This post is also available in:
Ad un passo dai caotici parchi divertimento di Orlando, a Winter Park, c’è la Charles Hosmer House, meglio conosciuta come Morse Museum of American Art, la più grande collezione al mondo di oggetti, lavori e dipinti eseguiti da Louis Comfort Tiffany.
Figlio di Charles Louis Tiffany, celebre fondatore della omonima gioielleria sulla V strada a New York, oggi Tiffany & Co., Louis Comfort Tiffany è stato il primo direttore creativo della maison. Ciò nonostante decise di intraprendere un’altra strada, quella artistica, perseguendo l’ideale di ricerca della bellezza e diventando uno dei più celebri artisti e designer del XIX secolo. Ha lavorato, fra gli altri per il celebre scrittore Mark Twain ad Hartford, nel Connecticut, per l’industriale farmaceutico Candace Wheeler e per il XXI Presidente degli Stati uniti d’America, Chester Arthur, dipingendo la stanza Blu, la stanza est, il corridoio e la sala da pranzo di stato della Casa Bianca.
Louis Comfort Tiffany
Come artista fu eletto Membro dell’Accademia di Design a soli 23 anni ma a 24 anni decise di dedicarsi alla chimica e nello specifico alle tecniche di lavorazione del vetro registrando un brevetto per vetri opalescenti: trattamento radicalmente nuovo in cui diversi colori venivano combinati e manipolati per creare una gamma senza precedenti di tonalità ed effetti tridimensionali il più veritieri possibili alla rappresentazione tridimensionale della natura, sua primordiale fonte di ispirazione, consentendo in questo modo alla forma di essere definita dal vetro stesso piuttosto che dipinta sul vetro.
Il fascino della natura e l’affinamento delle tecniche gli consentirono di creare i Fevrile -dal vecchio inglese, fatto a mano- dei vasi che acquistarono in breve tempo notorietà per i colori brillanti e le superfici iridescenti.
La sua tecnica moderna e avanguardista, fu presentata a Parigi alla Galleria di Siegfried Bing, e presenziò all’Esposizione Universale di Parigi del 1900 con le Quattro Stagioni, con le quali vinse il premio delle arti applicate e ricevette il titolo di Cavaliere della Legione d’Onore. Con l’esposizione di Parigi furono gettate le basi per quella che divenne l’art Nouveau.
Tuttavia la tecnica di Louis Comfort venne aspramente criticata dalla scuola del vetro di più antica tradizione gotica che rifiutava l’opalescenza in favore dell’uso di un colore uniforme su vetro trasparente.
Le indubbie doti artistiche e le abilità manuali al pari del fine genio ed intelletto, hanno reso questo personaggio degno di essere associato alle famose Lampade Tiffany e lampade in stile Tiffany, da non confondersi con le prime, originali, prodotte tra il 1800 e il 1900 e caratterizzate da un marchio registrato Tiffany Studios New York. Le lampade in stile Tiffany sono fatte da mani esperte e richiamano per tipologia la tecnica impiegata vale a dire forgiatura in stagno e coloratissimi vetri opalescenti ma non sono attribuibili a Louis Confort e alla sua compagnia.
Fonti storiche più o meno attendibili rivelano che Louis Comfort Tiffany fosse affiancato in verità da Clara Driscoll suo supervisore e referente di una squadra di artigiane, categoricamente donne di talento, le “Tiffani’s Girl” ma che in realtà pare fosse essere anche la vera forza creativa nascosta dietro un oggetto leggendario nella storia delle arti decorative americane: la lampada Tiffany.
Entrare al Morse Museum è una vera e propria scoperta perchè si scopre che Louis Comfort Tiffany è stato anche pittore, decoratore, architetto, fotografo, designer di ceramiche e arredi, gioielli e smalti.
Sue sono le vetrate incantevoli e i rosoni rappresentanti personaggi sacri.
Sua la Chapel, la cappella interna realizzata per l’esposizione colombiana del 1893 a Chicago: in stile romanico-bizantino, con archi e colonne rivestiti in mosaico che risaltano l’abilità artistica e artigianale nella produzione di beni ecclesiastici, spaziando dai paramenti e dagli arredi, ai mosaici e ai vetri piombati.
La cappella, smantellata dopo l’esposizione, fu inizialmente ricomposta, dopo diverse peripezie prima a Laurelton Hall, la tenuta di campagna dei Tiffany a Long Island, e sedici anni dopo la morte di Louis Comfort, a seguito di un incendio, fu definitivamente acquistata, con altri preziosi dell’artista da Hugh e Jeannette McKean di Winter Park.
Jeanette McKean fu la fondatrice del Morse Museum, così chiamato in onore del nonno Charles Hosmer Morse, industriale di Chicago, filantropo e benefattore di Winter Park. Il marito Hugh fu invece direttore del museo per cinquantatre anni oltre che uno dei massimi conoscitori di Louis Comfort Tiffany. Dopo due anni di intenso lavoro e ricerche dei vari pezzi andati dispersi nell’incendio la Fondazione Morse riuscì a riprodurre fedelmente la Chapel riportandola all’antico splendore.
È straordinaria l’idea di sentirsi fisicamente all’interno di un’opera d’arte circondata da rosoni rappresentanti immagini sacre che adornano l’altare e la fonte battesimale finemente rivestiti di mosaici e sovrastati da uno splendido lampadario color verde smeraldo magistralmente lavorato a forma di croce.
Sul retro di una colonna della cappella si può scorgere in modo quasi timido, un piccolo quadro, un disegno ad acquerello datato 1894, perfettamente conservato e rappresentante l’immagine della cappella.
Numerosi sono i bozzetti per la realizzazione delle vetrate stagnate e altrettanto numerosi i dipinti ad acquarello e ad olio. Da togliere il fiato il libro con i bozzetti disposti a collage e rifiniti ad acquarello per la realizzazione dei gioielli minuziosamente lavorati dai disegni tutt’altro che semplici, poi a loro volta riprodotti e disposti a lato della teca con il libro.
Oltre tutto ciò si possono contemplare arte e oggetti architettonici dalla sua tenuta di campagna a Long Island, la Laurelton Hall, della quale sono stati ricostruiti alcuni spazi, fra questi la Dining Room, la Living Room, la Reception Hall e una parte della Daffodils Terrace, che fungeva da legante tra l’interno della casa l’esterno essendo costituita da semplici colonne in marmo di Carrara sormontate da capitelli in cemento rifiniti con preziosi narcisi in vetro.
Girovagando fra le differenti stanze del museo, soggiogati dal fascino dell’ambiente si arriva alle stanze nelle quali sono raccolte opere d’arte di contemporanei americani del diciannovesimo secolo, splendidi paesaggi e fieri ritratti di uomini, donne e bambini che hanno fatto la storia della famiglia e del museo. Uno fra tutti colpisce l’occhio del visitatore non solo per la teatralità del paesaggio ma anche per precisione del dettaglio, è il The Dome of the Yosemite, di Albert Bierstadt, commissionato da LeGrand Loockwood per la sua casa in Connecticut, porta lo spettatore a guardare esattamente dal punto di vista dell’artista un paesaggio western maestoso che comprende la cascata dello Yosemite, la cupola nord e la mezza cupola del vicino Columbia Rock.