This post is also available in:
Durante la Miami Art Week oltre all’apertura del atteso -e grandioso- Rubell Museum of Art, a un anno esatto della dichiarazione di voler ampliare la propria sede espositiva, un altro grande personaggio -benefattore e filantropo cui è stato intitolato il meraviglioso Pérez Art Museum- ha deciso di aprire uno spazio parallelo in modo da poter esporre le opere d’arte che altrimenti sarebbero state riposte in uno storage: si tratta Jorge M. Pérez e del nuovo El Espacio 23. Le opere in esposizione, appartenenti ad artisti internazionali e sono parte della collezione personale di Jorge M. Pérez che, come ha dichiato, saranno lasciate in dono al al PAMM -Pérez Art Museum Miami-, quando passerà a miglior vita. El Espacio 23 ha aperto i battenti al pubblico il 2 dicembre e prende il nome dall’omonima via sulla quale si affaccia nel quartiere di Allapattah e che si estende su 2800 metri quadri.
Allapattah sta diventando la versione 2.0 di Wynwood con tutti gli annessi e connessi legati alla gentrificazione che favorirà i proprietari delle case con un notevole aumento del valore di mercato degli immobili e penalizzerà gli affittuari che non potranno più permettersi i costi dell’affitto. El Espacio 23 espone attualmente 100 opere appartenenti a 80 artisti.
L’apertura ufficiale dello spazio espositivo dal tema Tempo di Cambiare: arte e Agitazione Sociale nella Collezione di Jorge M. Pérez, curata da José Roca, un tempo curatore per l’America Latina alla Tate di Londra, e attualmente direttore artistico di FLORA ars + natura, è strutturata attorno a temi che organicamente stabiliscono un dialogo e le correlazioni tra i pezzi, non necessariamente riuniti in un argomento. È interpretato da artisti internazionali, a differenza del Pérez Museum of Art che mette in evidenza (fatta eccezione per Zhao Gang) opere di artisti latino americani e caraibici.
L’esposizione, che nel complesso tratta temi relativi ad esilio, sconvolgimento sociale e disuguaglianza economica, è distinta in sei zone espositive, curate dall’Art Director di El Espacio 23, Patricia Hanna: Storia intrecciata, Estrazione e Flussi, Artivismo: arte nella sfera sociale, Terrore esercitato dallo Stato, Politiche Spaziali, e Chiamate di Emancipazione.
Numerosi gli artisti in esposizione fra i quali l’italiano Michelangelo Pistoletto, Ai Weiwei, Kara Walker, Ana Mendieta, Genevieve Gaignard, Daniel Otero Torres e lo straordinario artista locale Gonzalo Fuenmayor con i suoi chiaroscuri.
Nella realizzazione del complesso strutturato su due piani, in perfetto stile industriale e affidato alle competenze dell’archistar danese, il futuristico Bjarke Ingels del Bjarke Ingels Group (BIG), sono stati ricavati tre studi artistici per le residenze d’artista in modo da offrire agli i artisti ospiti un’integrazione a 360 gradi nel mondo dell’arte.
Tra gli artisti residenti in questo periodo: Agustina Woodgate e Alberto Baraya.
Un altro indirizzo da segnare e non perdere a Miami.
(On the title: SDF by Maurice Mbikayi, 2019)
.