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Sold out l’appuntamento del Cultur Curator al The Bass Museum di Miami Beach che ha visto dialogare l’artista Sheila Hicks, autrice dell’esposizione “Campo Abierto”, visibile al museo, e i fondatori dello studio di architettura, Johnston Marklee di Los Angeles. Un incontro a otto occhi durante il quale l’immancabile Tom Healy ha sottolineato similitudini e non fra il mondo dell’arte e dell’architettura.
Sheila Hicks, un’artista che non necessita di prologhi vista la presenza delle sue opere nelle grandi esposizioni fra le quali nell’attuale The Bass Museum of Art, alla Biennale di Venezia nel 2017 e al Museo George Pompidou di Parigi nel 2018. Un’artista che, allieva dei coniugi Albers, insegnanti alla Bauhaus fuggiti dalla Germania per via delle pressioni naziste, combina colori e textures differenti a lavori strutturati, apparentemente astratti che nascondono il significato dell’opera nel titolo. Lo studio di architettura Johnston Marklee è invece composto dai partner Sharon Johnston e Mark Lee, che, come Sheila Hicks hanno avuto un curriculum vitae di tutto rispetto, ed hanno saputo miscelare apprendimento, attività di insegnamento e pratica architettonica. Oltre ad essere stati direttori artistici della Biennale di architettura di Chicago nel 2017, hanno avuto la cattedra di Cullinan alla Rice University e alla Frank Gehry International Chair presso l’Università di Toronto. I loro progetti, su scala internazionale, includono il Menil Drawing Institute di Houston, la ristrutturazione del Museum of Contemporary Art di Chicago, il nuovo campus UCLA Graduate Art Studios a Culver City, in California e il design del nuovo quartier generale di Dropbox a San Francisco, mentre i loro lavori preparatori sono esposti al Museum of Modern Art di New York, all’Art Institute di Chicago, alla Collezione Menil, al Museo di Arte Moderna di San Francisco, al Carnegie Museum of Art e al Museo di Architettura della TU di Monaco.
Tom Healy è riuscito ad estrapolare aneddoti divertenti ai partecipanti: Sheila Hicks, protagonista indiscussa dell’evento, che ha raccontato delle contaminazioni artistiche del suo passato, dal ricordo dei coniugi Albers all’architettura monumentale e monolitica di Louis Khan e all’architettura concettuale di Luis Barragán. Divertente il racconto delle sue vicissitudini più intime: dal viaggio ottenuto con la borsa di studio Fulbright, in cui andò a Caracas con un’amica piuttosto che in Cile, dove avrebbe dovuto essere, alla sua abitudine di conversare con le persone in ascensore. Tanti ricordi e tante analogie che accomunano il lavoro di Sheila Hicks a quello degli architetti per ognuno dei quali la fusione dell’arte e dell’architettura con l’ambiente circostante è fondamentale. Ne sono un esempio l’esposizione Campo Abierto, in cui l’artista riesce ad enfatizzare le altezze e gli spazi o lo stesso edificio in stile art deco in cui si trova il The Bass Museum of Art: una splendida architettura in pietra porosa bianca in cui elementi complementari si fondono insieme fino a creare un tutt’uno in perfetta sintonia con le spiagge e il paesaggio di Miami Beach. The Bass Museum, un edificio che Sheila Hicks definisce: “Il pezzo preferito della città”. E se artista e architetti procedono nello stesso modo nella stesura di bozzetti preparatori e schizzi veloci le sue opere prendono vita dando origine ad idee istintive, immediate ed improvvisate che possono rimanere tali e quali o possono prendere forma proiettandosi su larga scala in opere più complesse. Sheila HIcks è solita viaggiare e spostarsi con un piccolo telaio in legno con il quale realizzare opere e che costituisce uno strumento di meditazione. L’architettura nel medesimo modo procede dallo schizzo di un’idea che si riempie di connotazioni in stretta correlazione con l’ambiente, diventando poi un progetto vero e proprio, nel quale partecipano elementi fondamentali dell’ottica di Johnston Marklee: lo studio del paesaggio, la storia del luogo e le sue dinamiche sociali. Il Menil Drawing Institute, è un esempio lampante di come, l’architettura secondo la concezione degli architetti si sia fusa con l’ambiente del campus della collezione Menil, richiamando la natura, sia nella struttura dell’edificio dal profilo allungato e basso, perfettamente coerente con l’ambiente che lo circonda, sia nel rivestimento della struttura in tavole di cedro grigio che richiamano la natura circostante, in cui le vetrate sono ombreggiate dai rami degli alberi. Parallelismi che invadono l’arte di Sheila Hicks nell’utilizzo di tecniche e tessuti conosciuti durante i viaggi compiuti in giro per il mondo, alla ricerca di tradizioni remote e sublimi che amplificano la ricchezza del ricamo e dei colori e l’inclusione di materiali alternativi.
Ma se da un lato arte e architettura si fondono, dall’altro, come sottolinea l’irriverente Hicks, “Per l’architettura non è richiesto un certificato di garanzia come avviene per le opere d’arte”. Onori e oneri che accomunano tutti a proposito del tema sostenibilità sul quale i partecipanti si trovano concordi nel dire che la soluzione è nel riciclo: riciclo di materiali e utilizzo di oggetti scartati per la Hicks e sviluppo di piani sostenibili per la ristrutturazione di edifici storici o vecchi per gli architetti della Johnston Marklee.