Valerie Steele incanta il pubblico con i Paris, Capital of Fashion

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Definita una delle donne più brillanti nel mondo della moda dal Washington Post, cui fa eco la giornalista e scrittrice di moda, Suzy Menkes che la definisce il freud della moda, Valerie Steele ha allietato gli spettatori al The Patricia & Phillip Frost Art Museum con Paris Capital of Fashion:  una disamina circa il significato culturale del concetto di moda francese per antonomasia, dominato più che mai dai nomi dei couturiers. 

Direttrice e curatrice del Museo Fashion Institute of Technology Valerie Steele è anche la fondatrice e direttrice di Fashion Theory: The Journal of Dress, Body & Culture. Ha all’attivo molte pubblicazioni tra le quali Paris Fashion: A Cultural History. Giunto alla sua terza ristampa e tradotto in diverse lingue il libro, da cui trae spunto l’incontro di oggi rappresenta una bibbia per i neofiti del fashion ma anche per le persone che al di la di instagram vogliono conoscere i capisaldi della moda attraverso la sua storia e le sue maisons. Un libro nel quale l’autrice esplora con genialità e brillantezza il motivo per cui Parigi è rimasta capitale riconosciuta della moda per oltre 300 anni e i motivi per cui i parigini, ancora prima dell’ascesa della haute couture, erano noti per la loro ossessione per la moda mentre gli stranieri seguivano pedissequamente e con entusiasmo il loro esempio. Ispirata al libro anche la mostra omonima che aprirà dal 6 settembre  al 4 gennaio 2020 al Museum at FIT di New York ed esporrà oltre settanta outfit ed accessoristica, che vanno dal 1700 ad oggi e sarà corredata da un libro e un simposio. 

 

La moda francese che ha il suo epicentro nei tempi che furono prima a Versailles, epicentro della moda ufficiale, poi a Parigi, con alcuni fra i personaggi più controversi e amati della storia fra i quali Maria Antonietta e la sua dibattuta chemise à la reine e la marchesa Madame de Pompadour, fra sanculotti e stile á la Parisienne che esalta brillantemente l’eterno fascino della couture francese,  per poi passare in rassegna i grandi couturiers che hanno trasformato la sartoria da artigianato su piccola scala in business ed arte raffinata: l’inglese Charles Friedrich Worth, creatore della Haute Couture e fondatore della House of Worth, la designer francese Jeanne Paquin e il Picasso della moda Paul Poiret. L’evoluzione dello stile che passa dai bustier di Jean Paul Goutier al ritorno al romanticismo con le creazioni di John Galliano, direttore creativo di Christian Dior dal 2006 al 2011 e di Karl Lagerfeld direttore creativo della Maison fondata da Gabrielle (Coco) Chanel dal 1983 fino alla recente scomparsa.

 

Un discorso sulla moda che tocca inevitabilmente anche i tasti dolenti dell’attuale problema generato dal fast fashion e dall’inquinamento globale che ne comporta, ma che nonostante tutto non riesce a spodestare Parigi dal piedistallo se non di capitale assoluta della moda indubbiamente di capitale del fashion e dello charme á la française.

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