This post is also available in:
La Miami Art Week ha avuto un inizio costellato dai numerosi, esclusivissimi seppur affollatissimi, eventi inaugurali. Fra questi non poteva mancare l’inaugurazione delle nuove esibizioni del Museo Rubell.
La famiglia Rubell, composta da Mera, Don, il figlio Jason e la figlia-artista Jennifer, considerano una vera e propria missione far conoscere alla gente la storia dell’arte contemporanea attraverso le opere della loro collezione. (Per conoscere più approfonditamente la loro storia, potete anche leggere l’articolo di Miami Niche: http://www.miaminiche.com/the-rubell-family-inaugurates-the-museum-contemporary-arts-foundation-when-art-is-handed-down-from-generation-to-generation/ ). Fondata nel 1964 a New York City da Mera e Don, la collezione Rubell è una delle collezioni d’arte contemporanea private più grandi del mondo, che ha assunto nel 1994, la denominazione di Contemporary Arts Foundation. Nel 2018 il Rubell Museum Contemporary Arts Foundation, situato inizialment a Wynwood, ha aperto i battenti ad Allapattah in una nuova sede espositiva progettata dallo studio Selldorf Architects di New York.
L’impatto iniziale è di grande effetto, grazie alla monumentale installazione Narcissus Garden di Yayoi Kusama. Composta da 700 sfere in acciaio inossidabile, l’opera è distribuita lungo la sala centrale del museo e crea un fiume di riflessi in continua evoluzione che stimola visivamente i visitatori che nell’attraversarlo sono attirati verso la sala centrale, dove si trovano il gigantesco olio su tela di Kehinde Wiley, Sleep, ed il trittico realizzato nel 2021 da Otis Kwame Kye Quaicoe, artista in residenza ganese del Rubell Museum.
Il cuore pulsante che genera questa prospettiva, il fulcro prospettico che parte dalla galleria, è proprio un cuore, gigantesco, realizzato da Keith Haring, l’artista che i Rubell hanno proiettato nell’universo artistico. Nella stessa sezione, fra le opere esposte, sono ci sono quelle di Jean Michael Basquiat e dell’amico di Keith Haring.
Molti degli spazi e delle installazioni sono rimaste chiuse al pubblico durante l’anno di pandemia, fra queste le due Infinity Rooms di Yakoy Kusama: le uniche presenti nel sud est degli Stati Uniti denominate rispettivamente Infinity Mirrored Room- “Let’s Survive Forever” del 2017 e “Where the Lights in My Heart Go” del 2016.
L’esposizione di quest’anno ha focalizzato l’attenzione sugli artisti africani e afroamericani, che negli ultimi anni si stanno affermando nel panorama internazionale. Alcuni di loro sono stati i protagonisti di 30 Americans, la mostra itinerante che ha viaggiato per gli Stati Uniti. Una mostra provocatoria che si concentra su questioni di identità razziale, sessuale e storica nella cultura contemporanea esplorando la potente influenza dell’eredità artistica della comunità afroamericana attraverso le generazioni. Tutte le opere d’arte in mostra provengono dalla collezione permanente dei Rubell. Un catalogo completo della mostra con saggi di Robert Hobbs, Glenn Ligon, Franklin Sirmans e Michele Wallace è disponibile presso la libreria online del museo.
Sotto i riflettori, a partire da questa settimana, ci sono le opere dell’Artist-in-Residence Otis Kwame Kye Quaicoe e di Reginald O’Neal, rispettivamente artista ganese e artista locale, rappresentante del realismo figurativo. Otis Kwame Kye Quaicoe crea ritratti della sua famiglia e dei suoi amici. Nelle sue opere il colore e la trama si fondono in un unico linguaggio per rappresentare il carattere del soggetto. La tecnica usata per rendere la texture della pelle si rifà all’arte dei tatuaggi facciali, mentre lo sfondo riprende la texture delle capanne in legno e fango tipici della cultura ghanese. Durante la sua permanenza al Museo Rubell, Quaicoe ha esplorato il fenomeno delle nascite gemellari attraverso la doppia ritrattistica, esposta in questa mostra. Visto come un evento di buon auspicio, la nascita dei gemelli enfatizza il legame innato tra il regno corporeo e quello spirituale nella cultura ghanese. L’enorme trittico realizzato durante la residenza presenta una nuova tipologia del cowboy americano.
Reginald O’Neal è invece un pittore le cui opere riflettono la sua esperienza di vita in un quartiere di Miami a maggioranza afroamericana. “Il mio desiderio è quello di abbracciare ciò che non è apprezzato, sfigurato e travisato, oltre ad illustrare la vera bellezza all’interno della mia comunità. È per le persone che guardano dall’esterno, ma principalmente uno specchio per i residenti della comunità, per vederci per quello che siamo”, afferma l’artista. La mostra, “AS I AM” è composta da una serie di dipinti della prima mostra personale dell’artista, “AT THE FEET OF MOUNTAINS”, e due nuovi grandi dipinti utilizzando immagini storiche e persone presenti nella sua vita.
Oltre a loro alcuni pezzi da novanta fra i quali Genesis Tramaine che nell’opera Sanctuary comprende una serie di otto dipinti che l’artista ha creato durante le sue sei settimane di residenza al museo, nel 2020. Fortemente influenzata dalla sua educazione spirituale e dallo studio della Bibbia, di cui in questa serie raffigura figure ed episodi.
Amoako Boafo è stato invece Artist-in-Residence nel 2019. Influenzato dall’espressionismo di Egon Schiele durante i suoi studi di arte a Vienna, il suo lavoro si compone da ritratti ed autoritratti che realizza con tecnica mista, usando le dita per applicare il colore nel dipingere la pelle e il pennello e la tecnica del collage per disegnare il resto del corpo. Attraverso il suo lavoro, Amoako Boafo vuole rappresentare ed onorare i soggetti di colore nella ritrattistica: “soggetti che altrimenti sarebbero invisibili”, riferisce l’artista.
Nelle sue opere di Cajsa von Zeipel, usa invece il desiderio, la seduzione e il grottesco con i quali sfida le tradizionali rappresentazioni di genere. Le sue opere sono sculture in silicone di figure drammaticamente adornate e contorte.
Oltre alle opere che fanno parte della collezione in esposizione permanente, fino alla meta’ del prossimo anno saranno esposti i lavori di:
Hernan Bas, artista locale fra i più celebri della Florida meridionale. Il lavoro di Bas incorpora immagini romantiche e classiche, trovando ispirazione nella moda, nella cultura gotica e nei libri gialli per bambini, tra i quali The Hardy Boys. I dipinti risalgono ai primi anni della carriera di Bas, i disegni e i dipinti presentati in questa mostra possono essere letti come un’allegoria delle fasi della vita umana dall’infanzia all’adolescenza giovanile.
Yoshitomo Nara che realizza sculture e disegni che strizzano l’occhio ai manga ed ai disegni dei bambini, che realizza ascoltando musica punk ad altissimo volume.
Nathalie Ball, artista che attraverso il suo lavoro racconta la stratificazione della storia dei suoi antenati, nativi americani.
Tra gli artisti esposti al Rubell Museum ci sono anche: Nina Chanel Abney / John Ahearn / Christian Boltanski / Michaël Borremans / Cecily Brown / Miriam Cahn / Maurizio Cattelan / Jonathan Lyndon Chase / Robert Colescott / George Condo / Cui Jie / Karon Davis / Noah Davis / Lucy Dodd / Marlene Dumas / Urs Fischer / Cy Gavin / Isa Genzken / Gilbert & George / Robert Gober / Felix Gonzalez-Torres / Wade Guyton / Peter Halley / Mark Handforth Xiangyu / Jenny Holzer / Thomas Houseago / Tishan Hsu / Rashid Johnson / William E. Jones / Deborah Kass / Anselm Kiefer / Jeff Koons / Barbara Kruger / Louise Lawler / Sherrie Levine / Glenn Ligon / Liu Wei / Robert Longo / Sarah Lucas / Kerry James Marshall / Takashi Murakami / Wangechi Mutu / Oscar Murillo / Cady Noland / Celia Paul / Rudolf Polanszky / Richard Prince / Qiu Zhijie / Neo Rauch / Charles Ray / Rozeal / Sterling Ruby / David Salle / Thomas Schütte / Tschabalala Self / Cindy Sherman / Xaviera Simmons / Vaughn Spann / Mike + Doug Starn / Haim Steinbach / Philip Taaffe / Aya Takano / Henry Taylor / Mickalene Thomas / Ryan Trecartin / Rosemarie Trockel / Luc Tuymans / Mary Weatherford / Paloma Varga Weisz / Kehinde Wiley / David Wojnarowicz / Jordan Wolfson
/ Christopher Wool / Purvis Young / Lisa Yuskavage / Zhu Jinshi / Allison Zuckerman
(on the title: Flamboyant Posture by Artist-in-Residence Otis Kwame Key Quaicoe, 2021. Oil on canvas, 72×72”. Acquired in 2021)