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La Dot Fiftyone Gallery di River Side celebra la bellezza dell’arte messicana e lo fa con due grandi esponenti contemporanei, Carlos Jorge e Armando Romero, secondo quella che dal 2003 è l’ideologia che contraddistingue la galleria fondata da Alfredo Guzman e Isaac Perelman: galleria intesa come spazio espositivo di artisti emergenti e affermati i cui lavori incoraggiano idee e discorsi dinamici.
“Carlos Jorge, una vita per l’arte che lo celebra artista e collezionista di arte contemporanea. Un amore di vecchia data quello per l’arte, tanto da essere conosciuto nell’ambiente, come un guru”, racconta di lui la direttrice della galleria messicana che rappresenta entrambe gli artisti, la Galleria Casa Colon di Merida, di Connie Calderón, presente al cocktail opening reception con Mimi Cervera Villamil.
Carlos é infatti ancora bambino quando inizia a rappresentare immagini e scene del paesaggio messicano in cui i suoi occhi sono catturati dalle bardas: costruzioni in pietra che delimitano le abitazioni e che rappresentano un gioco per i bambini che si divertono a costruirli con quel che la natura mette a disposizione. Di probabile origine Maya, il termine bardas rappresenta la sovrapposizione di pietre una sull’altra intervallate dall’oscurità degli spazi interposti che “nessuno nota mai”, sostiene Jorge, e che sono rappresentati nelle sue opere con vivido realismo. Ma se nei primi lavori il realismo delle pietre prevale nel gioco di nero e chiaroscuri, negli anni successivi Jorge abbandona la rappresentazione canonica in favore di un gioco di forme e di accostamenti di colore molto audaci e astratti, ben lontano dalla rappresentazione della pietra vista come roccia in sé. Nelle sue opere la pietra arrotondata e levigata dal tempo lascia spazio alle suggestive angolazioni della roccia ignea caratteristica della terra messicana di origine dell’artista, Mérida nello Yucatan, Messico. Le sue rappresentazioni di bardas assumono quindi una connotazione più astratta, più fresca in cui le forme strutturate sono intercorse da linee rette che si incrociano offrendo una rappresentazione del chiaroscuro in chiave simbolica, in grado di arricchire l’opera anche di connotazioni politiche legate attorno alla figura del muro, oggi più che mai attuale.
Lo studio della storia dell’arte accademica porta invece Armando Romero a dipingere opere d’arte surreali in cui combina personaggi tratti dall’arte classica sapientemente dipinti su collage, incollati o cuciti su tela, e combinati con situazioni accattivanti e scene surreali dell’ambiente circense cui si collega mediante l’utilizzo di font, immagini e accostamenti di colori tipici della cartellonista pubblicitaria degli anni 50. Nelle opere in esposizione, nello specifico, sono raffigurati i visi grotteschi dei reali di Spagna rappresentati con impietosa precisione da Francisco Goya ne La famiglia di Carlo IV, opera conservata al Museo del Prado. Ma se le raffigurazioni dei personaggi in Goya fecero scalpore soprattutto per la spietatezza d’occhio nella rappresentazione dei personaggi che risultano brutti e goffi al limite dell’ironico, le opere di Romero colpiscono per l’arguzia nell’accostamento di forme, colori e media attraverso cui i personaggi sembrano catapultarsi fuori dal tempo e dalla situazione arrivando ad assumere contorni narrativi atemporali e tutti nuovi, in bilico tra l’antico e il moderno. Le immancabili forme di grafia primitiva tipiche dell’infanzia compensano inoltre l’intreccio dell’opera enfatizzandone ancora di più la ricchezza della narrazione.
Una serata all’insegna dell’arte messicana, accompagnata però dai sapori tradizionali della cucina peruviana con le degustazioni servite in eleganti bicchieri in vetro di Juan Chipoco, chef e titolare del pluripremiato ristorante CVI.CHE 105. Consacrato tra i migliori ristoranti di Miami, CVI.CHE 105 offre il gusto della tradizione peruviana, combinata con la creatività e la qualità in chiave sofisticata e mai banale attraverso le varie declinazioni di ceviche.
Oltre alla galleria al civico 7275 NE 4th Avenue, la Dot Fiftyone ha recentemente allestito una pop up gallery nella splendida location del Faena Bazar adiacente il Faena Hotel in Miami Beach con opere di Juan José Cambre, Graciela Hasper e Gonzalo Fuenmayor.
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