicinano così tanto alla creazione di un oggetto reale che la maggior parte degli spettatori, di fatto, confonde un’opera d’arte con un oggetto della vita reale. La loro illusione diventa arte come complemento al mestiere del fare arte”.  

Young Shopper by Duane Hanson , 1973. Polyester and fibreglass polychromed in oil with accessores. Life size.

Quando Bruce Helander ha poi aperto la sua galleria sulla Worth Avenue ha esposto e venduto le sue opere vedendo la gente estasiata e impaurita dal realismo delle sculture. “Gli artisti che si occupano di realismo sono sempre stati incuriositi dalla remota possibilità di creare con cura qualcosa di così reale da renderlo vivo. L’unica cosa rimasta fuori dalla gente reale di Hanson è il caldo respiro del soggetto: e alcuni visitatori giurano di essere stati testimoni di un respiro rubato” ha dichiarato Helander. Non so voi, ma a me piace pensare che questo possa essere vero…

(from the title:1-Flea Market Vendor by Duane Hanson, 1990. Polychromed bronze, with accessories. Life size).

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