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Fra i più grandi rappresentanti del Rinascimento settentrionale, Albrecht Dürer, nato nel 1471, è stato uno fra i più grandi pittori, incisore, e matematici della storia dell’arte. Ho avuto la possibilità, nel 2015, poco prima di trasferirmi negli USA, di soggiornare a Norimberga per visitare la casa dove ha vissuto dal 1509 in poi: una massiccia casa a graticcio contenente una grande macchina da stampa e oggetti riferimento simili a quelli utilizzati dall’artista. È stata una visita molto affascinante anche solo per l’atmosfera che si respira e che ci riporta a quella del tempo. Dopo l’apprendistato presso lo studio del papà (orafo rinomato) ha imparato arte nella bottega di Michael Wolgemut per poi partire per l’Italia: il primo dei due viaggi compiuti in Italia, nei quali ebbe modo, oltre che di comporre opere d’arte importanti, anche di conoscere i grandi rappresentanti del Rinascimento Italiano e di connettere l’arte rinascimentale Italiana a quella settentrionale. Tornato definitivamente a Norimberga ha lavorato principalmente alla tecnica di incisione su lastra di rame e xilografia (incisione su legno) creando alcune delle opere più conosciute prodotte con questo mezzo, fra queste Melencolia I del 1514: l’autoritratto spirituale di Dürer, rappresentato ironicamente da un artista paralizzato e impotente, che esemplifica la potenza artistica di Dürer al suo massimo splendore.
Melancolia I è una delle tre grandi stampe del 1513 e del 1514 note come le sue Meisterstiche (incisioni magistrali): ciascuna corrisponde ad una delle tre virtù della scolastica medievale, quella morale, quella teologica e quella intellettuale. Le sue Meisterstiche rappresentano, oltre alla complessità del pensiero di Dürer e della sua epoca, anche l’apice dell’abilità tecnica dell’artista nella gestione delle luci e delle ombre e nella padronanza della linea incisa. Ho avuto modo di vedere, giusto l’anno scorso, la serie meno conosciuta “Small Passion” esposta al Brooks Museum di Memphis, Tennessee: 35 opere a carattere religioso (al tempo molto richiese e che ebbero molto successo) che furono stampate come libro a Norimberga nel 1511. Quando Dürer morì, a 57 anni, fù considerato uno degli artisti più famosi del suo tempo, superato solo da Michelangelo e Raffaello. Nella sua vita ha composto tre autoritratti, l’ultimo del 1500, è considerato dagli storici dell’arte come il più personale, iconico e complesso dei tre.
L’opera selezionata è la mia preferita, per la semplicità della tecnica che ha però una straordinaria resa emotiva. Composta in semplice carboncino su carta rappresenta la madre dell’artista, Barbara Dürer, nata Holper, poco prima della morte avvenuta a 63 anni. Questo è il secondo e ultimo ritratto dedicato alla madre, il primo è dipinto ad olio su pannello di legno di quercia che la rappresenta a 39 anni. Dürer in questa seconda opera la rappresenta in un realismo severo che lascia trasparire chiaramente l’imminente passaggio a miglior vita di questa donna, data in sposa all’età di 15 anni, che ha messo al mondo con il marito, 18 figli (solo due sopravvissuti). I suoi occhi che sembrano oggettivamente sferici per via del solco nelle palpebre sembrano guardare nel vuoto mentre la pelle raggrinzita dall’età aderisce perfettamente allo scheletro dando all’osservatore il senso di decadenza della vecchiaia. Sembra quasi che l’artista la voglia rappresentare con durezza e crudeltà vista l’anatomia precisa con la quale la disegna, in realtà per lei ha parole premurose e gentili. Oltre alle parole riportate in alto a destra, nella quale l’artista scrive un memorandum: ”Questa è la madre di Albrecht Dürer quando aveva 63 anni e morì nell’anno 1514, martedì prima della Settimana della Rogazione (16 maggio), circa due ore prima del tramonto”, per lei usa parole compassionevoli nominandola come :”…pia Madre…che ha avuto spesso la peste e molte altre malattie gravi e strane, e ha sofferto grande povertà, disprezzo, parole beffarde, terrore e grandi avversità. Eppure non portava alcuna malizia…Le ho ripetuto le preghiere. Mi sentivo così addolorata per lei che non riuscivo ad esprimerlo. Dio sia misericordioso con lei”. Un capolavoro.
Opere del titolo: Ritratto della madre dell’artista all’età di 63 anni di Albrecht Dürer, 1514. Carboncino su carta. Kupferstichkabinett Berlin.