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Alfred Conteh, alto, imponente, sembra essere uscito direttamente da uno dei suoi mastodontici dipinti. Ospite della Fountainhead Residency gestita dagli adorabili padroni di casa Kathryn e Dan Mikesell, a proposito dei quali Conteh dice: “Una grandiosa e piacevole esperienza, innanzitutto perchè i Mikesell sono persone di tutto rispetto, devote come pochi all’arte e agli artisti che entrano a far parte della loro community e che di conseguenza si prendono a cuore, consentendogli di vivere a 360 gradi tutto l’entourage artistico di Miami. È stata un’esperienza grandiosa anche perchè mi ha dato la possibilità di lavorare assiduamente ai miei lavori: In un mese di residenza sono riuscito a combinare più di quanto faccio nel mio studio, lavorando anche per dodici ore consecutive” .
Nato a Fort Valley, ad un’ora e mezza da Atlanta, (classe 1975) Alfred ha un fratello gemello ed una sorella più grande, che come lui sono stati educati dai genitori alla storia, alla cultura e al rispetto che lo hanno portato a perseguire la strada dell’arte in senso narrativo e scultoreo. Nel particolare l’artista ha coniugato alla cultura la passione per i comics e i cartoni animati e ne ha fatto la sua strada, conseguendo il suo Bachelor in belle arti alla Hampton University nel 1997, ed il suo Master alla Georgia Southern University, nel 2004.
Da qualche anno vive nella capitale del Peach State e lavora in uno studio che, per i volumi dei suoi lavori, “Richiederebbe più spazio”, dice ridendo Alfred.
I suoi lavori spaziano dalla scultura (la sua forma d’arte prediletta) alla pittura su tela o su carta, in acrilico e in olio, senza fasi di percorso con un prima e un poi. Pur non rifiutando assolutamente l’arte canonica si definisce molto attratto dai materiali non convenzionali che sperimenta concretamente fino a dominarne la materia. Sia nelle opere scultoree che nei dipinti usa frequentemente polvere atomizzata di acciaio, bronzo e ottone, resina epossidica e fiberglass, mentre per le sculture, sempre su larga scala, utilizza per lo più acciaio, pasta epossidica alluminio, bronzo e ottone atomizzato in polvere e uretano plastico. Sono materiali che bisogna saper conoscere per poterli gestire, ma che a detta di Conteh “Non c’è miglior sistema di conoscenza se non la messa in pratica diretta, che consente di familiarizzare con i materiali fino a dominarli in modo da avere una visione completa di come e in quale maniera reagiscono in funzione dell’impiego stabilito. Continuo ad imparare mentre faccio pratica e in questo modo riesco ad espandere la mia arte verso nuove frontiere. Mi affascina molto anche il mondo multimediale verso il quale vorrei avvicinarmi” dice l’artista.
Durante la permanenza nella Fountainhead Residency ha prodotto solo lavori su canvas e carta per motivi logistici ma vista la misura dei suoi lavori ha dovuto lavorare negli Studio, in separata sede rispetto ai suoi compagni di residenza, per via degli ambienti nettamente più grandi che lo hanno facilitato nella realizzazione delle sue opere. Se durante l’Open Day della Fountainhead, noi di Miami Niche avevamo avuto modo di vedere alcuni suoi lavori, due dei quali di grande formato, quello appena ultimato ed esposto negli studi Fountainhead è addirittura grande il doppio. Rappresenta due personaggi di Atlanta: Maurice (sulla sinistra) ed Anthony (sulla destra) che sono personaggi conosciuti nell’ambiente della musica di Atlanta: il famoso DJ Unk (nickname) ed il musicista Maurice.
Osservando il dipinto, l’impatto è molto forte, ma è solo quando ci si avvicina e lo si osserva con attenzione che si possono scorgere le particolarità: la trama della tela si inspessisce per via dei molteplici strati di pittura (Conteh riesce a stendere fino a cinque/sei starti di pittura) misti a polveri di metalli atomizzati che conferiscono alla tela quasi una struttura portante talmente è spessa. Osservando i lavori di Alfred si ha come la sensazione di sentirsi parte dell’opera, per cui nella stanza dei Fountainhead Studio c’eravamo io, Alfred, Anthony e Maurice che con la mano mi fa il segno del quattro, indicandomi un quartiere di Atlanta, mi spiega Alfred. Conteh utilizza simboli del folklore sudamericano che caratterizzano i personaggi e che non appartengono a riviste patinate o a fotografie post posa, ma è gente della sua comunità che conosce personalmente e che con onestà, riproduce su tela in modo assolutamente autentico. Nella serie Two Front -Due Fronti- è possibile osservare la sovrapposizione degli strati di pittura sulla tela perché il processo artistico di Conteh prevede l’erosione manuale degli strati sovrapposti che l’artista compie al fine di mettere in evidenza il senso di usura, ossidazione e abrasione. Seppur in maniera differente è possibile scorgere questa peculiarità anche nei suoi lavori in acrilico, resi tali con grande maestria. Alfred Conteh, da uomo, sudista e afroamericano ritrae con questa tecnica colossi che commemorano persone, cultura e battaglie del popolo afro-americano. Dice Conteh: La mia gente è stata lasciata a marcire” nello stesso modo con cui un oggetto è esposto all’azione degli eventi. I suoi lavori assumono quindi volontariamente quell’aria di degrado, di usura del tempo che rimandano al suo modo di affrontare, in maniera narrativa l’intera diaspora africana, attraverso il messaggio autentico delle sue opere. Prima di procedere alla stesura su tela del progetto, realizza disegni preparatori più che altro per ovviare il problema delle proporzioni viste le misure dei suoi lavori.
Dopo essere riuscita a convincerlo a scattare qualche fotografia vicino alla sua opera, ci salutiamo con la certezza che ci vedremo presto, probabilmente in occasione della Miami Art Week, inoltre l’esperienza Fountainhead, la sua prima esperienza come artist in residence: “è stata talmente edificante da volerla ripetere altrove nella primavera prossima”, dice l’artista.
(In the title: part. from Alfred Conteh at Fountainhead Residency production.)
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