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Il Design Miami, giunto alla sua 15ma edizione, è la fiera sinonimo di design da collezione, che ha occupato quest’anno gli spazi del Pride Park, esattamente di fronte all’ingresso di Art Basel nel Convention Center. La fiera che ha il suo omonimo a Basilea, Svizzera, ha raggiunto quest’anno una qualità di livello museale con 15 progetti Curio, collaborazioni ed installazioni satellite sparse per Miami e Miami Beach e la bellezza di 34 gallerie provenienti da 15 paesi al mondo (e con alcune new entry fra le quali: la Erik Thomsen Gallery di New York, la Galerie Scene Ouverte di Parigi e la AGO Projects di Città del Messico) che hanno riconfermato Design Miami un vero e proprio successo con vendite straordinarie.
In mostra oggetti di design da collezione che includono opere del XX secolo e straordinari pezzi di design del XXI secolo che hanno richiamato collezionisti pubblici e privati di design storico e contemporaneo fra i più importanti al mondo, fra questi Al Elber, avido collezionista, autore del blog Scoop on Design e membro Fiduciario, del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum.
Al Elber è stato inoltre, per l’occasione, membro della giuria Best of Show Award, composta anche da: Lee Mindel (architetto, designer d’interni e storico affermato), Aric Chan (Curatorial Director, Design Miami), Sarah Harrelson (Editor in Chief of Cultured) e Dennis Scholl (Presidente e CEO di Oolite Arts).
I membri della giuria hanno premiato i lavori ed opere esposte al Design Miami e distinte per categorie: per la categoria Best Contemporary Work ha vinto Savage Chair (Stool) di Jay Sae Jung Oh (2019) presentata da Salon 94 Design; la Best Curio Presentation è stata attribuita a Fine Tuning di Claudia Moreira Salles e presentata da ESPASSO, mentre il Best Historic Work è stato attribuito alla classica senza tempo Beugelstoel di Gerrit Rietveld (1927) esposta dalla Galerie VIVID.
La presentazione stampa ufficiale si è svolta nel nuovo ed elegante spazio adibito a Design Forum e Media Suite, progettato dallo SCAD- The Savannah College of Art and Design-, giocato sul velluto blu, verde e rosa della moquette e sul verde acqua delle pareti. È stata proprio l’acqua il tema dominante dell’edizione 2019 con tutto ciò che rappresenta e che ne consegue alle soglie del 2020.
Alla rassegna, l’onnipresente sindaco di Miami Beach Dan Gelber, che ha sottolineato il sense of place che Design Miami, con Art Basel e tutto l’entourage ha saputo creare nella città di Miami Beach. L’idea, come ribadito in seguito da Craig Robins, presente con Bernt Stadiwieser -membro con Robins del Board di Design Miami- è partita sulla scia della Biennale di Venezia quindici anni fa, e da allora di strada ne ha fatta parecchia diventando uno dei punti di riferimento per il design nel mondo. Jennifer Roberts e Arien Chen, rispettivamente Chief Executive Officer e Curatorial Director dell’esposizione hanno fatto una breve introduzione riguardo alle gallerie ed ai progetti proposti ringraziando i preziosi sponsor fra i quali: Lexus, la Maison Perrier-Jouët, che quest’anno ha collaborato con l’italiano Andrea Mancuso nella realizzazione di sei bicchieri della linea Metamorphosis, che combinano l’artigianato tradizionale alla tecnologia moderna e che sono stati presentati in una sorta di grotta immersiva composta da migliaia di pezzi di ceramica che rimandano ai vigneti della maison e alle sue cantine; Swarovski che ha presentato l’installazione Water: uno spazio immersivo che onora il mondo dell’acqua e della foresta come fonte inesauribile di ispirazione per il brand, infine Cosentino che ha collaborato con il duo PATTERNITY nella presentazione di Liquid per Dekton: la superficie di grande formato ultracompatta all’avanguardia che mostra un pattern ispirato alla fluidità dell’acqua.
Oltre agli sponsor, i numerosi partners fra i quali: FENDI che ha proposto alcuni dei dieci pezzi di design che fanno parte dei Roman Moulds progettati da Kueng Caputo e destinati a decorare il colonnato esterno della sua sede storica nel Palazzo della Civiltà Italiana a Roma. E poi, Louis Vuitton e i suoi Objets Nomade (favolosa la poltrona Bulbo di Campana Brothers); Evian, che ha proposto una Limited Edition della bottiglia in vetro disegnata da Virgil Abloh e Delta Airlines che, in collaborazione con The Sacred Space Miami, ha presentato una fra le più grandi installazioni mai esposte prima all’interno degli spazi del Design Miami: Roots, dell’Atelier Marko Brajovic, curata dalla famosa Ximena Caminos e prodotta da Alberto Latorre.
Infine i suoi partner-satellite fra quali Officine Panerai e il Miami Design District con il quale ha collaborato il designer messicano Fernando Laposse che ha creato le sue Pink Beasts sparse per il quartiere (per approfondimenti si legga l’articolo del 18 Dicembre: Cosa sono le strane Pink Beasts che hanno invaso il Design District?).
Il livello museale dell’esposizione ha toccato quest’anno livelli artistici molto alti che si sono concretizzati nel core-business di Design Miami: le Gallerie ma anche nelle piattaforme Curio. Fra le gallerie la AGO Projects di Mexico City e New York, che incoraggia la bellezza di opere fatte a mano supportando artisti e designer che hanno un livello elevato di consapevolezza sociale e ambientale e che si battono per una società più equa, fra le opere in esposizione le panche di Fernando Laposse che richiamano le Pink Beats. Nella Jason Jacques Gallery ,le “Moss People”, le sculture in argilla a grandezza naturale e rivestite di muschio di Kim Simonsson, raffigurano bambini che guidano lo spettatore in un mondo fantasioso e fiabesco ispirato alle foreste della Finlandia, terra natia dell’artista. Non sono mancate poi presenze fisse come CONVERSO, la galleria fondata nel 1994, che è diventata nel tempo uno dei rivenditori più apprezzati d’America con mobili di architetti, rari prototipi e Limited Edition fra i più ricercati dai collezionisti. La Southern Guild ha esibito invece design contemporaneo da collezione dei talenti più avvincenti provenienti dal Sudafrica fra i quali Porky Hefer, e le sue meravigliose sedute vernacolari sospese, che già lo avevano visto protagonista lo scorso anno.
Fra le gallerie in esposizione due italiane: la Galleria Antonella Villanova di Firenze che promuovendo il lavoro di artisti di gioielleria di fama internazionale offre una nuova interpretazione estetica e concettuale dell’ornamento, con progetti legati al design e all’arte contemporanea; ed Erastudio Apartment-Gallery, fondata da Patrizia Tenti che ha sede nel quartiere di Brera a Milano e che espone pezzi unici, prototipi, edizioni limitate e progetti esclusivi creati da maestri storici e contemporanei con un occhio di riguardo per pezzi d’arte e design relativi all’era dell’architettura radicale italiana degli anni ’60 -’70.
Tra le gallerie che hanno portato nomi storici del design: la Galerie Patrick Seguin, con sede a Parigi e a Londra, con pezzi di Le Corbusier e Jean Prouvé e The Moderne Gallery di Philadelphia con lavori di Harry Bertoia e Paul Frankl.
Fra i progetti Curio, che invitano designer, architetti, curatori, innovatori e galleristi a presentare ambienti immersivi di oggetti, manufatti e idee che sfidano e contestualizzano narrazioni di design con particolare cura verso presentazioni di ricerca scientifica e tecnologica, artigianato e produzione creativa, hanno presenziato: In Circulation, il progetto presentato da Rooms Studio dei sovietici Nata Janberidze and Keti Toloraia: un progetto che nasce dai ricordi di bambini legati al concetto di libertà espresso attraverso i graffiti di due panche in cemento, le “Bus Stop Benches”, create in collaborazione il visual artist georgiano Max Machaidze; la collezione Tangara di Luis Pons Design Lab, che utilizza la cerniera del legno come metodo funzionale e costruttivo per creare sistemi che danno vita ad elementi di raffinata e complessa carpenteria. La Harry Alle Design presenta invece Portrait Vessels: sculture in ceramica stampata in 3 D che sono realizzate grazie ad una sofisticata forma di scansione (presente in fiera) che riproduce volti e mezzibusti che si possono poi personalizzare con smalti e finiture come l’oro e il platino.
Oltre all’esposizione vera e propria parimenti importante è stata la formazione culturale con la presentazione durante i differenti giorni di 18 Talks ai quali hanno partecipato esperti di settore, creativi, collezionisti e critici che influenzano la produzione del design, e che hanno trattato temi inerenti la città di Miami come quello relativo all’apertura del Museo Rubell con un talk incentrato sull’architetto Annabelle Selldorf (Progettare spazi per l’arte) che ha parlato di una delle più grandi istituzioni d’arte contemporanea di Miami, o il problema dell’acqua (A / D / O: progettazione di idee future sull’acqua-) che affronta le sfide sull’urgente necessità di reinventare la cultura dell’acqua per il ventunesimo secolo e il ruolo dei progettisti nel rispondere in modo fantasioso alle sfide della crisi idrica globale, una realtà che interessa non solo Miami ma il mondo intero; ma anche temi di interesse generale quali: Fibre naturali e coloranti nel design contemporaneo: workshop e dibattito con Fernando Laposse, Angela Damman e Jacopo Mendoza, Il potere trasformativo del design e ancora, con la straordinaria rappresentanza di Wolf Burchard (Associate Curator del Dipartimento di Scultura europea e arti decorative del Metropolitan Museum of Art) il talk Strano e bello: Unorthodox affronta le nuove gallerie britanniche del Met, con la discussione dell’apertura prevista per il 2 marzo 2020 delle rinnovate Gallerie britanniche che contano 700 opere di arti decorative e design create tra il 1500 e il 1900.
Tutto e ancora di più per Design Miami che ha definito come il design sia la giusta misura di forma e funzione perchè un buon pezzo di design ha la capacità di trasformare la nostra visione, influenzare le nostre percezioni e alterare la nostra realtà.
Nell’attesa di prendere parte a Design Miami/Basilea dal 16 al 20 giugno 2020, non ci rimane che acquistare la nuova e più autorevole bibbia del design presentata proprio in occasione di Design Miami: Atlas of Furniture Design, pubblicato dal Vitra Design Museum.
Buona lettura.
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