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La XXII edizione della Portrait Society e iniziata ufficialmente con la lezione impartita dal vivo dall’artista-poeta Robert Liberace che come promesso ha intrattenuto il pubblico con i suoi insegnamenti per una buona causa: il ricavato del costo del iscrizione ($10.00) è andato interamente a favore del Edward Jonas Memorial Fund.
Edward Jonas, co-fondatore e presidente della Portrait Society of America, scultore e ritrattista di fama internazionale, si è spento a giugno di quest’anno a seguito di una brutta caduta, lasciando un grande vuoto nelle persone che lo hanno conosciuto e che hanno pertanto deciso di portare aventi il suo ricordo attraverso l’istituzione dell’Edward Jonas Memorial Found. L’Edward Jonas Memorial Found consiste nella distribuzione di scholarship da dedicare agli studenti virtuosi e bisognosi. Celebre è la sua filosofia e la sua pratica di vita che riassume anche la sua attiva partecipazione nella Portrait Society of America:” ”Mentre l’arte astratta parla all’artista, l’arte realistica parla al mondo”.
Robert Liberace, ha dato come al solito il meglio di sé nella realizzazione del workshop: dimostrazione della realizzazione di un ritratto a mezzo busto con charcoal, pastello Conté bianco e sanguigna. Una dimostrazione che è stata suddivisa in diversi step partendo dalla basi del disegno e delle proporzioni in generale attraverso linee dinamiche, “vibranti”, per poi proseguire il lavoro suddividendolo in segmenti. Robert Liberace non si è, come al solito, risparmiato su consigli pratici, tecniche, nozioni di anatomia artistica e culturali che hanno spaziato dalle tecniche dei grandi come Charles Bargue, J.S.Sargent, Rubens, Mariano Fortuny, Leonardo da Vinci e tanti tanti altri. Modella d’eccezione per l’evento è stata la splendida figlia, e artista con la “A” maiuscola, Celia Liberace, perchè si dice: “buon sangue non mente”. Celia è stata recentemente insignita del premio ARC per la Da Vinci Initiative Category per giovani talenti.
L’iniziativa a favore dell’Edward Jonas Memorial Found ha raggiunto oltre 1400 persone che si sono collegate virtualmente da tutto il mondo. Un ringraziamento speciale nell’allestimento del workshop va riconosciuto anche alla moglie di Liberace, Lina e alla figlia Ava che hanno partecipato, lavorando al backstage per la realizzazione di questo progetto importante.
La giornata è proseguita con Mary White, tra i membri fondatori della Portrait Society of America che ha svelato il nome dei tre artisti vincitori del “Self Portrait Project”. Standing ovation quindi per: Coulter Prehm, del New Mexico, che si è classificato primo in classifica, seguito da Ronilo Abayan, dalle Filippine, e da Sharif Sadiq, di New York.
Mary White ha inoltre parlato del suo grande progetto allestito interamente in sordina, che l’ha portata a conoscere persone in tutta l’America e a provare esperienza che se non fosse stato per l’arte mai avrebbe provato. Il suo grande progetto che si intitola “We the People: Portraits of Veterans of America” è stato allestito in ben 7 anni di lavoro costante e assiduo e si compone di 50 acquerelli di grandi dimensioni -uno per ogni stato d’America-, che rappresenta un veterano per ogni stato.
Un commovente ed importante tributo ai più grandi patrioti della nostra nazione – gli uomini e le donne che hanno servito il nostro Paese con coraggio, altruismo e onore. Persone che hanno onorato la patria e in cambio hanno ricevuto un trattamento non del tutto consono agli onori che gli spettavano: un’alta percentuale di veterani d’America, abbandonati dalle istituzioni, soffre infatti di importanti depressioni post traumatiche che li portano a rinunciare alla propria vita, diventando homeless o addirittura a suicidarsi. Mary White ha a tal proposito istituito nel 2019 il Patriot Art Foundation: attraverso questo progetto vuole aiutare i veterani a rimettersi in piedi e a riprendere in mano la propria vita. I suoi straordinari acquerelli -osservandoli riesce addirittura difficile pensare che sono acquarelli- sono attualmente in mostra in Ohio e faranno tappa in altri stati d’America tra i quali l’Alabama, e Washington, D.C. Per avere informazioni circa la mostra visitate il sito: www.marywhyte.com.
La giornata si è conclusa con una lunga e piacevole intervista -che definirei più una chiacchierata tra artisti- nella quale Michelle Dunaway ha intervistato John Coleman. Nessuno dei due, nell’ambiente artistico necessita di presentazioni, ma essendo i lettori provenienti da diverse zone d’Europa, penso sia necessario fare una piccola precisazione in merito, visto che non tutti sono al corrente di quella che è la brillante scena artistica americana.
Michelle Dunaway è una grande pittrice di fama internazionale che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti anche dalla Portrait Society of America che dall’ARC -Art Renewal Center-. Appassionata di tutti i generi artistici, il suo grande amore rimane tuttavia il ritratto. Tra le varie opere degne di nota c’è il ritratto fatto a Richard Schmidt, suo mentore e grande e rinomato personaggio artistico riconosciuto soprattutto per l’abilità della pittura “Alla Prima”. Michelle Dunaway è rimasta impressionata dalla opere di Coleman ancora prima di diventare artista: ricorda infatti a distanza di molti anni quando, durante la high school si è trovata ad ammirare una sua scultura a Santa Fe, rimanendone impressionata. Oggi che i due si conoscono da tempo è davvero emozionante vederli interagire con il senno di ciò che è stato e di quel che è, trovandosi -in videoconferenza- uno di fronte all’altro.
John Coleman è invece uno dei piú autorevoli scultori western contemporanei. Coleman è membro della National Sculpture, dal 1999 fa parte della National Sculpture Society di New York e dal 2001della Cowboy Artist of America. Originario della California ha studiato all’Art Center for Design di Los Angeles ed è dal 1994 che scolpisce a tempo pieno. Rapito dall’opera il Ratto di Proserpina del Bernini, in particolare dalle dita di Plutone che sembrano entrare nella coscia di marmo di Proserpina, come fosse carne, John Coleman fa delle sue opere scultoree in bronzo dei veri e propri capolavori in grado di far emergere tutto il dinamismo e il movimento pur trattandosi di una opera scultorea.
Non sono da meno i suoi lavori sia a carboncino che ad olio nei quali rappresenta la cultura dei nativi d’America con i quali ha instaurato u traportò di reciproca stima e rispetto e dai quali ha avuto molto da imparare. Le sue opere sono un inno alla donna che secondo Coleman svolge un ruolo fondamentale nella società, qualunque essa sia, e che pertanto è rappresenta con forza, dignità e con la potenza vitale per la quale è stata creata. Coleman sostiene non sia ius caso che la donna vive più degli uomini poichè alla donna spetta il compito di portare avanti la famiglia e la vita”. Nel suo elogio alla forza della donna ricorda anche la forza della madre e aggiunge :” Le donne hanno un genere di ali differenti rispetto agli uomini”. Nelle sue opere non mancano riferimenti mitologici che sulla scia dello spirito e della vita dei nativi americani consentono di mettere in connessione la natura e lo spirito.
Coleman sostiene ci sia una sorta di “moralità universale” che ci ricongiunge tutti. Ha una visione personale dell’arte per la quale non sceglie mai un soggetto particolare ma lascia che lo spettatore interpreti il personaggio secondo il proprio vissuto: questo è ciò che fa grande l’arte ed è ciò per cui ammiriamo i personaggi che hanno fatto la storia dell’arte nel tempo. Coleman sostiene che la gente dovrebbe possedere un vocabolario e un linguaggio comune che non tutti purtroppo possiedono ed è questo ciò che consente di distinguere un artista che non compone quantificando il tempo impiegato nella realizzazione di un’opera, dal’’artista che vuole fare clamore o semplicemente stupire. L’arte possiede un vocabolario preciso che, se si ha la fortuna di conoscere, ci consente di entrare in connessione l’un l’altro come le note di una musica di Mozart suonata al pianoforte.
Rimanete connessi con Miami Niche: quella di oggi sarà un’altra giornata ricca ed emozionante con nuovi artisti e interessanti conferenze.
(from the title: Worldwide Drawing the Figure with Robert Liberace. Celia Liberace model).