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Serata esclusiva per l’apertura dell’esposizione MITA Textile Design 1926-1976, in mostra dal 16 novembre 2018 al 28 aprile 2019 al The Wolfsonian-FIU di Miami Beach. L’esposizione è organizzata in collaborazione con The Wolfsoniana-Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova, con il beneplacito del Consolato Generale d’Italia a Miami e la supervisione della curatrice Silvia Barisone.
Il MITA (Manifattura Italiana Tappeti Artistici) fu fondato dal geniale Mario Alberto Ponis a Nervi, a Genova nel 1926. Imprenditore fiorentino, con la passione per la meccanica e le invenzioni, ideò dei modelli di telai da sostituire alla fabbricazione dei tappeti classici annodati a mano, con la conseguente riduzione delle ore di lavorazione e la possibilità di vendere i pezzi a prezzi più accessibili.
In breve tempo MITA divenne la più importante azienda di forniture tessili per le linee di navi soprattutto per l’Italian Line Ship e per la linea Costa, grazie alla collaborazione con l’interior design Gustavo Pulitzer che invitò MITA a produrre tappezzeria per le più importanti navi da crociera, fra le quali l’Andrea Doria.
La mostra esplora cinquanta anni di collaborazione tra la Manifattura Italiana Tappeti Artistici, MITA, fra audaci commissioni prodotte per fiere mondiali, case private, club e transatlantici in collaborazione con artisti aderenti ai differenti movimenti d’avanguardia: dal futurismo di Fortunato Depero, al rappresentante del Novecento Arturo Martini, al razionalismo di Giò Ponti fermo sostenitore del fatto che decorazione tradizionale e arte moderna potessero essere compatibili e che pubblicizzò il gruppo MITA sulla sua rivista Domus.
Ma arazzi e tappeti furono solo l’inizio della produzione del MITA, la collaborazione con i progettisti di interni navali Gustavo Pulitzer Finali e Giovanni Zoncada diedero vita ad un progetto per la ristrutturazione delle navi per conto dell’Italia Società di Navigazione, che portò anche alla creazione di oggetti di design fra i quali svuota tasche, centrotavola e foulard, commissionati dalle diverse compagnie e donati come ricordo alle signore una volta terminata la crociera. Fra i foulards esposti Gabbiani, disegnati per la Leonardo da Vinci da Enrico Paolucci, fondatore del Gruppo dei 6 che combinava la lirica al Fauvismo francese, che disegnò Barche, dal quale prese vita con MITA un tappeto dal rigore monocromatico in contrasto tra il paesaggio scuro e le linee chiare. Lazio fu realizzato invece per l’ Italian Line su disegno di Emanuale Luzzati, che produsse inoltre Cavalli, e il Flauto Magico ispirato all’opera di Mozart e commissionato da Gustavo Pulitzer nel 1958. Fu quest’ultimo, Emanuale Luzzati, a mettere in contatto il MITA con il gruppo FIRMA, composto da artisti e designer interessati a sperimentare nuovi linguaggi nel campo della grafica, della pubblicità, della comunicazione, del teatro, della scultura, della scenografia e delle arti applicate in genere di cui facevano parte artisti come Flavio Costantini e Marco Biassoni, autori di tessuti serigrafati di grande impatto sia per il tratto grafico che per i colori, Gillo Dorfles, e le sue geometrie astratte, l’informale Emilio Scanavino e i fratelli Giò e Arnaldo Pomodoro.
I più prolifici del gruppo furono Dario Bernazzoli, Marco Biassoni, e soprattutto Emanuele Luzzati che produsse fra l’altro il foulard Sorelle Fontana, in esposizione, riferendosi sia alle fontane di Roma che alle sorelle Fontana simbolo italiano della Haute Couture. Furono prodotti manifesti, marchi, cataloghi elementi decorativi inventando storie e personaggi e realizzando illustrazioni, stoffe e animazioni, ceramiche e sculture. Vennero prodotti i mezzari: grandi quadrati di stoffa in lino o cotone riccamente stampati con fantasiosi disegni, di ispirazione principalmente naturalistica con foglie e alberi, fino alla produzione di foulard.
Nella Triennale di Milano del 1947 MITA indisse una competizione per tappeti dalla quale emersero, vincendo, Lyda Levi, Antonia Campi ed Ettore Sottsass.
Fu solo in seguito all’accessibilità dei viaggi aerei e ai ridotti tempi di viaggio che le navi perdettero la loro posizione privilegiata, contribuendo alla decisione di chiudere il MITA nel 1976, cosa che avvenne sei anni dopo la morte di Ponis, nel 1970.
L’esposizione al Wolfsonian-FIU vuole essere non solo l’esposizione di una grande azienda che ha segnato la storia della produzione tessile italiana ma che ha saputo far emergere nomi conosciuti nella storia dell’architettura, del design e dell’arte. Ed oltre alle opere originali di tappeti, arazzi, mezzari, sono esposti i disegni futuristi per tappeti di Fortunato Depero presentati accanto al suo famoso libro “imbullonato”, che presenta una dedica speciale a Ponis, un disegno del 1935 e il corrispondente tappeto MITA con il motivo giocoso della sedia di Gio Ponti, che rivela l’abitudine di Ponti di rappresentare umoristicamente un oggetto decorativo in un motivo per un tessuto; due disegni del designer Ettore Sottsass Jr. e della ceramista Antonia Campi (le opere vincitrici del concorso MITA alla Triennale di Milano del 1947) e poi disegni, bozzetti, fotografie e pannelli d’arte in edizione limitata che ci conducono in un viaggio lungo 50 anni in cui colori, materiali, racconti di vita e invenzioni si fondono e fanno la storia di una manifattura interamente italiana che ha saputo evolversi tra le Guerre in “una così vasta gamma di movimenti artistici e stili prodotti da una singola azienda”, come dichiarato dai curatori della Wolfsonian di Genova, Matteo Fochessati e Gianni Franzone.
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