This post is also available in:
È Michael Shane Neal, chairman of the Portrait Society of America, a fare gli onori di casa all’apertura ufficiale della The Art of The Portrait, la convention istituita, come appuntamento fisso annuale, dalla Portrait Society of America che quest’anno celebra il XXV anniversario.
È stato la Living Legend Burton Silverman ad officiare -virtualmente- la prima sessione della convention affermando che la ritrattistica rappresenta una combinazione fra soggettività e oggettività, fra spazio e tempo: “La ritrattistica, come l’arte figurativa, rappresenta la storia del mondo che ci perviene attraverso l’arte”, ha dichiarato l’artista.
Artista ultra novantenne, Burton Silverman, ha all’attivo trentasei solo show con ben quarantadue opere esposte fra musei e collezioni private. È stato il vincitore di alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti, fra cui la Golden Medal della Portrait Society of America nel 2004: la più importante onorificenza assegnata agli artisti che con devozione e passione hanno dedicato il loro impegno all’eccellenza sia nel loro lavoro che nell’educazione dei colleghi.
Nel suo speech, realizzato appositamente per la convention, Silverman ha lanciato una provocazione con la quale ha messo in evidenza la riduttività dell’aggettivo “bello” con il quale si tende ad apostrofare un’opera d’arte. Secondo Silverman la bellezza è fra le componenti meno importanti nell’arte. “Quello che conta è la forza comunicativa, la capacità di giungere alle persone” ha affermato l’artista.
Portando ad esempio similitudini fra il suo trascorso artistico ed alcuni fra gli artisti più importanti nella storia dell’arte -passata e contemporanea- ha evidenziato come il background -per la maggior parte delle volte solo abbozzato dalla maggior parte degli artisti- svolge invece un ruolo fondamentale nel catalizzare l’attenzione dello spettatore.
Il background, che può essere dettagliatamente descritto o sommariamente rappresentato, è un elemento fondamentale per caricare la potenza emozionale dell’opera. Fra i molteplici esempi ha menzionato l’opera: the ”Woodgatherer”, di Jules Bastien-Lepage.
La prima sessione dimostrativa della giornata è stata realizzata dal duo: Adrienne Stein -Anthony Ryder, moderati da Jeff Hein, grande artista e simpatico commentatore.
Il duo che ha mostrato, in maniera rigorosa, il loro approccio all’arte, in termini di – ”Structure and Style: Building Personal Expression on a Solid Foundation” – ha dimostrato di avere un approccio diametralmente differente anche solo a partire dalla scelta dei medium: olio per la Stein, che si avvale di una ricca palette cromatica dai colori saturi, prevalentemente Sennelier e Michael Harding e la matita per Ryder, che tempera in maniera quasi meditativa. Un procedura che rimanda concettualmente alla secolare arte dell’intaglio carving, per via della velocità e della precisione di esecuzione.
La costruzione del viso per Ryder rappresenta: “una costellazione di punti di riferimento con il quale si creano le connessioni fra le parti”, ha dichiarato l’artista, che a partire dalla mappatura generica individua le caratteristiche uniche di ogni singolo individuo.
Se la pittura ad olio per Adrienne Bain rappresenta un ottimo strumento per correggere eventuali errori compositivi, per Anthony Ryder il controllo compositivo avviene mediante la triangolazione.
Adrienne Stein ha invece un approccio più sciolto ma ugualmente rigoroso e nella realizzazione compositiva inizia da una mappatura strutturale di base sulla quale modella le masse, enfatizzate dall’uso dei colori. Ryder, invece si approccia allo studio del soggetto con un viewcatcher, che gli consente di mettere a fuoco gli elementi compositivi e le loro proporzioni, stabilendo inoltre la posizione del soggetto all’interno dello spazio compositivo.
Secondo Ryder la composizione rappresenta una sorta di struttura architettonica nella quale gli elementi concorrono fino a connettersi l’uno con l’altro. “È necessario guardare a tutte le componenti compositive come fossero pezzi di un puzzle che alla fine trovano tutte la loro posizione”, ha dichiarato la Stein, che lavora in una stratificazione di strati di colore in maniera scultorea procedendo dallo scuro al chiaro, disponendo il colore verde che attutisce un po il colore per ammorbidire le transazioni di colore dal light to dark.
La sessione dedicata agli autografi sui libri redatti dai faculty members, disponibili all’acquisto presso lo shop hanno permesso ai partecipanti di avere una dedica dai loro artisti preferiti.
Il pomeriggio è trascorso con le sessioni di breakout room allestite al secondo piano dell’hotel, completamente dedicato alla Portrait Society of America: un fattore importante questo perchè permette ai partecipanti di muoversi liberamente per assistere alle diverse sessioni in programmazione o per acquistare il materiale di cui necessitano nella grande sala messa a disposizione dei grandi brand internazionali che vendono il loro materiali a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. Nella grande sala dedicata ai materiali si possono inoltre vedere all’opera i vari artisti impegnati in sessioni di ritratto improvvisate. Il grande re dell’evento è come al solito Pierre Guidetti, personaggio unico che ben si presta a fare da modello per gli amici artisti.
Le sessioni pomeridiane sono state una combinazione di nozioni teoriche e pratiche. Alle nozioni teoriche impartite dai faculty members i partecipanti hanno messo in pratica le informazioni ricevute disegnando sotto la supervisione dei faculty members.
“Una rapida occhiata al modello può aiutare a trovare una prima impressione: la prima impressione è il punto di partenza nella rappresentazione degli sketches”,ha suggerito Jennifer Gennari.
“Datevi delle opzioni per vedere quale sia la soluzione migliore per il vostro disegno, prima di entrare in esso con i toni scuri”, ha consigliato Susan Lyon partendo da uno degli errori più comuni compiuti dagli artisti durante la rappresentazione dal vero.
Dawn Whitelaw, artista di grande sensibilità e dolcezza, nella sua sessione dal titolo: “Backgrounds: Not Just the Leftover Space” ha invitato i partecipanti a lavorare sul background: un modo per capire in quale modo lo sfondo modifica la percezione dell’immagine. Lo ha fatto a partire dal completamento di piccole vignette messe a disposizione dei partecipanti che hanno in seguito fatto esercizi pratici per mettere a fuoco la memoria visiva a partire da un’immagine rappresentata sul maxi schermo. “Una buona abitudine per verificare la correttezza del disegno è capovolgere il foglio” ha suggerito la Whitelaw che ha molti anni di esperienza alle spalle in qualità di insegnante.
James Gurney, è un apprezzato artista specializzato nella pittura in plein air che ha realizzato una dimostrazione dal titolo: The Rapid Block-In. Partendo dalla presentazione dei materiali che normalmente utilizza nelle sedute in plein air facendo un distinguo chiaro fra: acquerelli, gouache, casein e la loro resa su un carnet de voyage ha realizzato il ritratto di John: uno fra i modelli più richiesti durante la convention. “ È fondamentale, lavorando in plein air, realizzare un rapido block in delle forme per poi catturare la luce, in continuo movimento”, ha dichiarato Gurney.
L’apprezzato scultore Rick Casali ha impegnato i partecipanti in una interessante sessione di scultura dal titolo: “Planes of the Head: A Hands-on Approach”. Limitandosi, per ovvie ragioni di tempo alla sola scultura del viso, Rick Casali ha dichiarato che: “L’approccio alla scultura del viso segue i medesimi principi del disegno, per cui la percezione della luce cambia al variare dei piani del viso”. Portando ad esempio le nozioni impartite da George B. Bridgman nel suo libro -una sorta di bibbia da seguire alla lettera- Casali ha sottolineato l’importanza di possedere il giusto “vocabulary and wisdom”, intesi come capacità di organizzare in maniera ottimale la conoscenza. Questi due elementi, unitamente alla geometria -intesa come la capacità di organizzare le forme in natura in maniera funzionale- sono elementi chiave nella realizzazione di un’opera scultorea in cui “the action of the pose” e lo studio delle proporzioni rappresentano l’80% della riuscita dell’opera.
Luis Carr nella sua demo, “Composing a Portrait” ha offerto importanti elementi compositivi da tenere in considerazione nella realizzazione di un ritratto.
“Trascorro molto tempo con i miei clienti per capire quale sia la posa più naturale che ne metta in risalto la figura e la sua narrazione”, ha dichiarato l’artista. Per aiutare i partecipanti nella realizzazione di una composizione figurativa Carr ha offerto numerose informazioni basate sulla sua esperienza personale. Il primo elemento da considerare è la luce: tanto più la luce sarà diffusa tanto più i bordi e le ombre saranno morbide; una luce più vicina al soggetto invece mette in risalto gli hard edges aumentandone i contrasti. La scelta compositiva riguarda anche la rappresentazione del soggetto che può essere: half figure, 3/4 e a figura intera: l’half figure implica anche lo studio delle mani. delle dita, elementi che offrono importanti informazioni narrative ma che richiedono tempi di studio ed esecuzione più lunghi. Il background è un altro elemento distintivo: per la sua realizzazione Carr si aiuta con un drappo disposto in maniera tale da creare movimento intorno al soggetto. Infine la chiusura della composizione ha la sua importanza e in questo contesto bisogna tenere conto della teoria della Gestalt svolge un ruolo fondamentale.
La giornata dimostrativa si è conclusa con un’altra duplice dimostrazione realizzata da Robert Liberace e Mary Qian e basata sul concetto di “Rhythm”.
Il concetto di ritmo nella rappresentazione artistica è insito in ogni fase del processo compositivo: dalla postura assunta dal modello, in questo caso lo straordinario Nat che è stato per ben due ore e mezza con il busto in torsione rimandando alla drammaticità che caratterizzava le opere di Pierre-Paul Prud’hon (fra gli artisti preferiti da Liberace), alle pennellate con le quali gli artisti compongono la figura, fino alla connessione armonica delle varie parti del corpo.
Questa dimostrazione è l’ennesima prova del fatto che ci sono modi differenti per realizzare l’arte figurativa: dando per postulato determinati concetti che sono alla base del disegno e della composizione figurativa in generale, si evince che non esiste un modo giusto o sbagliato di approcciarsi alla figura umana. Gli stessi artisti hanno messo in evidenza due modi differenti di procedere: mentre Mary Qian realizza un background, lavorando in un secondo momento alla figura umana, della quale mette in evidenza le masse, enfatizzando le ombre che definiscono volumi della struttura anatomica solo sul finire della composizione, Liberace ha realizzato un disegno di base nel quale ha mappato i punti cardine della struttura scheletrica e muscolare, che ha armonizzato con i mid tones in uno straordinario equilibrio compositivo.
Nel corso della giornata si sono susseguiti molti eventi importanti: dalla chiusura della Silent Auction, con la quale sono state battute all’asta le opere realizzate durante il Face-Off i una gara senza esclusione di colpi per aggiudicarsi il pezzo preferito (tutti in verità) fino alla vendita delle opere realizzate dalla “6 x 9: Limited Size, Unlimited Talent – A Mystery Art Sale” che rappresenta uno dei momenti più intensi della convention. L’evento più importante è stato tuttavia l’apertura della sala nella quel è possibile ammirare le opere finaliste della International portrait Competition. Gli artisti finalisti di quest’anno, tra i quali ci sarà oltre al vincitore della competizione, anche il vincitore del prestigioso Draper Grand Prize, che saranno nominati domani a seguito della serata di gala, ci sono : Frances Bell, Scott Burdick, Matteo Caloiaro, Rick Casali, Chung-Wei Chien, Joseph Daily, Ruth Fitton, Hiroshi Hayakawa, Ronald Hicks, Fengshi Jin, Pramod Kurlekar, Sean Layh, Jie Liu, Paul Newton, Janvier Rollande, Robert Strickland, Alex Venezia, Jennifer Welty e Shane Wolf.
La giornata è giunta a termine e Miami Niche vi aspetta domani per un altra entusiasmante giornata formativa ricca di sorprese e con la proclamazione dei vincitori.
( on the title, some of the majestic works of the finalist of the International Portrait Competition )