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Il museo di arte moderna NSU di Fort Lauderdale ha celebrato in occasione dell’incontro del Tea & Art History la più grande collezione di arte CoBra d’America, che lo rende l’unico centro per l’esibizione e lo studio dell’arte CoBrA sul territorio nazionale.
La collezione, che si compone di oltre 1700 opere, è stata donata nel 1978 dai coniugi Golda e Meyer Marks, avidi collezionisti di opere CoBra, che hanno deciso di beneficiare interamente il museo della collezione, a partire dal 1962. Un archivio composto da materiale vario e da opere d’arte di più di 30 artisti, fra i quali, oltre ai sei fondatori ufficiali: Karel Appel (Paesi Bassi), Constant (Paesi Bassi), Corneille (Belgio), Robert Jacobsen (Danimarca) Asger Jørgensen detto Jorn (Danimarca), anche: Carl-Henning Pedersen (Danimarca),Pierre Alechinsky (Belgio) Else Alfelt (Danimarca), Jacques Doucet (Francia) , William Gear (Scozia), Karl Otto Götz (Germania), Svavar Gudnason (Islanda), Asger Jorn (Danimarca), Shinkichi Tajiri (Stati Uniti) e Serge Vandercam (Danimarca), tra gli altri.
Nato a cavallo degli anni ’50 il gruppo CoBrA, che deriva dall’acronimo dei nomi delle città di provenienza degli artisti: COpenhagen, BRussels e Amsterdam, è stato un collettivo di artisti di durata tanto breve (tre anni) quanto intensa, definito, per ironia della sorte, dall’istituzione di un Cobra Museum of Modern Art ad Amsterdam nel 1995. Secondo Dotremont, fra i membri del collettivo, il nome era: ”Un tributo alla passione geografica che ci ha riempito nella nostra libertà ritrovata, dando vita al mito animale”.
Spinti dalla necessità di confrontarsi e creare un supporto all’Europa dilaniata dalla guerra il gruppo CoBrA era composto da giovani irrimediabilmente colpiti dal trauma della guerra, che si sentivano uniti da un sentimento di straordinaria fortuna nell’essere sopravvissuti a un’esperienza così dolorosa e lacerante. Oltre a questo erano spinti dal desiderio di raggiungere una rinascita artistica che speravano avrebbe portato alla realizzazione personale: “Volevamo ricominciare da capo, come un bambino“, disse Karel Appel uno dei membri fondatori del gruppo. I CoBrA mettevano in discussione le ideologie legate al passato a partire dallo spregio totale per l’arte classica e la sua geometria che metteva al centro l’individualità e il genio del singolo. Punti di sintesi dei CoBra erano infatti una forma d’arte che fosse collaborativa, basata sull’arte popolare, sull’immaginazione, sull’intuizione e sul mito, un’arte creativa, animale e primitiva, ispirata all’arte dei bambini e agli outsider. L’arte CoBrA era espressa attraverso murales, stampe, pubblicazioni e opere di gruppo, che comprendevano oltre all’arte pittorica e la scultura, la poesia e la letteratura in ogni sua forma. Le immagini CoBrA erano immagini materiche, audaci e molto colorate, che spesso si mescolavano alla scrittura (word-painting), a volte erano immagini gioiose, altre volte diventavano irriverenti espressioni di forme astratte e semi-astratte. Immagini fantasiose e spesso infantili, sinonimo delle idee socialiste e teoriche degli artisti, collegati alle loro forti convinzioni marxiste, sebbene nessuno del gruppo condividesse l’inclinazione della sinistra politica a teorizzare. Utilizzavano materiali nuovi, oggetti di scarto che recuperavano dandogli vita. Le stesse idee politiche porteranno allo scioglimento del gruppo nel 1951 lasciando che lo strascico di ciò che rimase si trasferisse a Parigi alla ricerca di una maggiore considerazione.
Caratterizzati dall’aderenza al pensiero freudiano, al folklore danese, alla mitologia scandinava, e al primitivismo, i CoBrA furono influenzati soprattutto dal movimento surrealista, con il quale condividevano la spontaneità nel processo di creazione artistica con particolare riguardo all’automatismo inteso come il riflesso dell’inconscio: Una forma di espressione insita nell’uomo, per troppo tempo repressa, che richiedeva di abbandonare ogni comando sulla propria arte facendo in modo che la mente inconscia controllasse la mano mentre lavorava.
Il manifesto del gruppo fu pubblicato dal magazine Reflex, con il titolo: La causa était entendue, il caso è stato deciso, frase fulcro intesa come determinazione del gruppo a rifiutare ciò che vedevano come sterili astrazioni dell’arte geometrica, diventata così popolare nei due decenni precedenti.
La prima esposizione che li vide protagonisti riconosciuti fu quella organizzata da Willeim Sandberg, direttore del Stedelijk Museum di Amsterdam, che ne riconobbe lo spirito del tempo. I CoBrA erano stati invitati a decorare l’interno di una casa usata come rifugio per studenti di architettura sfruttando l’opportunità di sperimentare liberamente e spontaneamente su tutte le pareti, i pavimenti e i soffitti della proprietà. I lavori risultanti divennero noti come Bregnerød Murals e includevano figure sciolte di Jorn, Pedersen e il membro associato britannico Stephen Gilbert, Dotremont avrebbe poi riflettuto sul tempo trascorso a Bregnerød come incarnazione dello spirito di inclusività, spontaneità e lussuria per la sperimentazione del gruppo, dicendo “… non eravamo organizzati, eravamo organici”. Dall’esposizione il collettivo ne uscì tuttavia aspramente criticato e sciolse completamente le briglie nel 1951 l’esposizione di Liegi.
Il gruppo CoBrA fa la prima grande avanguardia del secondo dopoguerra che divenne portavoce del cambiamento radicale dell’arte contemporanea che influenzò i decenni successivi.
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